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La magia dell'11 settembre

Massimo Introvigne

L'ampia indagine promossa dal CESNUR - il Centro Studi sulle Nuove Religioni - in collaborazione con l'Arcidiocesi di Monreale e con il sostegno dell'Assessorato Regionale dei Beni culturali ed ambientali e della Pubblica istruzione della Regione Siciliana, curata da Luigi Berzano e PierLuigi Zoccatelli, con il contributo metodologico di Pier Marco Ferraresi - una tra le più estese, quanto a campione, svolte in una regione italiana in campo socio-religioso nella storia della ricerca in materia - apre una finestra sul pluralismo religioso in Sicilia, a partire dal caso di specie dei comuni che costituiscono l'Arcidiocesi di Monreale, esaminando sia il pluralismo nelle credenze, sia quello delle appartenenze attraverso un puntuale inventario delle minoranze religiose presenti in quest'area dell'entroterra palermitano.

Il lavoro di ricerca ha permesso di pervenire a un quadro statisticamente e sociologicamente rilevante, con alcuni risultati per certi versi imprevisti e sorprendenti. È infatti interessante notare che il questionario utilizzato in questa indagine ha volutamente ripercorso il cammino di un'analoga indagine compiuta nella Sicilia centrale dieci anni fa e descritta nel volume del 1994 di Luigi Berzano e Massimo Introvigne La sfida infinita. La nuova religiosità nella Sicilia centrale[1]. Pur dovendosi tenere conto che diverse erano le zone della Sicilia prese in esame, resta evidente la presenza di un'occasione per un raffronto diacronico di grande interesse.

Senza voler entrare in modo troppo approfondito in un quadro descritto nel dettaglio da Luigi Berzano e Pier Marco Ferraresi, mi limito a richiamare alcuni dati che mi sembrano significativi. In dieci anni è notevolmente salito l'interesse per le religioni diverse dalla cattolica. Il 24% degli intervistati del 2004 (contro il 7% del 1994) ha letto libri su religioni altre rispetto alla Chiesa cattolica; il 60% (contro il 13% del 1994) si ritiene informato sull'ebraismo e il 42% sull'induismo (contro il 14% del 1994); si alza anche la convinzione di conoscere il buddhismo (53%), pure già alta nel 1994 (33%). Per contro solo il 29% si ritiene sufficientemente informato sull'islam, contro il 34% del 1994. Evidentemente quanto appariva sufficiente prima dell'11 settembre 2001 oggi non lo è più, ed emerge la consapevolezza che dell'islam, di cui pure tanto si parla, si sa ancora troppo poco.

Le credenze alternative, contrariamente a quanto spesso si pensa, si teme o si legge non registrano un aumento. Il 14%, rispetto al 16% del 1994, ha partecipato almeno occasionalmente a sedute spiritiche: la variazione è lieve, ma sale (dal 37% al 47%) il numero di coloro che le considerano "un imbroglio". Scende il numero di coloro che credono all'efficacia dei sortilegi (dal 26% al 18%), del malocchio (dal 25% al 19%), della magia (dal 18% all'12%), anche se sale il numero di coloro che ammettono di avere visitato almeno una volta un mago (dal 7% al 15%) o di avergli telefonato (dal 5% al 13%), un dato che sembrerebbe in contro-tendenza rispetto ai precedenti e che solo in parte si spiega con la maggiore vicinanza di Palermo, dove si concentra un buon numero dei "professionisti dell'occulto" della Regione. La propaganda televisiva della magia rimane efficace, anche se chi guarda almeno occasionalmente le relative trasmissioni sembrerebbe sceso dall'altissimo 61% del 1994 al 47%. In significativo calo (dal 34% al 25%) è la credenza nei dischi volanti, ancor più nella sua forma "religiosa".

La credenza alternativa per eccellenza è quella nella reincarnazione. Rimane stabile il numero di chi ne ha sentito parlare (tra l'85% e l'87%) e la maggioranza continua a indicare la televisione come il primo strumento attraverso il quale è entrata in contatto con questa teoria. Resta stabile il numero di chi ne dà definizioni più o meno esatte (67-79%), anche se c'è ancora - anzi, con un lieve aumento dal 9% al 12% - chi la confonde con la resurrezione della carne della dottrina cattolica, e dal già elevato 30% del 1994 aumenta fino al 33% la percentuale di chi ritiene che si possa credere insieme alla reincarnazione e alla resurrezione cristiana o addirittura che le due dottrine coincidano. Tuttavia il numero di coloro che credono nella reincarnazione - considerato quasi unanimemente il principale indice della diffusione di credenze neo-religiose[2] - è in calo: dal 31% al 27% se si chiede se l'intervistato crede alla reincarnazione, e dal 13% all'11% se si pone la domanda diretta se ritenga di avere già vissuto un'altra esistenza. Lo scarto fra le due domande è noto nella letteratura sociologica, ma anche la diminuzione di coloro che credono nella reincarnazione corrisponde ad altre indagini italiane[3] e sembrerebbe muoversi nella direzione di quella che è stata chiamata "crisi del New Age"[4].

In lieve crescita sono le credenze ai dogmi cristiani (resurrezione e miracoli di Gesù, eucaristia, Paradiso, giudizio finale, peccato originale, Inferno, esistenza del diavolo), peraltro già alte nel 1994 su tutti i quesiti. Si conferma sia - come sottolinea giustamente Berzano - che le credenze "consolanti" sono più condivise (l'87% crede nell'esistenza del Paradiso contro il 74% per l'Inferno), sia che le credenze siciliane sono superiori alla media nazionale e molto superiori alla media europea[5]. Ma sui dogmi "difficili" proposti dalla Chiesa cattolica e a prima vista più difficili da accettare in un contesto moderno e postmoderno il consenso è cresciuto: dall'83% all'87% 4 per il Paradiso, dal 70% al 74% per l'esistenza dell'Inferno, dal 71% al 75% per quella del diavolo.

Quanto alle presenze alternative, si conferma che la Sicilia - berceau storico del pentecostalismo italiano - presenta una ricchezza di panorama, quanto ai gruppi cristiani o di origine cristiana, maggiore del resto dell'Italia, mentre un po' meno diffusi sono i movimenti e le religioni di origine non cristiana o orientale. Tuttavia, nonostante la crescita davvero significativa illustrata con ricchezza di particolari, spesso del tutto inediti anche agli addetti ai lavori, da PierLuigi Zoccatelli, due prime conclusioni s'impongono. La prima è che queste pur significative minoranze religiose sono ben lontane dal minacciare la priorità dell'identità cattolica nell'area presa in esame. La seconda è che le presenze più radicate, e forse promesse a ulteriore crescita, sono quelle che - quanto a valori morali, familiari, simboli e riferimenti (alla Bibbia e a un cristianesimo in genere letto con toni piuttosto conservatori), anche se evidentemente (e specialmente per i Testimoni di Geova) non quanto alla teologia - appaiono in continuità e non in rottura rispetto alla tradizionale identità cattolica siciliana.

Lasciando al lettore il piacere di percorrere per intero, come meritano, le pagine che seguono, mi limito qui a formulare alcune prime conclusioni, in parte personali, e tutte per altri versi meglio approfondite nel testo.

Anzitutto, contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere, la Sicilia ormai non presenta variazioni significative rispetto ad altre regioni italiane, almeno con riguardo al campione esaminato, su temi come la magia, il malocchio, le fatture. Ormai si può parlare - anche se certe specificità restano - di un panorama sostanzialmente unitario che smentisce certe mitologie sulla presunta "Sicilia profonda". O, forse, l'"Italia profonda" non è (più) così diversa dalla Sicilia.

In secondo luogo, in generale le credenze alternative, soprattutto quelle legate a quanto più o meno propriamente era definito "New Age", pur essendo ancora vive e presenti, a partire da quella cruciale nella reincarnazione, non sono in aumento ma in diminuzione, a conferma che la cosiddetta "crisi del New Age" è un fenomeno reale e non inventato dai sociologi[6].

L'adesione al cristianesimo (che qui è stato esaminato solo sotto il profilo delle credenze, così che il discorso potrebbe essere diverso quanto alla partecipazione e alla pratica, che non sono state oggetto del questionario di Monreale come non lo furono di quello di Caltanissetta) rimane, comunque si interpretino i dati, molto alta rispetto ad altre regioni d'Italia per non parlare dell'Europa comunitaria, e presenta sotto alcuni aspetti perfino profili di crescita.

Crescono sia l'interesse per le altre religioni, sia la consapevolezza che di alcune - in particolare dell'islam - non si conosce abbastanza, e c'è desiderio di saperne di più.

Attraverso, in particolare, quest'ultimo esito la ricerca conferma anche - se così ci si vuole esprimere - la sua stessa utilità, che oggi richiede di essere giustificata. Rispetto al 1994 la sociologia delle religioni vive infatti, in tutto il mondo, una stagione diversa. Con qualche avvisaglia anche precedente, dall'11 settembre 2001 il panorama è cambiato. Quando nei convegni internazionali - o nelle sedi, non secondarie, dove si chiedono e si ottengono finanziamenti per le ricerche - si parla di "pluralismo religioso" oggi l'attenzione prioritaria è rivolta all'islam. Nonostante un revival in Italia - che sembra interessare però specificamente il nostro Paese, senza estendersi all'Europa in genere - in occasione della scoperta nel 2004 dei crimini di cui è stato protagonista il peraltro piccolissimo gruppo satanista delle Bestie di Satana in Lombardia, anche le forze dell'ordine di tutto il mondo diminuiscono i budget consacrati alla sorveglianza delle cosiddette "sette" e dirottano gli agenti verso le moschee dove le prediche sono più radicali. Improvvisamente, sembra che le indagini sul pluralismo religioso che non si occupano principalmente o esclusivamente dell'islam siano diventate "fuori moda" e si debba di volta in volta spiegare a che cosa servono: non è forse vero che maiora premunt?

C'è la credenza nella magia ma c'è anche una "magia dell'11 settembre" che all'improvviso fa sembrare sexy - un aggettivo coniato per altre realtà, ma sempre più spesso usato nel mondo accademico statunitense per indicare quali ricerche vanno di moda (e hanno reali possibilità di essere finanziate) - qualunque indagine sulle "moschee inquiete", anche quando sono frequentate da poche persone. Il risultato è una evidente sovraesposizione di tutto quanto riguarda l'islam, mentre diminuiscono le possibilità di ricerca - quindi le ricerche, come questa, serie e valide - su altri aspetti del pluralismo religioso. Si rischia di ripetere la situazione degli anni 1970 quando, come più tardi denuncerà Harvey Cox, i pentecostali moltiplicano per quattro il numero dei loro aderenti del mondo e diventano la seconda presenza mondiale all'interno del cristianesimo dopo quella cattolica, ma quasi nessuno studioso se ne accorge perché altre sono le priorità (all'epoca, non si trattava dell'islam, ma della "teologia della liberazione" e dei rapporti fra cristianesimo e marxismo)[7].

Ma neppure questa considerazione è sufficiente. Non si tratta, infatti, di trascurare l'islam, il fondamentalismo islamico o il terrorismo, ma di mostrarne gli effetti anche nel nuovo modo di vivere il pluralismo religioso in aree, come quella di cui si occupa questa ricerca, dove la presenza islamica è piuttosto limitata. Infatti la magia dell'11 settembre non esplica i suoi effetti solo nei confronti degli studiosi. Interessa tutti. Fa diminuire - come è stato rilevato anche negli Stati Uniti, dove si notano piuttosto segni di ritorno alla forma classica della congregazione protestante di quartiere o di paese[8] - la "nuova religiosità" e le credenze alternative, aggravando la crisi del New Age e concentrando di nuovo l'attenzione sulle grandi religioni, da una parte perché interessano i loro conflitti (cristianesimo/islam, islam/ebraismo), dall'altra perché nei momenti di crisi percepite come dotate di una forte componente religiosa (e la percezione davvero qui conta più di ogni possibile realtà) ciascuno riscopre e si attacca alla sua identità tradizionale e profonda - anche se, come spiega nel suo intervento Luigi Berzano, identità non vuole dire necessariamente identificazione.

Esprimendosi con altra terminologia si potrebbe ricordare la distinzione proposta da Grace Davie fra le tre B della religione: credenze (believing), appartenenze (belonging) e comportamenti (behaving)[9]. La metodologia di questa ricerca ha misurato principalmente le credenze, concentrandosi quanto alle appartenenze su quelle diverse dalla cattolica. Non mancano però interessanti indicatori anche dei comportamenti, come il dato relativo alle visite ai maghi, che appaiono come si è visto in crescita. Secondo la lezione metodologica della Davie - che ha ricevuto numerose conferme, anche per quanto riguarda l'Italia[10] - le tre B non vanno affatto di pari passo. Le proporzioni, se non le linee di tendenza, di questo fenomeno di scollamento fra credenze e conseguenze che dalle credenze si ricavano sono di ordine diverso e minore negli Stati Uniti e nei Paesi in via di sviluppo. Ma in Europa, in particolare, un certo rinnovato interesse per le credenze religiose tradizionali e per il cristianesimo - già notato dalla sociologa inglese a partire dagli anni 1990, e semmai più evidente dopo l'11 settembre 2001 - non si traduce se non assai lentamente e parzialmente in un ritorno alla partecipazione religiosa, anzi questo ritorno coinvolge solo alcune (poche) regioni europee, mentre nella maggioranza la crescita del believing non arresta il declino del belonging. E le cose vanno ancor peggio in tema di behaving: anche chi è passato dal dirsi nuovamente interessato al cristianesimo all'andare qualche volta in chiesa continua a tenere ben poco conto degli insegnamenti cristiani nei comportamenti. Né si tratta solo dei soliti temi della morale sessuale: ricerche come quella qui presentata dimostrano che si può credere nei dogmi cristiani, andare in chiesa e nello stesso tempo andare dal mago, nonostante la Chiesa cattolica abbia negli ultimi anni, semmai, intensificato la sua predicazione contro i maghi.

La magia dell'11 settembre, dunque, non crea obbligatoriamente identificazione, non riempie necessariamente le chiese, non incide se non in modo limitato sui comportamenti. Pur tuttavia, fa sì che un numero maggiore di persone rivendichi la propria identità cristiana e anche cattolica, che avverte come portatrice di sicurezza rispetto a minacce di cui si teme pure di sapere troppo poco (si è visto come nella ricerca diminuisce il numero di chi pensa di conoscere sufficientemente l'islam), mentre fa diminuire le percentuali di chi si rivolge a quelle che costituivano fino a qualche anno fa la punta di diamante delle credenze alternative. Anche i grandi miti neo-religiosi degli anni 1990, che pure si sono depositati nell'immaginario collettivo e saranno con noi ancora per decenni, sembrano da un certo punto di vista perdere velocità. Più che i dischi volanti preoccupano gli aerei di Bin Laden dirottati a schiantarsi sulle Torri Gemelle, più che la prossima reincarnazione la possibilità di salvare la pelle qui e ora di fronte alle imprevedibili minacce del terrorismo. Semmai, le nuove mitologie neo-religiose del XXI secolo nascono intorno a "teorie del complotto" come nei romanzi di Dan Brown dove tutto è spiegato tramite l'opera di potentissime organizzazioni segrete che opererebbero da secoli: gli Illuminati di Angeli e demoni[11] e il Priorato di Sion de Il codice da Vinci[12]. Ma il successo delle teorie del complotto e delle spiegazioni "semplici" della storia - che ne riducono la complessità a pochi complotti di poche organizzazioni - è, da un altro punto di effetto, un ulteriore effetto del dopo-11 settembre. È nei periodi di crisi che la complessità della storia è percepita come intollerabile e le sue semplificazioni anche estreme sono abbracciate con entusiasmo. Non a caso, Angeli e demoni quando era stato pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti, nel 2000, era stato ampiamente ignorato da pubblico e critica.

E un'identificazione, anche se talora resta debole e parziale ed è un believing che si attenua quando diventa belonging e fatica a diventare behaving, con il cristianesimo e la Chiesa cattolica - quella tradizionale, credenze nei Novissimi e nei miracoli comprese -, diventa la trincea dell'identità dove, inseguiti dalla magia dell'11 settembre, sempre più spesso finiamo faticosamente per rifugiarci.


[1] Cfr. Luigi Berzano - Massimo Introvigne, La sfida infinita. La nuova religiosità nella Sicilia centrale, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta - Roma 1994.

[2] Cfr. Rodney Stark, Exploring the Religious Life, The Johns Hopkins University Press, Baltimora - Londra 2004.

[3] Cfr. Salvatore Abbruzzese, "Il posto del sacro", in Renzo Gubert (a cura di), La via italiana alla post-modernità. Verso una nuova architettura dei valori, Franco Angeli, Milano 2000, pp. 397-455. In una corrispondenza personale con l'autore, Abbruzzese ha confermato che a causa di un errore in una tabella in realtà il calo del numero di coloro che credono alla reincarnazione nel 2000 rispetto al 1990 è ancora più pronunciato.

[4] Cfr. J. Gordon Melton, "The Future of the New Age Movement", in Eileen Barker - Margit Warburg (a cura di), New Religions and New Religiosity, Aarhus University Press, Aarhus - Londra 1998, pp. 133-149; più ampiamente, cfr. il mio New Age & Next Age, Piemme, Casale Monferrato (Alessandria) 2000.

[5] Cfr. Loek Halman, The European Values Study: A Third Wave. Source Book of the 1999/2000 European Values Study Surveys, Tilburg University, Tilburg (Olanda) 2001.

[6] Per una rassegna delle controversie sul punto cfr. il mio "After the New Age: Is There a Next Age?", in Mikael Rothstein (a cura di), New Age Religion and Globalization, Aarhus University Press, Aarhus - Oxford - Oakville (Connecticut) 2001, pp. 58-69.

[7] Cfr. Harvey Cox, Fire From Heaven. The Rise of Pentecostal Spirituality And The Reshaping of Religion in The Twenty-First Century, Addison-Wesley Publishing Company, Reading (Massachusetts) - Menlo Park (California) - New York 1995.

[8] Cfr., per una rassegna, R. Stark - M. Introvigne, Dio è tornato. Indagine sulla rivincita delle religioni in Occidente, Piemme, Casale Monferrato (Alessandria) 2003. Cfr. pure Mark Chaves, Congregations in America, Harvard University Press, Cambridge (Massachusetts) - Londra 2004.

[9] Cfr. Grace Davie, Religion in Britain since 1945. Believing Without Belonging, Blackwell, Oxford 1994; Eadem, Religion in Modern Europe. A Memory Mutates, Oxford University Press, Oxford 2000; Eadem, Europe: The Exceptional Case. Parameters of Faith in the Modern World, Darton, Longman and Todd, Londra 2002.

[10] Cfr., con le relative bibliografie, R. Stark - M. Introvigne, op. cit.; e il mio Fondamentalismi. I diversi volti dell'intransigenza religiosa, Piemme, Casale Monferrato (Alessandria) 2004.

[11] Cfr. Dan Brown, Angels & Demons, Pocket Books, New York 2000 [trad. it.: Angeli e demoni, Mondadori, Milano 2004].

[12] Cfr. Idem, The Da Vinci Code, Doubleday, New York 2003 [trad. it.: Il codice da Vinci, Mondadori, Milano 2003]. Per ulteriori osservazioni sui problemi sociologici posti dal successo di questi romanzi, cfr. l'ultima parte del mio Gli Illuminati e il Priorato di Sion. La verità sulle due società segrete del Codice da Vinci e di Angeli e demoni, Piemme, Casale Monferrato (Alessandria) 2005.