CESNUR - center for studies on new religions

"E' boom dei nuovi culti"

di Melissa Bertolotti (ilnuovo.it, 11 dicembre 2000)

L'1,9% degli italiani crede in una fede diversa da quella cattolica. Lo rivela Massimo Introvigne, direttore del Centro studi nuove religioni, che dichiara: continua l'espansione del buddhismo.

MILANO – Volete una religione moderna, che concili fede e scienza? Votatevi al buddismo. Sentite il desiderio di fermare il tempo, e di tornare a un credo che sia addirittura ante Cristo? Allora datevi all’induismo. Perché di religioni, oggi, ce ne sono per tutti i gusti. E la fede unica e sola professata da chi crede nelle religioni monoteiste sembra ormai un ricordo del mondo che fu. Anche in Italia. Qui, Papa a parte, l’uno e novantadue per cento della popolazione professa una fede diversa da quella cattolica. A far emergere i dati di una fede che cambia, e si colora di mille sfumature, è il Centro studi nuove religioni (Cesnur) che oggi, a Torino, tiene un convegno sull’induismo. Una religione che esplode, nell’Europa occidentale, alla fine degli anni Sessanta-inizio anni Settanta. E che oggi, come spiega Massimo Introvigne, direttore del Cesnur, è tornata in voga.
”Sono quindicimila gli italiani che professano l’induismo – racconta Introvigne –. La loro scelta è motivata dalla volontà di cercare qualcosa che sia radicalmente diverso dall’Occidente. E per questo scelgono una religione che nasce in un Paese in cui il tempo sembra che si sia fermato, dove le mucche ostacolano il passaggio delle auto, e così via”.

Cosa spinge, invece, a votarsi al buddismo?
“Il buddismo è una religione moderna. La fede di chi cerca un credo che sia anche compatibile con le scienze. E’ questa l’immagine di questa religione che hanno voluto diffondere i manager buddisti e lo stesso Dai Lama. Ed è per questo che il buddismo ha avuto un vero e proprio boom verso la fine degli anni Ottanta-inizio anni Novanta”.

Parliamo di numeri. Quanti sono i buddisti in Italia?
“Se contiamo i cittadini italiani, quelli con passaporto italiano, possiamo dire che da noi ci sono ben 74 mila convertiti. Tra loro anche personaggi famosi. Il più noto è il calciatore Roberto Baggio. Ma anche Marco Columbro e Sabina Guzzanti”.

Ma quanti sono, in generale, gli italiani che aderiscono a minoranze religiose?
“Sono un milione e centodieci mila. Pari all’uno e novantadue percento della popolazione. Il fenomeno più diffuso in Italia, come del resto in quasi tutta l’Europa occidentale, è però la tendenza a credere senza appartenere”.

Cosa significa?
“Significa che esiste un elevato numero di persone, pari all’ottantotto per cento della popolazione, che si dice religioso, e quindi credente. Rispetto a questo dato, però, solo il quaranta per cento è davvero praticante”.

Che fine fa il 48% che crede senza praticare?
“Spesso spazia tra diverse fedi religiose. Magari credeo nel cattolicesimo e, allo stesso tempo, nella reincarnazione. Oppure legge testi induisti e poi si emoziona per la messa di Natale nel paesino di montagna. Il dato delle persone che credono senza praticare è in continuo aumento, mentre diminuisce il numero degli atei e degli agnostici”.

E chi crede, in cosa crede?
”Tra il quaranta per cento di non cattolici troviamo 400 mila testimoni di Geova e 363 mila protestanti di vario genere. Poi ci sono i buddisti, con i 74 mila credenti, seguiti da 35 mila ebrei, 15 mila induisti e 10 mila musulmani”.

Così pochi, i musulmani?
“Sì, così pochi se consideriamo i cittadini italiani, con passaporto italiano. Se dovessimo contare gli immigrati che vivono in Italia, sempre limitando la stima a quelli che hanno un regolare permesso di soggiorno, la cifra salirebbe a 580 mila”.

Non abbiamo ancora raggiunto quota un milione eccetera....
“Beh, no. Diciamo che ci sono anche 2500 italiani che professano le nuove religioni giapponesi e 13.500 persone che aderiscono a diversi gruppi esoterici. Uno dei maggiori promotori di uno di questi gruppi, quello di Gurgyeff, è il cantante Franco Battiato”..

Per un totale di quanti fedi religiose?
“Per un totale di circa 500 diverse fedi religiose. Molte di queste, però, hanno pochissimi adepti, magari anche solo una cinquantina. Notiamo quindi che cresce il numero di sigle religiose, ma non di membri che ne fanno parte. Se togliamo Testimoni di Geova e protestanti, infatti, solo lo zero e quattro per cento degli italiani professa fedi diverse”.

Come mai?
”Perché la stanchezza riguarda l’appartenenza. Se uno smette di andare in Chiesa, infatti, spesso non lo fa per andare oltre, o per impegnarsi da un’altra parte. Lo fa per entrare a far parte di quel Far West della non pratica religiosa”.

Minoranze religiose sì, quindi, ma con moderazione. Com’è la situazione dell’Italia rispetto agli altri Paesi europei?
“E’ ovvio che il rapporto tra cattolici e protestanti in Italia e in altri Paesi dell’Europa occidentale, come può essere la Germania, non sono uguali. Se però raggruppiamo tutte queste fedi nell’area cristiana possiamo dire che, rispetto alla diffusione delle altri religioni nel resto dell’Europa occidentale siamo perfettamente in linea”.


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