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I Pentecostali

di Andrea Menegotto (Il Settimanale di Padre Pio, anno IV, n. 40, 16 ottobre 2005)

I pentecostali protestanti sono oggi nel mondo 470 milioni, e il traguardo del mezzo miliardo di fedeli non sembra lontano. Essi rappresentano così il più grande tra i fenomeni religiosi nati nel XX secolo e oltre la metà del protestantesimo mondiale. Il dato è ignoto a molti, ma nel nostro Paese tre protestanti su quattro sono pentecostali.

Come denunciava il famoso teologo battista dell’Università di Harvard Harvey G. Cox nella sua celebre opera Fire from the Heaven (Addison-Wesley Publishing Company, Reading, Massachusetts - Menlo Park, California - New York 1995), il fatto che i pentecostali protestanti siano tanto numerosi quanto poco studiati e conosciuti dagli altri cristiani costituisce uno dei fatti più sorprendenti (se non addirittura scandalosi) del mondo cristiano contemporaneo.

Di fatto risulta impensabile che pochissimi si siano accorti di un fenomeno che, nel giro di trent’anni, è passato dal coinvolgimento di poco più di un centinaio di milioni di persone alla formazione di una realtà che oggi si aggira intorno a 500 mila fedeli nel mondo. Ma uno sguardo alla bibliografia conferma che i pochi libri sull’argomento sono stati pubblicati in genere da protestanti e non abbondano certo gli studi sull’argomento.

Il motivo va probabilmente ricondotto all’estremo frazionamento del fenomeno in denominazioni indipendenti, fattore che ne rende difficile una dettagliata ricostruzione. Ma un’altra ragione è intrinseca allo stesso atteggiamento sociale dei pentecostali, abituati a restare ai margini di qualsiasi controversia politica, sociale o religiosa. Il protestantesimo pentecostale è infatti una presenza silenziosa, estranea al dibattito contemporaneo sulle e tra le religioni.

A questo silenzio sulla scena esterna fa da controparte un atteggiamento «interno» caratterizzato da un culto molto vivace, in cui si fa abbondante utilizzo di canti e di preghiere «in lingue». Quest’ultima rappresenta una peculiarità del mondo pentecostale e deriva dall’interpretazione letterale del secondo capitolo degli Atti degli Apostoli, dove si narra che nel giorno della Pentecoste i discepoli di Gesù, alla discesa dello Spirito Santo, cominciarono a parlare in numerose lingue sconosciute.

Il volume di Massimo Introvigne, I pentecostali (Elledici, Leumann [Torino] 2004, pp. 168, € 11,00), che da anni segue attraverso indagini sul campo il mondo pentecostale in Europa, negli Stati Uniti e nei paesi in via di sviluppo, cerca di colmare un’evidente lacuna, illustrando le origini, la storia, le dottrine e le prospettive di ulteriore crescita delle diverse forme del pentecostalismo, accennando pure alle relazioni con il più ampio movimento di rinnovamento carismatico che coinvolge anche i cattolici e alle implicazioni che l’inarrestabile crescita del pentecostalismo comporta per il dialogo ecumenico. Nello stesso tempo, mostra come l’irruzione dei pentecostali abbia costretto i sociologi delle religioni a rivedere alcune loro categorie e a formulare pronostici meno pessimisti sul futuro del cristianesimo e delle religioni in generale nel XXI secolo.

pentecostali
Nuovo libro nella serie Religioni e Movimenti
Massimo Introvigne
I pentecostali
Elledici, Leumann (Torino) 2004