Strage di Waco, ombre su Clinton
Accuse sull'assedio del '93: «La Casa Bianca fece usare bombe incendiarie e Delta Force»
di Alessandra Farkas, ("Corriere della Sera", 31 agosto 1999)
NEW YORK - Mentre l'Europa è tutta assorbita dai quotidiani colpi di scena del «Russiagate», un altro scandalo domina in questi giorni le prime pagine dei quotidiani Usa, gettando un'ombra sull'amministrazione Clinton che coinvolge il ministro della Giustizia Janet Reno, l'Fbi, Hillary Clinton e persino la leggendaria unità anti-terrorismo Delta Force.
Al centro della bufera è il famigerato assedio dell'Fbi al quartier generale della setta Davidiana, vicino a Waco (Texas) nell'aprile del '93. Assedio durato ben 51 giorni e che si concluse con un raid delle autorità e la morte di ben 80 seguaci del leader David Koresh - tra cui 25 bambini - alcuni colpiti da armi da fuoco, altri carbonizzati nell'incendio che divampò dentro il recinto.
Dopo aver affermato per anni che la strage era «il frutto di un patto suicida» ideato da Koresh - avrebbe obbligato i suoi ad appiccare il fuoco - l'Fbi adesso è costretto dalle rivelazioni sulla stampa americana e dall'indagine del Commissario per la Sicurezza Pubblica del Texas James Francis ad ammettere ciò che fino a ieri aveva risolutamente negato. E cioè che quel giorno i suoi agenti violarono la legge, usando armi incendiarie contro i Davidiani.
«Almeno due bombe lacrimogene pirotecniche furono sparate a Waco», conferma il direttore dell'Fbi Louis Freeh, che ha subito aperto un'indagine. «Le bombe incendiarie avevano come obbiettivo il bunker sotterraneo di cemento, lontano dall'edificio principale in legno - puntualizza - però sono rimbalzate, finendo su un campo aperto. Non hanno nulla a che fare con le fiamme».
Ma la tesi non convince l'America. L'effetto della tardiva rivelazione è ormai inarrestabile. Attivisti anti-governativi e deputati repubblicani si sono alleati nel dare addosso a ciò che considerano «l'ultimo di una interminabile serie» di scandali e coperture di una amministrazione «bugiarda e corrotta».
Nel mirino, ancora una volta, è Janet Reno, il ministro della Giustizia odiata dalla destra che la considera «la guardia del corpo di Clinton», «depistatrice professionista» di innumerevoli magagne presidenziali, dal Sexgate ai fondi illeciti del partito democratico allo spionaggio cinese nei laboratori nucleari Usa.
Dan Burton, repubblicano presidente della Commissione di Riforma governativa della Camera lancia un'altra indagine, minacciando di chiamare a deporre i vertici del Dipartimento di Giustizia. Nello scandalo, secondo il Drudge Report, notiziario via Internet, sarebbe coinvolta persino Hillary Clinton. «La pista di documenti conduce a lei», scrive il cybergiornalista che fece scoppiare lo scandalo Lewinsky, secondo cui «ben tre dossier relativi a Waco furono fatti sparire dall'ufficio di Vince Foster», l'amico della first lady, morto suicida nel '93.
Non solo. Secondo l'intervista rilasciata al Dallas Morning News dal Commissario per la Sicurezza Pubblica James Francis - l'uomo che ha dato il via allo scandalo, finanziatore e amico di George Bush junior, capo dei Ranger del Texas nemici storici dell'Fbi - all'assedio avrebbe partecipato anche la Delta Force, la supersegreta unità antiterrorismo di cui il Pentagono ufficialmente non ammette neppure l'esistenza. La squadra d'élite non si sarebbe limitata ad osservare da lontano l'assedio dando consigli utili all'Fbi sul da farsi, come insistono i vertici delle forze armate Usa, ma avrebbe svolto un ruolo determinante.
Se provato, ciò sarebbe una violazione gravissima della legge americana che vieta qualsiasi tipo di presenza militare nel corso di un'operazione di polizia. A far luce su tutta la faccenda dovrebbe essere il secondo e attesissimo documentario girato sul posto da Michael McNulty, che ha già vinto un Oscar nel '98 per il suo documentario che mostra, tra l'altro, l'uso di esplosivi a Waco.
In «Waco: una nuova rivelazione» McNulty avrebbe ripreso agenti Fbi che sparano su donne e bambini Davidiani da un elicottero. Mentre il partito democratico fa quadrato attorno ai ministri di Clinton molti dubitano che lo scandalo possa comunque compromettere le ambizioni senatoriali della moglie del presidente. «E' impossibile non intravedere i secondi fini politici di James Francis, nominato alla sua carica da George Bush junior», scrive Newsweek.
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