CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
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La ricerca pluriennale di Verónica Roldán si concentra sul movimento pentecostale cattolico, conosciuto oggi come Rinnovamento carismatico cattolico, la cui nascita, nell’originario versante protestante è datata nella notte tra il 31 dicembre 1900 e il 1° gennaio 1901 quando Agnes Ozman, un'allieva di una scuola biblica di Topeka, Kansas, avendo ricevuto il "battesimo nello Spirito Santo" cominciò a "parlare in lingue". Tale esperienza segna l'inizio di un nuovo movimento religioso, protagonista della terza generazione del mondo protestante: il pentecostalismo, che è divenuto, in un po' di più di un secolo, il maggior movimento di risveglio religioso nel mondo cristiano e il movimento missionario a più forte crescita globale.
Questa corrente, nata e sviluppatasi al di fuori delle Chiese istituzionali, ha interessato anche la Chiesa cattolica, all'interno della quale è sorto, alla fine degli anni sessanta, un movimento chiamato pentecostalismo cattolico. Esso riscopre la figura dello Spirito Santo e i suoi carismi, ovverosia il canto in lingue sconosciute, le guarigioni, le profezie, fra molti altri aspetti; movimento che ha provocato non poche controversie all’interno dello stesso cattolicesimo pur avendo ricevuto, a sua volta, la benevolenza di papa Paolo VI prima, e di papa Giovanni Paolo II poi e adesso anche di papa Benedetto XVI.
I risultati dello studio della sociologa argentina sono centrati sulle principali caratteristiche della religiosità carismatica cattolica a partire dall’analisi delle seguenti quattro categorie: la credenza, la pratica, l’esperienza e l’appartenenza religiosa. Un tipo di religiosità, tra l’altro, che evidenzia degli elementi originali all'interno della Chiesa per essere basata su una forte componente emotiva, su uno spiccato senso di comunità e su forme di conservatorismo. Questi segni distintivi della sua religiosità sono, infatti, caratteristici degli ambienti evangelici e pentecostali. In ambito cattolico la sua nascita è da collegarsi anche al processo di “ristrutturazione religiosa” interna avviata a partire del Concilio Vaticano II.
L’indagine empirica e comparativa svolta nelle città di Roma e di Buenos Aires sul Rinnovamento Carismatico, trova una sua cornice teorica all'interno delle teorie sul rapporto religione-modernità - soprattutto di quelle sulla secolarizzazione -, sull'emersione delle nuove forme di religiosità, sul "risveglio" religioso, sull'emozionalismo e sul ruolo dei laici nella Chiesa post-conciliare.
La rilevanza che la religione dimostra di avere oggi, in contrapposizione alle teorie secondo cui essa sarebbe dovuta scomparire o rimanere relegata nell’ambito privato nelle moderne società razionalizzate, è stato il punto di riferimento iniziale della ricerca. In effetti, Roldán analizza la religiosità carismatica cattolica di fronte alla secolarizzazione e alle trasformazioni sociali della modernità per rilevare le somiglianze e differenze di due realtà socioeconomiche e culturali molto distanti: un paese latinoamericano e un paese europeo. L’obiettivo delle studiosa è quello di analizzare gli elementi fondanti della religiosità proposta dal movimento carismatico cattolico e di metterli in relazione con le teorie che annunciavano la scomparsa della religione, soprattutto della sua influenza sociale e culturale nelle moderne società razionalizzate.
L’indagine si è basata principalmente su una metodologia qualitativa e ha comportato un lungo lavoro empirico sul campo sia a Roma che a Buenos Aires, in cui si è fatto ampio uso di tecniche di raccolta dei dati attraverso l’osservazione partecipante e interviste in profondità a dirigenti, sacerdoti, membri ed ex-membri del movimento. Sono stati analizzati, anche, le origini storiche del pentecostalismo protestante, di quello cattolico e del movimento carismatico in ogni nazione studiata, la struttura organizzativa, il rapporto con le Conferenze Episcopali (Argentina e Italiana) e con il Vaticano, le caratteristiche socio-politiche dei membri e, infine, la loro percezione della religione, della politica, della modernità e dei valori.
Per Roldán, la comprensione, l’analisi e l’interpretazione dei gruppi religiosi e le loro percezioni del mondo, i loro comportamenti quotidiani, il loro rapporto con la Chiesa istituzionale sono aspetti significativi che se, da una parte, permettono di arrivare fino ai più minuti e reconditi aspetti della vita religiosa dei soggetti che vi aderiscono, allo stesso tempo conducono e si ricollegano, in maniera decisa, alle più generali sollecitazioni sociali e culturali, mettendo spesso in discussione gli orientamenti prevalenti riguardo i valori, la politica e la religione stessa.
Nelle conclusioni l’autrice riprende sei percorsi-guida presentati nel primo capitolo teorico-metodologico, con il fine di offrire una risposta: discute il paradigma della secolarizzazione, mette in evidenza la neo-religiosità intra-ecclesiale, rileva il carattere reattivo di un tipo particolare di cattolicesimo nei riguardi della modernità, constata la nascita di nuovi soggetti e delle loro azioni, vede il sorgere di forme innovative di partecipazione sempre più socio-religiosa e sempre meno socio-politica, osserva che i gruppi neo-religiosi offrono risposte alla crisi di identità nella modernità contemporanea.
Roldán sostiene che oggi questa presenza – non marginale – della religione nelle società contemporanee porta a rivedere le teorie classiche della secolarizzazione. Sulla scia di Peter Berger, l’autrice nota che nell’attualità “il mondo, con qualche eccezione, è furiosamente religioso quanto in passato, e in certi posti lo è ancora di più”. In effetti, tra gli obiettivi della ricerca vi era quello di rilevare se questo sorgere ed espandersi di nuovi tipi di religiosità – anche in campo cattolico – significassero il non compiuto superamento della religione, oppure se, al contrario, fosse la reazione di alcuni ambiti religiosi a tale processo secolarizzante.
Infine, per Verónica Roldan vengono confermate le tesi fenomenologiche che vedono la riviviscenza spirituale quale processo di riorganizzazione permanente dell’attività religiosa. Il Rinnovamento Carismatico Cattolico, propone una ri-evangelizzazione e una ri-cristianizzazione, sia nella Chiesa che nella società intera, con il chiaro scopo di superare il deficit prodotto dalla prevalenza dei valori dell’individualismo moderno. In esso si rileva una chiara opposizione alle premesse della modernità: al principio della razionalizzazione il movimento contrappone un tipo di vissuto religioso emozionale e una leadership carismatica; al processo d’individualizzazione risponde con una decisa esperienza di comunità; alla secolarizzazione, intesa come il venir meno della religione e della sua influenza etico-valoriale nelle società contemporanee, in particolar modo nello spazio pubblico, risponde con una religiosità fatta di esperienza personale e di rinnovamento spirituale presente in tutti gli ambiti della vita dei fedeli. Eppure si tratta di un tipo di religiosità non rivolta a recuperare un passato pre-moderno e arcaico, ma che mira alla ricomposizione dei rapporti tra individuo, natura e società, proponendo non una “fuga dal mondo” ma un intenso vissuto spirituale nella modernità stessa, rispondendo così alle domande di partecipazione e di trasformazione dello stato di cose, ma in una dimensione soprattutto trascendentale.
Il movimento carismatico cattolico, quindi, con la sua proposta di religiosità soggettiva, emozionale ed esperienziale – coinvolgendo milioni di fedeli in tutto il mondo e una percentuale significativa del laicato attivo e impegnato nella Chiesa italiana ed argentina –, ha contributo ampiamente al rinvigorimento della stessa religiosità cattolica istituzionale.