Pietro Cantoni, Cristianesimo e reincarnazione Elle Di Ci, Leumann (TO) 1997, pp. 64, L. 6.000 Recensione di Pier Marco Ferraresi Il tema della credenza nella reincarnazione e dei suoi rapporti con il cristianesimo è affrontato nel volume di Pietro Cantoni Cristianesimo e reincarnazione (pp. 64, L. 6.000). Lo scopo del lavoro non è discutere della reincarnazione in sé, ma rispondere al cruciale interrogativo: i primi cristiani credevano nella reincarnazione? Lintroduzione (pp. 5-9), mostra come oggi la credenza nella reincarnazione sia ampiamente diffusa e ne propone una definizione utile alla discussione successiva - "dottrina secondo cui lanima delluomo passa attraverso vari corpi finché non si è liberata da ogni vincolo con la materia" (p. 8) - che pone immediatamente due problemi. Il primo riguarda il soggetto della trasmigrazione: si tratta della realtà che immediatamente informa il corpo, del nucleo personale delluomo, oppure, secondo la tendenza orientale, di qualcosa di trascendente che supera la dimensione individuale? La seconda questione riguarda il senso della reincarnazione, che secondo la concezione tradizionale orientale è qualcosa di negativo, ossia il ripetersi di un ciclo vuoto e doloroso da cui il soggetto cerca di liberarsi, mentre secondo una visione occidentale relativamente moderna e ottimistica rappresenta una nuova possibilità di esistenza e di perfezionamento. Il secondo capitolo (pp. 10-17) esamina la possibilità di ritrovare tracce della credenza nella reincarnazione nellAntico Testamento e conclude negativamente, dimostrando anzi come nella tradizione veterotestamentaria si ritrovi una forte affermazione delluomo come unità inscindibile di anima e corpo. Il Nuovo Testamento è preso in esame nel terzo capitolo (pp. 18-29): sono esaminati tutti i punti più controversi per affermare che in nessun luogo troviamo affermata la reincarnazione, ma che "almeno in un luogo la troviamo esplicitamente esclusa : E come è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che laspettano per la loro salvezza (Eb 9,27-28)" (p. 28). Il quarto capitolo (pp. 30-55) considera lopera dei "Padri e scrittori ecclesiastici" e conclude che tutti, senza esclusione, rifiutano la reincarnazione, prima e dopo la condanna delle dottrine origeniste nel Concilio di Costantinopoli, del 553. Lo stesso Origene - al quale è dedicato ampio spazio -, pur affermando quasi sicuramente la preesistenza delle anime, è molto dubbio che abbia mai sostenuto la reincarnazione. Lultimo capitolo (pp. 56-62) affronta lobiezione reincarnazionista secondo la quale la Chiesa cattolica non avrebbe mai condannato solennemente la dottrina della reincarnazione. A questo proposito occorre tenere presenti due punti fondamentali: il primo è che la Chiesa ha condannato solennemente posizioni che sono premessa indispensabile per la reincarnazione (come la preesistenza delle anime). In secondo luogo la Chiesa ha affermato solennemente verità inconciliabili con essa, come il fatto che dopo la morte segua immediatamente il giudizio e quindi il purgatorio, linferno o il paradiso. Il dogma cattolico della resurrezione è inoltre in palese contrasto con la credenza nella reincarnazione, come ha di recente ribadito Giovanni Paolo II: "La speranza cristiana ci assicura inoltre che lesilio dal corpo non durerà e che la nostra felicità presso il Signore raggiungerà la sua pienezza con la risurrezione dei corpi alla fine del mondo. [...] È una vera e propria risurrezione dei corpi, con la piena reintegrazione delle singole persone nella nuova vita del cielo, e non una reincarnazione intesa come ritorno alla vita sulla stessa terra, in altri corpi" (p. 59).
[Home Page] [Cos'è il CESNUR] [Biblioteca del CESNUR] [Testi e documenti] [Libri] [Convegni]
[Home Page] [About CESNUR] [CESNUR Library] [Texts & Documents] [Book Reviews] [Conferences]