di Maurizio Schoepflin (Toscana Oggi, 11 settembre 2004)
Si chiamano pentecostali, sono quasi mezzo miliardo, rappresentano il più grande fenomeno religioso nato nel XX secolo; eppure su di loro si sa ben poco. Massimo Introvigne, uno dei maggiori sociologi della religione a livello internazionale, parla del pentecostalismo o, meglio, della corrente pentecostale carismatica, come di un quarto protestantesimo, che viene a coincidere con una nuova ondata religiosa, nata nell'alveo della Riforma luterana e calvinista, tendente a riproporre una sorta di protestantesimo puro di contro all'affievolimento degli ideali originari predicati dai primi riformatori del Cinquecento, un affievolimento a cui sarebbero andati incontro il secondo e il terzo protestantesimo che pur avevano propugnato, a loro volta, un vivace risveglio religioso. Frammentato in varie componenti, il pentecostalismo è presente anche nel nostro Paese, in particolare nel meridione, fin dai primi anni del '900: le Assemblee di Dio in Italia contano oggi mille Chiese e circa 140.000 aderenti; vi è poi la Chiesa Internazionale del Vangelo Quadrangolare, con sede a Roma, e le Chiese della Valle del Sele, in Campania. Certo, si tratta di un universo in continuo mutamento, specchio di una religiosità che si affida alla dimensione carismatica piuttosto che a quella istituzionale: di qui le numerose scissioni che il movimento pentecostale ha fatto registrare nella sua storia. Il pentecostalismo si presenta comunque come un fenomeno interessante e meritevole di essere conosciuto: con il suo recente ottimo libro I pentecostali (Elledici, pp. 168, euro 11,00) Massimo Introvigne offre al lettore una valida opportunità per ottenere tale conoscenza.
Nuovo libro nella serie Religioni e Movimenti
Massimo Introvigne I pentecostali Elledici, Leumann (Torino) 2004