CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
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Pusiano, in provincia di Como, è un piccolo paese sulle rive dell'omonimo lago, che nasconde un grande segreto: la storia di due umili e poverissime sorelle: Angela (1826-1895) e Teresa (1831-1890) Isacchi. Una storia questa che, intorno al 1855 e per oltre cinquant’anni, ha profondamente inciso nella vita quotidiana di questo piccolo borgo dell'Alta Brianza, a una cinquantina di chilometri da Milano.
A narrarcela con passione, precisione, attenzione ai dettagli storici e alle fonti, Giancarlo Molteni, residente a Pusiano e impegnato nel sociale del suo Comune anche come Assessore alla Cultura.
Maturato dopo circa tre anni di ricerche e selezione sulle fonti e testimonianze scritte originali, opportunamente archiviate e catalogate, Il giardino della “Santa Parola”. I segreti di Angela e Teresa Isacchi, stampato nel 2009 dalla Cattaneo Paolo Arti Grafiche di Oggiono (Lecco), narra di vicende che si collocano notoriamente in un periodo di grandi sconvolgimenti storici e sociali riguardanti il territorio italiano, anche se gli avvenimenti del tempo sembrano appena sfiorare la vicenda di Angela e Teresa.
La situazione economica della maggior parte delle famiglie è di estrema povertà e anche lo svilupparsi dell’industria serica non risolleva più di tanto tale condizione. Le malattie legate alle condizioni di abitazioni e ambienti di lavoro malsani, così come lo scarso nutrimento, certamente non agevolano le condizioni di vita e solo lo sviluppo di minuscole attività artigianali, la coltivazione di piccoli appezzamenti di terreno di proprietà famigliare o degli appezzamenti dei grandi proprietari terrieri aiutano parzialmente nella fatica del sopravvivere quotidiano.
In questo contesto di ordinaria miseria, si dipana appunto una vicenda locale riguardante due donne, che Giancarlo Molteni fa iniziare con il classico “C'era una volta...”, subito precisando: “Forse è un modo troppo semplice per iniziare a raccontare una storia vera che, dal 1855 e per oltre cinquant'anni, ha profondamente inciso nella vita quotidiana di un piccolo paese” e – ancora – proseguendo: “Forse è un modo troppo semplice, ma è senz’altro lo stesso modo semplice e umile di vivere di Angela e Teresa Isacchi. E sono proprio questa semplicità e questa umiltà che avevano messo in grosse difficoltà Curie importanti come quelle di Milano, Firenze, Roma, e scombussolato non poco le coscienze di vari Monsignori, Preti, Frati, Suore e di molte altre persone acculturate” (p. 9).
La famiglia Isacchi, avendo perso il padre in giovane età, è composta dalla mamma, da tre fratelli e, appunto, dalle sorelle Angela e Teresa. Nessuno di loro si sposerà e la loro vita si caratterizza per essere vissuta costantemente nel “sacro timore di Dio”. Le difficoltà per vivere una vita dignitosa, i continui traslochi, nonché le “particolarità” di Angela e Teresa caratterizzano la vita famigliare; le due giovani, per aiutare economicamente la famiglia, lavorano in varie filande.
È proprio al ritorno dalla filanda che Teresa, nel 1853, ha la prima importante visione di cui parlano le fonti: “Ella vide un gran crocifisso d’oro e con lui S. Teresa e S. Orsola seguita dalle diecimila compagne vergini e martiri, vestite tutte di bianco e celeste e udì questo comando: andrai in filanda e dirai che hai visto la processione di S. Orsola e che ti hanno detto che tra quindici giorni dovrai fare una malattia gastrica con grande infiammazione e con gran male. Per dodici giorni tu non mangerai. Trascorsi questi, verranno tre persone per giudicarti. Se ti proscioglieranno dal giudizio tu prenderai cibo e mangerai tutto quello che troverai nella tua camera e guarirai”. In effetti, tutto quanto preannunciato accade nell’incredulità di tutti e da quel momento “il disprezzo cambiassi ben presto in ammirazione” e molte compagne di lavoro “si raccomandavano alle di lei orazioni” (p. 25). Teresa, in seguito decide di lasciare il lavoro perché inspiegabilmente non riesce più a tessere; il 18 luglio 1856, le appare la Madonna dicendole: “Sarai mia serva in pellegrinaggio. Sarai imprigionata e perseguitata” (p. 36). Da qui inizia il particolare “vagabondare” di Teresa che la porterà in molti santuari e in posti impensabili e ad essere imprigionata, e proprio durante queste prigionie si verificheranno fatti straordinari. Sono però le guarigioni ottenute tramite le sue preghiere, che le donano parecchia notorietà, testimoniata anche da documenti scritti.
Anche la vita di Angela si caratterizza per la molteplicità di segni straordinari e particolarmente di visioni. Una svolta decisiva avviene quando Angela “va a servizio” di don Felice Mariani (1814-1877) nel 1856. Questi, giunto a Pusiano l'anno precedente, vi trova una situazione morale che lascia molto a desiderare, basti pensare che si diceva che ci fosse l’usanza di fare il bagno nudi nel lago. Di buona cultura e dotato di notevole esperienza, si impegna da subito in un'opera di “riforma” morale e forma un gruppo di donne che, dopo la Santa Messa del mattino alle cinque, si fermano in chiesa a pregare. In questo contesto, che poi diviene quello che lui chiamerà “Il Giardino della Santa Parola”, si incominciano a sviluppare segni ed eventi rilevanti, che coinvolgono alcune donne, tra le quali emergono, in particolare, Teresa, Angela e tale Giuseppa Colombo (detta, anche nei documenti, “la Peppinetta”), di cui si dice e alcune fonti scritte tramandano che avesse vissuto per più di vent’anni, a partire dal 1856, cibandosi solo di Eucaristia e di acqua (su di lei, a cura di [don] Giovanni Pierini, è pubblicato nel 1866 dalla Tipografia Cattolica di Firenze il volumetto Il Digiuno Prodigioso di Giuseppa Colombo di Pusiano nella provincia di Como).
Grazie al parroco, per anni le Isacchi possono “predicare” anche in Chiesa. Esse sostengono di avere un contatto diretto e preferenziale con il divino, e si esprimono attraverso “parlate”, pronunciate in momenti di particolare ed intensa devozione, che sono raccolte e trascritte dai loro devoti come “Santa Parola”.
Don Mariani diviene, di fatto, il “garante” di fatti ed eventi straordinari, che si premura di annotare, cercando pure l’approvazione dei suoi superiori e delle più alte autorità ecclesiastiche, che però non giunge in nessun modo o circostanza. Infatti, nel 1858, Angela e don Mariani, dopo aver scritto una supplica al Papa, si recano a Roma perché Dio tramite Angela vuole suggerire cose importanti a Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1792-1878, Papa dal 1846 al 1878), ma non vengono ricevuti; la medesima sorte spetta a entrambe le sorelle nel viaggio a Roma del 1860. A proposito del Papa, fra varie note critiche derivanti dalle profezie delle sorelle Isacchi, le fonti riportano che il 24 novembre 1867 Angela sente da Dio queste parole: “Oh Roma, che più non sarai Roma, ma una città tutta dispersa! Son dieci anni che tu, o Papa, vivi ostinato. E quando ti ispiro a sentire la Mia Parola e di crederla tu ripeti: non voglio sentire le parole delle donnette!” (p. 85), mentre il 26 maggio 1870 ha una lunghissima e notevole visione e predizione delle conseguenze dell’ingresso a Roma dell’esercito italiano attraverso la breccia di Porta Pia.
Se da un lato si rivelerebbe impossibile, essendo numerosissimi gli eventi descritti con dovizia di particolari, dall'altro sarebbe certamente fare un torto all'autore dire di più di una storia tutta da leggere - una storia ricca di “soprannaturalità”, in virtù dei costanti fatti straordinari ed eventi mistici quali visioni, premonizioni e profezie che riguardano le sorelle Isacchi - ricostruita da Giancarlo Molteni in maniera egregia e puntigliosa grazie a una scelta accurata delle fonti, in gran parte riprodotte integralmente. Una storia che non finisce con la morte di Angela e Teresa, ma prosegue oltre, con il loro culto e la fama di santità, sino a giungere al capitolo conclusivo del volume (che precede l'ampia appendice documentale), intitolato “Cosa rimane a Pusiano di questa credenza” (pp. 243-245).
L'eredità di Angela e Teresa Isacchi da subito si concretizza nei loro devoti, i cosiddetti “teresotti”, il cui nome pare possa derivare da un'iniziale maggiore popolarità di Teresa rispetto ad Angela, anche se, ad un certo punto della vicenda, la figura preminente di Teresa pare cedere il posto ad Angela. Tuttavia, si segnalano pure personaggi di rilievo che sono stati fra i principali sostenitori delle sorelle Isacchi e hanno profondamente creduto e diffuso i loro messaggi. Oltre al parroco don Mariani, sono certamente degni di nota i tre che ricordiamo brevemente di seguito.
Innanzitutto, fra Giovanni Battista Orsenigo (1837-1904), dell’ordine dei Fatebenefratelli, anch’esso nato a Pusiano, di cui pressoché nessuno conosce l’esistenza nonostante sia stato un importantissimo frate-dentista in Roma. Si parla infatti di più di due milioni di denti estratti, molti dei quali gratuitamente, alla povera gente. Molteni lo definisce l'”ambasciatore” (p. 53) della devozione delle sorelle Isacchi (mentre i “teresotti” lo definiscono la “Tromba di Dio”), avendola infatti portata prima a Firenze, poi a Roma. È opinione di Giancarlo Molteni che l'oblio in cui è caduta la sua figura sia dovuto solo al fatto che è stato un convinto “teresotto”; infatti nei suoi memoriali afferma continuamente che tutto quello che è riuscito a fare è stato solo e sempre su consiglio di Angela e Teresa.
Assolutamente da ricordare Joseph Augustine Englefield (?-1922), di nobile famiglia cattolica di origine inglese. Privati del titolo e del loro patrimonio (probabilmente perché cattolici) e costretti ad abbandonare la propria nazione, non solo diffonde con i suoi scritti e con i suoi contatti la devozione di Angela e Teresa in tutto il mondo, ma riesce pure a coinvolgere Pio X (Giuseppe Melchiorre Sarto 1835-1914, Papa dal 1903 al 1914) per formare una commissione per la beatificazione di Angela.
Infine, don Pietro Benassedo (1867-1934), parroco di Dolzago (Lecco), ultimo testimone importante. È grazie a lui che è stato possibile per Giacarlo Molteni ricostruire oggi le vicende delle sorelle Isacchi, in quanto don Benassedo cerca di “tradurre” i settantuno volumetti di appunti di don Mariani redatti con una particolare scrittura. Purtroppo non solo non riesce a terminare e a pubblicare tutto il lavoro, ma si trova pure di fronte ad alcune rivelazioni di Angela che gli fanno pensare di essere solo un collettore di notizie per il vero biografo delle Isacchi. Allo stato attuale notiamo che l'unico volume sulle Isacchi – al di là delle fonti storiche – è rappresentato dall'opera di Giancarlo Molteni...
Non avendo intenzione – come sopra accennato – di togliere il piacere della lettura di una storia vera, unica e interessante, in questa sede, ci limiteremo perciò ad alcune considerazioni che, speriamo, si rivelino di qualche utilità.
Certamente, non può sfuggire neppure allo sguardo più superficiale come le Isacchi, illetterate e ricche solo di esperienza di povertà e miseria materiale, si facciano portatrici di messaggi divini, concetti e tematiche spirituali certamente estranei alla loro cultura e ingenuità. Le stesse ottengono tramite la preghiera guarigioni per i loro devoti, sono in grado di leggere nell’intimo dell’animo delle persone evidenziandone in particolare gli errori della loro vita, predicono sconvolgimenti storici e politici. Non solo, nel 1869, è stampato a Firenze Meditazioni per ciascun giorno del mese e Guida per ascoltare la Santa Messa, di Angela e Teresa Isacchi contadine illetterate della provincia di Como (a cura di [don] Giovanni Pierini, Tipografia Cattolica); si tratta di un insieme di complesse riflessioni di Angela e della Guida alla Messa di Teresa del 1866. Infine, ascoltando Angela e Teresa, don Mariani introduce – su ordine di Dio – anche la possibilità per i fedeli di comunicarsi quotidianamente, cosa che il Papa Pio X autorizza solo nel 1905.
A fronte della narrazione di una storia straordinaria, la domanda esplicita che percorre l'intero volume e che anima l'autore parte dal dubbio circa la dimenticanza e la non conoscenza totale della vicenda delle Isacchi: “Perché a Pusiano non si sa praticamente nulla di tutto questo?” (p. 12). Infatti – nota Molteni – nessuno a Pusiano e tanto meno altrove conosce questa storia se non in minima parte, anche se gli anziani hanno sempre ricordato ai più giovani “di dire una preghiera per Angela e Teresa, perché per loro erano due sante” (p. 12), la ricerca storica sui fatti si è rivelata stracolma di documenti, fotografie e testimonianze (di cui il suo stesso volume fornisce ampio resoconto anche mediante immagini), a Pusiano rimangono le tombe di Angela e Teresa, le cappelle dei Misteri del Rosario costruite dai loro devoti e alcune statue e quadri. Non solo: la presenza di devoti a Pusiano si protrae addirittura sino agli anni 1960, quando il parroco decide di demolire la loro casa, chiamata dalla gente del posto “la casa delle Sante”, per costruire la nuova scuola materna.
In verità – e forse qui sta una, almeno parziale, risposta alla domanda –, il volume frutto della fatica del nostro autore non racconta una sola storia, bensì due: la prima è rappresentata dalle vite delle sorelle Isacchi e dagli eventi straordinari e soprannaturali narrati dalle fonti su di loro, che trasformano la chiesa di Pusiano in un santuario grazie alle offerte dei devoti puntualmente girate alla Parrocchia dalle Isacchi.
La seconda storia è invece “il dopo”, ovvero quella che segue la morte di don Mariani e delle due sorelle, che trasforma il gruppo di devoti di Angela e Teresa in quella che – con termine oggi abusato e impreciso, ma adatto all'epoca – può essere definita come una “setta”, a fronte anche del fatto che la Curia milanese non solo non riconoscerà mai questa devozione, ma si adopererà di fatto per distruggerne la memoria giungendo anche a privare dei Sacramenti i “teresotti”, nel primo decennio del ventesimo secolo, mediante il parroco di Pusiano che pare però rispetti il volere dell'arcivescovo di Milano, il cardinale Andrea Carlo Ferrari (1850-1921), proclamato beato il 10 maggio 1987. Nota infatti Molteni: “È però con il nuovo Parroco, Don Cazzaniga, che i rapporti si rompono inesorabilmente. A Pusiano sorgono due fazioni: quella a favore dei Teresotti e quella contro. Don Cazzaniga, uomo di retto comportamento, riceverà in seguito l'ordine esplicito dell'Arcivescovo di Milano, il Cardinal Ferrari, di soffocare definitivamente questa setta. [...] E così fece, avvalendosi della sua lunghissima permanenza nella parrocchia di Pusiano: quarant'anni” (p. 183).
Al contrario, si notano invece tendenze più benevole interne alla Curia romana, grazie all'opera di Englefield, che godeva di appoggi presso la Santa Sede, tant'è che – sempre riprendendo notizie dalle fonti originali, sia avverse sia interne ai “teresotti” –, l'autore appunta: “5 novembre 1911 – il Cardinale Ferrari è costretto dal Papa a ordinare al Parroco di Pusiano di somministrare i SS. Sacramenti ai credenti nella Santa Parola. Emerge, quindi, che era stato lo stesso Cardinal Ferrari a proibirlo” (p. 205). Ma ciò, evidentemente, non bastò, così come non furono sufficienti i numerosi sforzi di Englefield presso il Papa e la Curia romana (compreso il tentativo di dare il via alla causa di beatificazione di Angela) e neppure un lungo colloquio fra don Benassedo e l'irremovibile cardinale Ferrari, avvenuto il 18 settembre 1918 in occasione di una visita dell'arcivescovo presso la Parrocchia di Dolzago, di cui lo stesso parroco ci trasmette ampia testimonianza, riportata integralmente nel volume di nostro interesse (cfr. pp. 226-230). Nel verbale del colloquio, don Benassedo riprende una risposta a una domanda esplicita fatta all'arcivescovo a proposito di un “libricino” delle Isacchi (la Guida per ascoltare la Santa Messa di Teresa): “E ci ha forse trovato alcun errore? No” (p. 228). Nonostante ciò e le articolate considerazioni di don Benassedo a favore della “Sacra Parola”, il cardinal Ferrari conclude: “Ebbene allora la vedremo al punto della morte. – Il Cardinale non aggiunse più verbo”.
Tant'è che leggiamo in uno dei capitoli finali della lunga opera, opportunamente intitolato “L'oblio”: “La vittoria di Don Cazzaniga sui Teresotti era ormai completa” e, ancora: “Siamo nell'ottobre del 1931, la rassegnazione dei Teresotti di Pusiano era ormai definitiva. [...] Era la fine del Teresottismo, e dopo 25 anni di dura lotta e di molte incomprensioni, Don Cazzaniga vide velocemente ridursi questo logorante problema a devozioni personali e a ritrovi casalinghi, anche se, come abbiamo già detto, avrà sempre degli se pur fievoli strascichi”(pp. 241-242).
L'atteggiamento della Curia di Milano – a cui si affianca, per la verità anche l'ostilità dei Gesuiti per “le cose di Pusiano" – di certo causa un mancato coinvolgimento dei parroci locali o meno, mentre appaiono più interessati al messaggio delle sorelle Isacchi molti religiosi di vari ordini, alcuni dei quali si segnalano per un’assidua frequentazione, soprattutto epistolare, al fine di avere consigli e suggerimenti comportamentali dalle Isacchi mentre le stesse sono ancora in vita. Fra questi si segnala in particolare il beato don Luigi Guanella (1842-1915, proclamato beato il 25 ottobre 1964; il 1° luglio 2010 papa Benedetto XVI, riconoscendo un miracolo avvenuto nel 2002, ha firmato la promulgazione del decreto di canonizzazione, che lo condurrà presto a essere riconosciuto come uno dei “santi della carità”), del quale sono riportate in appendice al volume di Molteni due lettere inviate a don Mariani (pp. 248-249), in cui il futuro beato chiede “lumi e indirizzo per la vita” da Dio attraverso le “Sante sorelle Angela e Teresa Isacchi [...] umili serve del Signore” (p. 248).
Tuttavia, non solo l'atteggiamento della Curia milanese contribuisce a trasformare i “teresotti”, prima della loro caduta nell'oblio, in quello che gli studiosi di movimenti religiosi contemporanei definirebbero oggi un “gruppo cattolico di frangia”, verosimilmente collocantisi in quella “zona grigia” difficile da valutare, laddove si situano i movimenti di cui è difficile dire con certezza se ancora uniti alla Chiesa di Roma, pienamente separati ovvero a metà di un guado. Infatti, gli stessi “teresotti”, potremmo dire, ci mettono del loro: “I Teresotti, ormai in assenza di obiettivi specifici da perseguire, incominciarono a vivere di ricordi e nella speranza che le sorelle Isacchi, attraverso le preghiere, avrebbero potuto comunque aiutarli. [...] alcuni devoti più acculturati [...], non avendo più nessuna guida e riferimento sicuri, si lasciarono trasportare dalle comuni vicende umane e si scontrarono, iniziando così la disgregazione di questo movimento che riceverà il suo definitivo affossamento con la morte dei vari protagonisti, che non seppero trasmettere questa loro credenza per quello che era, e cioè una semplice rassegnazione ai voleri divini, con l'impegno di un comportamento corretto e di una assidua preghiera” (p. 183).
Certamente, i “segreti” di Angela e Teresa Isacchi continuano e continueranno, almeno in parte, a rimanere tali e la lunga storia narrata può sicuramente suscitare considerazioni e sentimenti diversi: stupore, curiosità, qualche perplessità e, non da ultimo, meraviglia non solo per i fatti narrati, ma anche per l'ampia coltre di silenzio in cui, per molti anni, sono stati immersi tanto da essere pressoché ignoti, nonostante la loro rilevanza.
L'autore conclude felicemente il suo volume con una considerazione che facciamo nostra : “Tutto passa e tutto viene offuscato e si dimentica, ma la storia degli uomini, qualunque essa sia, deve essere conosciuta senza paure, senza pregiudizi, senza reticenze, per rispetto dell'uomo stesso, per poi essere liberi di fermarci o di andare oltre. Voglio però finire col riprendere una frase della Santa Parola che mi ha particolarmente colpito: 'val di più il buon esempio, la perseveranza nel bene, val di più l'orazione che tutte le dimostrazioni per far credere'. Grazie e grazie soprattutto ad Angela e Teresa Isacchi che hanno aiutato molta povera gente in una rassegnata speranza”.
E – mi si conceda – grazie anche a Giancarlo Molteni per l'enorme sforzo di ricostruzione storica compiuto, affinché una “storia vera” non sia dimenticata.
Il giardino della “Santa Parola”. I segreti di Angela e Teresa Isacchi,
Cattaneo Paolo Arti Grafiche, Oggiono (Lecco) 2009, pp. 263, € 20,00
Per informazioni e richieste:
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