CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
www.cesnur.org
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– Massimo Introvigne, più del 70 per cento degli italiani possono essere definiti “indifferenti” alla religione?
“Noi preferiamo definirli ‘lontani dalle Chiese’. Alcuni non credono o sono indifferenti, altri magari si interessano del paradiso, della vita dopo la morte come della reincarnazione. Mi sembra che cresca una religione fai-da-te”.
– Che cosa li ha allontanati?
“Alcune delle motivazioni che emergono dalla ricerca sono ben note: ad esempio il rifiuto degli insegnamenti morali della Chiesa. Oppure il fatto che la vita frenetica dominata da altri interessi non lascia spazio per la religione. Più recenti sono invece altre ragioni, che hanno determinato un calo di fiducia nella Chiesa, pur facendola rimanere più alta di quella nello Stato o nei partiti politici: lo scandalo della pedofilia dei preti e le polemiche legate alla ricchezza della Chiesa”.
– Le ritiene significative?
“Sì, mi colpisce il fatto che nell’area interessata dalla nostra ricerca non si fossero verificati casi di preti pedofili e dunque le dichiarazioni sono convinzioni maturate dalla lettura dei giornali e dalle notizie Tv”.
– Quali sono le percentuali sulla fiducia nella Chiesa?
“Nel 2011 il 46,9 per cento degli intervistati dichiarava mancanza di fiducia. La percentuale sale al 54 negli uomini e al 53 fra diplomati e laureati”.
– Come definirebbe la secolarizzazione in Italia?
“Interessa i due terzi della popolazione. Ma il 30 per cento resta in contatto con la religione cattolica. Se la paragoniamo alle percentuali di Malta o Polonia, siamo sotto, ma se guardiamo a Paesi come la Francia siamo su percentuali ancora molto alte. C’è comunque l’80 per cento degli italiani che in qualche modo ‘si sente’ ancora cattolico”.