Nella sua articolata analisi della situazione contemporanea nel mondo isiamico, Introvigne ha preso le mosse invitando la cultura occidentale a riveder alcune sue posizioni preconcette, prima fra tutte quella che la religione sia una sovrastruttura dell'economia, secondo l'analisi marxista. «Ci sono fenomeni religiosi che si spiegano solo con la religione ha infatti sottolineato il sociologo torinese altrimenti restano incomprensibili». Ed il fatto islamico contemporaneo è uno di questi.
Caduto il muro di Berlino e lo schema geopolitico bipolare, che in qualche modo semplificava ogni situazione conflittuale, oggi riemerge in tutta la sua complessità il nodo del rapporto politica-religione, che nella tradizione occidentale ha visto emergere due atteggiamenti estremisti (laicismo e fondamentalismo) ed una equilibrata posizione «laica», che rifiuta la separazione netta tra religione e vita civile, senza confondere, però, i giudizi morali con quelli politici. «Ora ha affermato Introvigne la storia dei rapporti tra occidente e Islam è l'esempio chiaro del tramonto di un mito: quello dell'esportazione del modello laicista nella cultura islamica, portato avanti dalle potenze coloniali».
Cosa è dunque possibile fare nell'attuale contesto caratterizzato dall'emergere sempre più evidente, di svolte violente all'interno delle società islamiche? Introvigne ha indicato una possibile via di sviluppo nel tentativo, faticoso certo, ma sicuramente carico di possibilità, del dialogo attento con le frange moderate di quello che, con schema interpretativo occidentale, chiamiamo islam fondamentalista. «II vantaggio in questa scelta è semplice ha concluso il direttore del CESNUR si dialogherebbe con gruppi e persone che rappresenterebbero in modo statisticamente significativo la loro società, cosa che certo non fanno molti governi 'laici' oggi al potere, che, come nel caso dell'Iraq, suppliscono al loro deficit di rappresentanza, con un endemico ricorso alla violenza interna ed alla conflittualità esterna». Esempi di questo possibile cammino sono: la stessa Turchia, nella quale il governo islamico ha promesso il mantenimento della linea dello stato di diritto e della politica internazionale e la lenta evoluzione dello stato sciita iraniano, nella dialettica tra autorità religiosa e rappresentanti politici.
Una strada ricca d'incognite, ma forse l'unica che può davvero arrivare a superare la via terroristica.
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Massimo Introvigne, Hamas. Fondamentalismo islamico e terrorismo suicida in Palestina Elledici, Leumann (Torino) 2003 |
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