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Passato e presente delle Chiese ortodosse

di Ivo Musajo Somma ("Secolo d’Italia", 1° luglio 2001)

 

Le Chiese ortodosse è il titolo di uno fra gli ultimi volumi pubblicati nella collana Religioni e Movimenti -; diretta da Massimo Introvigne -; delle edizioni Elledici (Leumann [Torino] 2000, pp. 104, L. 14.000). Ne è autore Andrea Pacini, responsabile del Laboratorio di Ricerche e Relazioni Culturali Europee e Internazionali della Fondazione Giovanni Agnelli nonché docente di Teologia Orientale presso la Sezione di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale.

Lo studio, estremamente chiaro e lineare, si apre con un capitolo, L’autodefinizione dell’ortodossia bizantina (pp. 5-18), nel quale viene spiegato il significato del termine "ortodossia", di origine greca, che indica allo stesso tempo la "retta dottrina" e la "retta glorificazione"; due significati complementari e inscindibili quindi, relativi alla fede espressa nella dottrina, lex credendi, e celebrata nel culto liturgico, lex orandi.

All’inizio del secolo IV la Chiesa si reggeva sulla cosiddetta "pentarchia", cioè sui cinque patriarcati di Roma, Costantinopoli, Alessandria Antiochia e Gerusalemme, i quali, tranne nell’ultimo caso, coincidevano con le città capitali delle province dell’impero romano.

Nei secoli successivi allo sfaldamento della parte occidentale di tale impero, la Chiesa latina e quella greca sviluppano usi liturgici e orientamenti teologici sempre più diversi, giungendo perciò anche a un progressivo estraniamento; la Chiesa d’Oriente, peraltro, viveva all’interno di una realtà statuale che proseguiva, senza soluzione di continuità, quella dell’impero romano, mentre in Occidente le migrazioni dei popoli -; o "invasioni barbariche" -; avevano dato origine, grazie all’attività missionaria della Chiesa, depositaria della cultura antica, a nuove sintesi politiche e culturali che portano all’incoronazione imperiale di Carlo Magno a Roma, nell’anno 800.

La crescente incomprensione culmina nel 1054, quando, pur in assenza di gravi divergenze dottrinali, il problema teologico della processione dello Spirito Santo -; la cosiddetta questione del Filioque -; e attriti di carattere giurisdizionale portano alla definitiva rottura della comunione fra Roma e Costantinopoli e alla reciproca scomunica, cancellata solo nel 1967 da Papa Paolo VI e dal patriarca Atenagora.

I sei capitoli successivi riguardano rispettivamente: Quanti e dove sono gli ortodossi nel mondo (pp. 19-30), L’organizzazione delle Chiese ortodosse: autonomia e governo sinodale (pp. 31-47), Ortodossia e identità nazionale (pp. 48-62), Elementi di teologia ortodossa (pp. 63-77), Scismi e Chiese non canoniche nell’ortodossia bizantina (pp. 78-90) e L’ortodossia nell’Italia contemporanea (pp. 91-100); il volume si chiude con una Bibliografia essenziale (pp. 101-103).

Conclusivamente, si deve auspicare che la lettura dello studio di Pacini susciti nei lettori il desiderio di approfondire la conoscenza del cristianesimo bizantino-slavo, soprattutto relativamente alla tradizione mistico-contemplativa che il monachesimo orientale ha custodito fino ai nostri giorni; infatti, si tratta di ricchezze che appartengono alla Chiesa universale e che possono costituire un apporto prezioso anche al cattolicesimo latino, dal momento che -; come ha affermato Papa Giovanni Paolo II il 31 maggio 1980 -; "non si può respirare come cristiani, direi di più, come cattolici, con un solo polmone; bisogna aver due polmoni, cioè quello orientale e quello occidentale".

chiese ortodosse

Collana "Religioni e Movimenti"


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