Immortali, inquietanti e bellissimi - giusto un po’ pallidi - i vampiri sono il sex symbol del momento. Se una ragazza in autobus prende un libro dalla borsa, è molto probabile che sia uno dei quattro romanzi della saga vampirica di Stephanie Meyer, «Twilight», adesso anche un attesissimo film nelle sale venerdì, storia della timida liceale Bella che perde la testa per il vampiro ragazzo Edward: i due si amano ma non possono vivere la loro passione, perché lui è sì buono e succhia solo sangue animale, a patto di non starle troppo vicino. E così Bella medita di diventare vampira anche lei. Mina Murray la capirebbe molto bene. La ragazza ha sposato il noioso perbenista vittoriano Jonathan Archer ma in cuor suo non ha mai dimenticato un nobile della Transilvania, l'unico uomo che le abbia davvero scaldato il sangue. Se uomo si può chiamare, visto che si trattava di Dracula il vampiro.
C'era già tutto nel romanzo di Bram Stoker, uscito nel 1897: Dracula è un aristocratico straniero che viene a Londra e sovverte l'ordine borghese e vittoriano. E' detestato dagli uomini, che si coalizzano per combatterlo sotto la guida del Professor Van Helsing, ma le donne (Mina, ma anche la sua amica Lucy), ne sono perdutamente attratte, il suo morso è metafora del godimento sessuale, all'epoca pressoché proibito alle donne. E se oggi siamo lontani dall'epoca vittoriana, il vampiro incarna sempre un'icona erotica che ha fascino anche sulle attuali ragazze post-post femministe: è l'uomo del mistero, che segue solo le regole che egli stesso si crea, il ribelle. Il ragazzo che ti ignora e così facendo si rende seducente (in «Twilight» Edward è l'unico a non dare confidenza a Bella nella nuova scuola in cui si è trasferita). Non a caso, il primo vampiro letterario era stato il Lord Ruthven del romanzo «Il vampiro» scritto da Joseph Willliam Polidori, segretario personale di Lord Byron che gli aveva dato il fascino tenebroso del suo datore di lavoro verso cui nutriva un rapporto di amore-odio.
Il cinema ha colto bene il fascino del vampiro: in «Dracula» di John Badham il conte non morto è interpretato dal seducente Frank Langella e in «Dracula» di Bram Stoker diretto da Francis Ford Coppola è evidente che Mina (Winona Ryder) è molto più attratta da lui (Gary Oldman) che non dal belloccio ma scialbo Jonathan (Keanu Reeves). E che dire dei perfidi, affascinanti e irresistibili vampiri Tom Cruise e Brad Pitt di «Intervista col vampiro»? Adesso il giovane Robert Pattinson di «Twilight» ha il compito non facile di raccogliere il testimone di questi bellissimi, ma lui ci si è gettato con l’entusiasmo dei vent’anni: «In fondo è solo un tipo con l’esperienza di un 80enne e gli ormoni di un 17enne!»
Anche la vampira è presente nell'immaginario maschile, famosa è Vampirella, vampira a fumetti creata da Forrest Ackerman negli anni 1960 ma ha una valenza piuttosto diversa, è la femme fatale che distrugge gli uomini (da cui il termine «vamp»), mentre il «bel tenebroso» ha un’accezione molto più positiva per le donne . Non a caso nella serie televisiva «Buffy l’ammazzavampiri» creata da Joss Whedon l'eroina Buffy, pur combattendoli, si innamora di due di loro: del «vampiro buono» Angel ma anche di quello «bello e dannato» Spike. Gli archetipi di due tipi maschili che da sempre piacciono alle donne: Angel è il «bravo ragazzo con un lato oscuro» (se fa l'amore con Buffy diventa malvagio e quindi il sesso torna ad essere un tabù, come nell'Ottocento e come in «Twilight»), mentre Spike è il «cattivo ragazzo che può essere redento».
Che Buffy sia stata indubbiamente fra le fonti d'ispirazione della serie di «Twilight» lo dimostra anche il triangolo Edward-Bella-Jacob (quest'ultimo è un lupo mannaro), in parte modellato su Angel-Buffy-Spike. L’autrice Stephanie Meyer ha creato una storia di formazione con metafore fin troppo palesi, e il suo successo dimostra che i tipi rassicuranti alla Jonathan Archer devono rassegnarsi: oltre cent'anni dopo Dracula le ragazze preferiscono sempre i bad boys. Anche se magari non vestono in frac come il conte.