CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
www.cesnur.org
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Secondo una ricerca sulla religiosità nel nostro Paese dalla quale emerge che il 70 per cento della popolazione si caratterizza per non essere più in contatto con alcuna forma organizzata di religione. A questo si aggiunge la realtà relativa agli atei che si attestano al 7 per cento della popolazione.
La ricerca del Centro Studi sulle Nuove Religioni dal titolo «Gentili senza cortile», diretta dal sociologo torinese Massimo Introvigne e dal vice-direttore PierLuigi Zoccatelli, non offre grossi spiragli. La ricerca, spiegano al Cesnur, è stata condotta nella Sicilia Centrale, in un'area che già tre precedenti ricerche sociologiche avevano identificato come rappresentativa dell'Italia in generale. «Abbiamo distinto - spiega Introvigne - due categorie di atei. Gli atei forti, in grado di motivare il loro ateismo con ragioni ideologiche, sono il 2,4% e sono più presenti tra le persone più anziane e meno istruite, dove sorprendentemente è forte anche un ricordo dell'ateismo comunista. E gli atei deboli, meno ideologici ma che considerano Dio e la religione irrilevanti in un mondo dove contano solo il lavoro, il denaro e le relazioni affettive; questi sono il 5% e sono più numerosi fra i più giovani e fra le persone più colte».
La ricerca indaga anche sulle cause che tengono così tanti italiani lontani dalla religione istituzionale e in particolare dalla Chiesa Cattolica. Gli intervistati hanno delineato ragioni ideologiche - tra cui l'idea che la scienza renda obsoleta la religione - anche se ai primi posti delle risposte fornite vi è la convinzione che ormai la religione abbia poco da dire sui problemi concreti della vita contemporanea. Si aggiungono il rifiuto degli insegnamenti morali delle Chiese, gli scandali dei preti pedofili e le polemiche sulle ricchezze e i privilegi fiscali della Chiesa.