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La riscoperta di Athanius Kircher
John Edward Fletcher, A Study of the Life and Work of Athanius Kircher, “Germanus Incredibilis”. A cura di Elizabeth Fletcher. Brill, Leida 2011.

di Massimo Introvigne

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John Edward Fletcher (1940-1992), grande studioso inglese del pensiero barocco tedesco, ha dedicato gran parte della sua carriera accademica – prima all’Università di Durham e quindi a quella di Sydney – allo studio del gesuita tedesco Athanius Kircher (1601 o 1602-1680), a partire dalla pubblicazione della sua corrispondenza inedita. Benché Fletcher si sia occupato nella parte finale della sua vita anche delle relazioni culturali fra Germania e Australia, il suo nome resta indissolubilmente legato agli studi su Kircher.

Nell’imminenza del ventennale dalla morte di Fletcher, e in un momento di grande interesse per Kircher, la casa editrice Brill pubblica un’opera fondamentale e monumentale dello studioso anglo-australiano: A Study of the Life and Work of Athanius Kircher, “Germanus Incredibilis”. Nonostante il prezzo elevato (184 euro), si tratta di un volume indispensabile a chiunque voglia conoscere Kircher.

Kircher è interessante per due diversi motivi. Da una parte, famosissimo in vita – quanto dimenticato poi per oltre un paio di secoli dopo la morte – il gesuita è il primo intellettuale che gode di una fama globale e il cui nome diventa noto anche a quello che sarà chiamato più tardi il grande pubblico. Quello della fama di Kircher è un fenomeno sociologico di rilievo, relativo alla costruzione sociale su scala europea dell’immagine di un intellettuale che pochi sono in grado di leggere e capire ma che molti conoscono, su cui Fletcher offre dati in parte inediti e di rilievo.

Il secondo motivo consiste nelle idee di Kircher, spesso descritte – ma in un modo che, come Fletcher mostra, richiede più di una precisazione – come “esoteriche”. Uomo di vastissimi interessi – i minerali, i vulcani ma soprattutto l’Egitto, la Cina e le religioni diverse dal cristianesimo – Kircher non è un dilettante, e su ogni argomento che affronta legge quasi tutta la letteratura disponibile, anche se il suo eclettismo apparirà bizzarro alle generazioni successive. La sua interpretazione dei geroglifici egiziani è certo sbagliata, ma oggi si tende a ritenere che sia stata utile all’egittologia accademica del secolo XIX.

Soprattutto, Kircher si concentra sui fili che legano fra loro le diverse religioni, le diverse scienze e i diversi stili di pensiero non attraverso il legame razionale ma attraverso il mito e il simbolo. Questo spiega lo scontro con il contemporaneo Cartesio (1596-1650), il cui razionalismo in un certo senso “vince” e liquida l’influenza di Kircher, che era stata immensa, riducendolo per secoli a poco più di una curiosità.

Kircher, però, non è un uomo del Medioevo. Rappresenta una modernità diversa, alternativa a quella cartesiana, che avrebbe potuto essere e non fu. Una modernità diversa anche dal pensiero cattolico prevalente nella sua epoca, ancorché il gesuita sia stato considerato dai contemporanei – non sempre dai posteri – un cattolico ortodosso. Il suo approccio comparativo alle religioni, ancora non attraverso la comparazione filologica ma attraverso i simboli, è sorprendentemente moderno, ma non mette mai in discussione il cristianesimo come unica via ordinaria alla salvezza. Su tutti questi temi, superando letture superficiali, il libro di Fletcher apporta chiarimenti a lungo attesi.