Arrivano in Italia le lettere-proclama dello sceicco

Osama Bin Laden. Apocalisse sull’Occidente, questo il titolo del libro di Massimo Introvigne, edito dalla casa editrice torinese Elledici, che uscirà nei prossimi giorni in Italia. Un vero e proprio evento letterario. Il libro infatti contiene la traduzione integrale in italiano degli scritti del miliardario saudita Osama Bin Laden, le famose Epistole Ladenesi del 1996.

Una sorta di manifesto del pensiero e del "progetto terroristico" di Osama corredato, in appendice, del rapporto del governo inglese del 4 ottobre scorso, vero "atto di accusa nei confronti del saudita".

"Il mio libro - spiega all’Agi Massimo Introvigne, direttore del Cesnur, il Centro Studi sulle Nuove Religioni - vuole uscire dalla logica dei numerosi instant book, che raccontano le diverse abitudini di vita di Bin Laden. Il mio, cioè, vuole essere un tentativo di interpretazione alla luce di categorie come il fondamentalismo e il millenarismo, ossia quell’ala del fondamentalismo islamico che considera imminente la lotta finale tra l’Anticristo (il Dajjal della tradizione islamica) ed il mahdi che guiderà i musulmani a sconfiggerlo".

Non solo. Il testo tenta di "collocare Bin Laden all’interno del mosaico musulmano". La chiave di lettura la suggerisce lo stesso Introvigne: "In primo luogo - dice - bisogna tenersi lontani da due interpretazioni estreme. La prima, che non è vero che tutti i fondamentalisti sono amici di Bin Laden e, quindi, terroristi; la seconda è che Bin Laden nel mondo fondamentalista è minoritario, ma non isolato. Se il fondamentalismo ha ragione quando dice ‘non siamo tutti terroristi’, è anche vero che non è riuscito a staccarsi del tutto da questo, non è riuscito, cioè, ad espellere del tutto questa componente".

L’altro punto su cui Introvigne pone l’accento nel presentare il suo testo alla stampa è il ruolo di Roma nei testi dell’Islam radicale. "I libri non sono bombe - spiega - e l’allarmismo a proposito di Roma sarebbe ingiustificato, ma la vigilanza messa in atto dal Governo è del tutto ragionevole".

Ci sono libri - definiti dallo studioso "romanzacci di appendice del fondamentalismo" - in cui il tema dell’attacco alla città di Roma, intesa nel suo significato simbolico di sede del papato, "è affrontato e illustrato presente, allo stesso modo come è diffusa l’immagine del colpo su New York". Naturale tenerne conto e, se possibile, prendere qualche provvedimento. "Se vale il principio che prevenire è meglio che reprimere, qualche precauzione" non solo è consigliata ma "opportuna".

Non fosse altro perché questi testi sono "la spia dei miti, dei sogni di persone" che il più delle volte coincidono con quelli tra i quali Bin Laden e gli altri leader terroristi reclutano i loro adepti, i futuri componenti di cellule terroristiche. Di questi e di altri temi legati alla minaccia terroristica attuale si discuterà il prossimo 3 dicembre. Il Cesnur ha infatti organizzato a Torino un convegno sulla sfida fondamentalista. Molti gli ospiti attesi. Tra gli altri, interverranno lo storico delle religioni svizzere Jean-François Mayer, il teologo protestante Pietro Bolognesi ed il sottosegretario alla Giustizia Michele Vietti.

Un momento importante di dibattito e confronto su quello che rappresenta oggi il fondamentalismo. Nel mondo orientale e anche in quello occidentale. "Sarà quella l’occasione - conclude Massimo Introvigne - di fare un monitoraggio dei diversi fondamentalismi. Un problema che riguarda non solo l’Islam, ma anche i paesi occidentali con il fondamentalismo protestante, che nella sua stragrande maggioranza è pacifico, ma che contiene delle frange estreme".