La collana "Religioni e Movimenti" e la Chiesa Anima Universale:
un'introduzione metodologica

di PierLuigi Zoccatelli (intervento introduttivo al convegno del CESNUR tenuto a Torino il 4 maggio 2000)

Benvenuti alla presentazione del volume "La Chiesa Anima Universale di Roberto Casarin" della collana "Religioni e Movimenti". Questa collana, giunta ormai al ventitreesimo titolo, è diventata un avvenimento editoriale, con echi significativi anche all’estero. Dopo l’edizione spagnola, inizia le pubblicazioni questa settimna negli Stati Uniti un’edizione in lingua inglese. Mi scuso pertanto con quanti già conoscono e seguono la collana, ma considero opportuno ribadire quali sono le sue linee ispiratrici.

Scrivere di correnti, tendenze e movimenti religiosi non è mai facile. Si va infatti a toccare quella che per molti è l’identità primaria che definisce la vita, l’istanza ultima su cui ciascuno si gioca la vita temporale e anche la vita eterna. Non c’è dunque da stupirsi se il campo è minato, e se a ogni passo si rischia di urtare la suscettibilità di qualcuno. Questo spiega perché molte case editrici, se e quando affrontano il mondo delle minoranze religiose e delle religioni diverse da quelle più diffuse, preferiscono navigare nelle acque meno infide dei fenomeni del passato. Sicuramente ci sono ancora (anche in Italia) degli zoroastriani e degli gnostici: ma non sono molti, e la presentazione di libri su questi argomenti normalmente non suscita controversie particolarmente accese. Quando invece si decide per usare un’espressione di moda in altri settori di "scendere in campo", e di sporcarsi le mani con la vita religiosa concreta di oggi, i rischi aumentano, e con essi i problemi metodologici. I metodologi che si occupano di scienze religiose - peraltro non sempre d’accordo fra loro hanno distinto tre diversi accostamenti al pluralismo religioso contemporaneo.

Il primo è l’approccio che alcuni chiamano "religionista" e che è tradizionalmente chiamato apologetico. Questo approccio assume una religione come vera, e alla luce di questa verità giudica e classifica tutte le altre. Di qui due tipi di letteratura religionista: la presentazione in chiave apologetica della propria religione, e la presentazione critica di tutte le altre. Non si deve avere troppa fretta nel liquidare questo approccio come inutile. Per esempio l’Encyclopedia Britannica, che non è l’ultimo strumento di consultazione internazionale, per lunghi anni si è affidata ad apologisti per presentare i vari gruppi contemporanei (per esempio, la voce "Testimoni di Geova" è affidata a un membro del Corpo direttivo, la voce "Mormoni" a un apostolo della Chiesa mormone, e così via). Recentemente però l’approccio è cambiato: per esempio una voce controversa e delicatissima come "Falun Gong" non è stata affidata né a un dirigente del Falun Gong né a un burocrate del governo cinese impegnato nella lotta contro il movimento, ma al qui presente Massimo Introvigne. Ci sono anche opere apologetiche prodotte, per esempio, da sacerdoti cattolici che criticano i testimoni di Geova e altri gruppi che contengono numerose osservazioni utili e intelligenti accanto ad altre magari più discutibili (come non rendere omaggio, qui, al decano degli autori italiani di questa letteratura, monsignor Giovanni Marinelli, scomparso da due settimane?). Dunque, nessuna intenzione da parte nostra di svalutare la letteratura "religionista" o apologetica. Essa ha certamente un suo ruolo legittimo. Ha anche limiti, primo fra tutti quello di essere difficilmente accettata nel mondo accademico, che opera sulla base di criteri diversi.

Un secondo approccio è quello critico, o secolarista, che parte da un pregiudizio sfavorevole nei confronti della religione in genere e delle religioni nuove o recenti in particolare. Sulla base dell’una o dell’altra delle ideologie moderne il laicismo illuminista, il marxismo, il freudismo questo approccio considera la religione, specie di origine recente, una sovrastruttura o una facciata che nasconde "altre cose": denaro, potere, politica, sfruttamento, e così via. Questo tipo di letteratura è un poco in declino con la crisi postmoderna delle ideologie, ma è ancora influente sulla stampa e sui media in genere, particolarmente quando si tratta di gruppi di origine recente chiamati con termine dispregiativo "sette". Anche questa letteratura non è necessariamente inutile. Talora, per esempio, il lavoro di giornalisti ostili fa emergere dati sulla situazione economica e finanziaria di gruppi religiosi che gli studiosi non avrebbero altrimenti a disposizione. La letteratura psichiatrica e anche quella giornalistica sui casi di pedofilia e di abuso di minori di cui si sono resi responsabili preti cattolici e pastori protestanti in America del Nord ha certamente prodotto esagerazioni ingiuste, ma anche dati su cui le Chiese stesse hanno ritenuto opportuno riflettere. Non vi è dunque intenzione da parte nostra di attaccare frontalmente anche questo secondo tipo di letteratura, per quanto comporti talora pericoli per la libertà religiosa, che vanno a loro volta segnalati.

La scelta della collana "Religioni e Movimenti" è diversa, e si inserisce in un vasto movimento accademico che cerca di studiare la religione contemporanea mettendo fra parentesi sia i giudizi di valore teologico sia le polemiche incentrate sulle tecniche di reclutamento e gli aspetti economici. La proposta, nata nelle università californiane e alla London School of Economics negli anni 1970 e 1980, di studiare i movimenti religiosi contemporanei con un accostamento "value-free", che prescinda dai valori, non nega l’importanza dei valori né si disinteressa della teologia. Prende in considerazione la teologia come fatto, astenendosi semplicemente dal giudicare se questo o quell’assunto teologico (che si tratti di dogmatica o di morale) sia vero o falso. Per usare un esempio relativo all’ultimo libro della collana ce n’è già un altro dopo questo che riguarda i raeliani, un approccio religionista proposto da un raeliano affermerebbe: "Rael sostiene che ci hanno creato gli extraterrestri, non Dio, e questa è una magnifica verità". Un approccio religionista cattolico direbbe: "Rael sostiene che ci hanno creato gli extraterrestri, non Dio, e questa è un’eresia e una sciocchezza". Un approccio critico di tipo secolarista sarebbe formulato più o meno così: "Rael sostiene che ci hanno creato gli extraterrestri: questo è talmente assurdo e antiscientifico che Rael può convincere qualcuno che sia vero solo con un elaborato sistema di azioni truffaldine e lavaggio del cervello". L’approccio scientifico value-free non consiste, come qualcuno pensa, nell’ignorare le dottrine di Rael e concentrarsi sulla semplice descrizione sociologica del suo movimento. Chi legge il libro di Susan Palmer si convince subito che non è così. L’approccio value-free recita piuttosto: "Rael sostiene che ci hanno creato gli extraterrestri, non Dio" punto. Il commento è lasciato al lettore, che darà il suo giudizio sulla base del suo punto di partenza personale e dottrinale.

La scommessa della collana "Religioni e movimenti" consiste nel credere che un approccio value-free in Italia, come è avvenuto nel mondo anglosassone, possa dare risultati utili per tutti. Non solo per gli studiosi anche per le persone che si sentono in cuor loro "religioniste" o critiche. Esse infatti hanno a disposizione dei fatti, presentati per quanto possibile a prescindere dai valori (dico "per quanto possibile" perché, come insegna Kal Popper, lo sguardo assolutamente obiettivo è umanamente impossibile). Lavorando su questi fatti potranno giungere alle loro conclusioni, che il testo non impone ma lascia aperte.

Nulla voglio anticipare sul testo di Veronica Roldan, che dopo avere completato il dottorato all’Università Cattolica di Milano in sociologia delle religioni, insegna ora all’Università Roma Tre (oltre a tenere periodicamente corsi nel suo paese di origine, l’Argentina). È un testo che tiene ampio conto della problematica metodologica cui ho fatto breve cenno. Mi limito a sottolinearne un solo aspetto. La Chiesa Anima Universale il testo non lo nasconde è percepita spesso dai media come protagonista di un rapporto conflittuale con la Chiesa cattolica. Quest’ultima ha messo in guardia i suoi fedeli con vari documenti, fra cui vanno anzitutto segnalati la dichiarazione del cardinale Anastasio Ballestrero del 15 giugno 1982, successivamente ribadita in una ulteriore del cardinale Giuovanni Saldarini, in data 21 marzo 1990. La Chiesa Anima Universale a sua volta accusa spesso questo o quell’esponente cattolico di intolleranza. Fedele all’approccio value-free, il libro non prende posizione su queste polemiche, di cui dà conto. Cerca invece di arrivare a una conclusione il più possibile fattuale, non controversa e condivisibile da persone con opinioni diversissime sulla natura della Chiesa Anima Univrsale. Questa conclusione è che non si tratta di un movimento cattolico nel senso corrente e sociologico del termine, ma di un nuovo movimento religioso del tutto diverso e separato se intendo bene il volume certamente dalla Chiesa cattolica, ma anche dal mondo cristiano tradizionale in genere, aperto come è ad apporti eclettici che provengono anche dalle religioni orientali dal karma alla reincarnazione e dalle tradizioni esoteriche. Se questa conclusione è esatta, molti equivoci possono essere superati. È perfino possibile che gli amici e i nemici della Chiesa Anima Universale siano d’accordo fra loro, senza saperlo, precisamente sul punto essenziale secondo cui la Chiesa Anima Universale non è un movimento cattolico ma una nuova religione post-cristiana con caratteristiche eclettiche e aspirazioni globali. L’approccio value-free non ne trae conclusioni pastorali né teologiche. Ai religionisti, agli apologisti, ai critici, agli amici e agli avversari il compito di attaccare l’etichetta di un giudizio di valore a una realtà che il libro ha la sola ambizione di descrivere a prescindere dalle valutazioni.


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