“Leggere [Tarpley] significa affacciarsi su un incubo. Gli Stati Uniti sono in mano a un gruppo di pericolosi sovvertitori della pace mondiale”
Giulietto Chiesa, parlamentare europeo
“Webster Tarpley offre una ricostruzione riccamente documentata sull’azione dei servizi segreti e dei loro mandanti nel perseguire interessi strategici ben precisi”
Franco Cardini, storico
Secondo Marx la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia e la seconda come farsa. Il movimento complottista nato per sostenere che l’11 settembre è stato un auto-attentato orchestrato dall’amministrazione Bush per passare alla farsa ci ha messo pochi anni. L’esponente più rappresentativo di questa seconda fase è l’americano Webster Tarpley, che questa settimana gira l’Italia per propagandare il suo libro “La fabbrica del terrore” (Arianna Editrice - Macro Edizioni), già record di vendite negli Stati Uniti: per il gran finale a Roma il sito della casa editrice annuncia anche la presenza dell’immancabile europarlamentare Giulietto Chiesa.
Tarpley – il cui libro è un centone di assurdità tecniche sugli attentati di New York e Washington, già cento volte confutate ma che continuano a circolare – è screditato all’interno dello stesso movimento negazionista dell’11 settembre per alcune tesi e iniziative davvero bizzarre. Quest’estate ha lanciato il cosiddetto “Allarme di Kennebunkport”, annunciando a breve un altro attentato in stile 11 settembre organizzato dal governo americano e distribuendo un manifesto firmato da alcuni dei più noti critici della guerra in Irak: almeno quattro dei quali, però, hanno negato di avervi mai apposto la loro firma. La quarta di copertina del suo libro negli Stati Uniti riporta i giudizi favorevoli di personaggi considerati “lunatici” anche da molti negazionisti come Nico Haupt, secondo il quale nessun aereo ha colpito le Torri Gemelle ma si è trattato di un astuto videomontaggio, e Gerhard Wisnewski, autore di due libri dove sostiene che anche lo sbarco sulla Luna è stato soltanto un trucco video (“lunatici”, appunto). L’editore americano di Tarpley, la Progressive Press, è lo stesso che pubblica Eric Hufschmid, “negazionista” nel senso pieno del termine in quanto nega insieme l’11 settembre e l’Olocausto.
Quello però che pochi tra i lettori de “La fabbrica del terrore” sanno è che dietro il negazionismo dell’11 settembre dell’autore americano si nasconde una complessa tesi esoterica, intorno alla quale si è costruita già a partire dagli anni 1980 una vera e propria conventicola internazionale di cui Tarpley è il leader. Scrive Tarpley che “il compito più urgente dell’umanità è liquidare definitivamente l’orrore che è Venezia”. Secondo Tarpley un’antica oligarchia che mira a controllare il mondo si è formata a Babilonia, ha controllato a lungo l’Impero Romano ed è poi diventata la Repubblica di Venezia, che ha avuto tra i suoi agenti sant’Ignazio e i Gesuiti, Martin Lutero e Cromwell. Dopo aver perso potere sul continente, i veneziani si sono infiltrati in Gran Bretagna e l’hanno trasformata nella “nuova Venezia”, prima di estendere il loro potere anche agli Stati Uniti. Ma la famiglia reale inglese, “neo-veneziana”, continua a controllare molte cose, dal traffico di droga internazionale alla politica balcanica. La lotta fra le forze del Bene e la setta segreta internazionale che discende dall’antica nobiltà veneziana è la chiave attraverso cui Tarpley e i suoi seguaci interpretano tutta la storia mondiale. Anche i principali consiglieri – o meglio, controllori – del presidente Bush, tra cui il vice-presidente Cheney, farebbero parte della setta di antica origine veneziana che aspira a controllare il mondo.
Da dove viene questa setta? Certo, Tarpley non lo afferma espressamente ma i suoi scritti appaiono – con la sua autorizzazione – su siti dedicati agli UFO dove si fa aperta propaganda alle tesi dell’autore complottista più venduto dei nostri tempi, l’ex-calciatore inglese David Icke. Secondo Icke, l’oligarchia che da Babilonia a Londra e Washington cerca di dominare il mondo è a sua volta controllata da extraterrestri, vampiri “rettiliani” alieni capaci di assumere sembianze umane che da secoli mirano a impadronirsi del nostro pianeta. I membri della Casa Reale inglese sarebbero tutti “rettiliani” sotto mentite spoglie, e Icke ha perfino esibito una fotografia della vecchia regina madre mentre si trasformava da rettile in umana. Il gruppo editoriale che ha tradotto Tarpley in italiano è lo stesso che pubblica da anni le opere di Icke, e sul sito del Gruppo David Icke di Milano (sì, esiste anche questo) un adepto scrive che “Più sento Tarpley e più mi sembra di sentire Icke”.
Si capisce facilmente perché Tarpley sia motivo d’imbarazzo in America per molti dei suoi stessi compagni complottisti. In Italia, invece, i negazionisti dell’11 settembre – dall’estrema destra all’estrema sinistra – lo accolgono con entusiasmo. Finalmente vedremo “l’orrore che è Venezia” affondare nella Laguna?
Nota (1). È inutile obiettare che gli scritti sul complotto dei veneziani di Tarpley risalgono a oltre vent’anni fa e “non c’entrano” con le sue teorie dell’11 settembre. I libri sul complotto veneziano sono tuttora (2007) pubblicizzati sul sito personale di Tarpley. Il collegamento genealogico fra complotto veneziano, complotto inglese (fino alla regina Elisabetta II) e complotto dell’11 settembre è stato ampiamente illustrato da Tarpley in un’intervista radiofonica del 5 novembre 2005. Ancora, parlando a Londra all’inizio del suo tour europeo, il 5 novembre 2007, Tarpley ha ancora una volta collegato il complotto dell’11 settembre ai complotti veneziano e britannico.
Nota (2). Le relazioni fra il negazionista dell’Olocausto Eric Hufschmid, Webster Tarpley e i negazionisti italiani dell’11 settembre. Dopo la pubblicazione di questo articolo alcuni negazionisti dell’11 settembre hanno subito obiettato che far notare che la piccola casa editrice americana che pubblica Tarpley pubblica anche il negazionista dell’Olocausto Eric Hufschmid è un colpo basso, il tentativo di suggerire una “colpa per associazione”. Dopo tutto, mi si fa notare, anch’io ho pubblicato per una casa editrice (Piemme) che è anche l’editore di un libro negazionista sull’11 settembre. Peccato, però, che Tarpley e Hufschmid – e anche i loro difensori italiani – non siano legati solo dallo scrivere per lo stesso editore. Partecipano anche agli stessi convegni, e non solo negli Stati Uniti ma anche in Italia. Per esempio a un convegno a Bologna del 17 settembre 2006, cui hanno partecipato Tarpley, Hufschmid (in videoconferenza) e alcuni “tenori” del negazionismo dell’11 settembre nostrano come Giulietto Chiesa, Massimo Mazzucco e Maurizio Blondet. In quell’occasione la relazione di Hufschmid conteneva “perle” come questa: “I sionisti sembrano essere i mandanti. L'attacco dell'11 settembre sembra essere stato progettato dai sionisti per creare odio contro gli arabi. È simile alla strage del King David Hotel nel 1946”. Non risulta che, di fronte a questi propositi deliranti, Tarpley o gli altri relatori si siano alzati e siano andati via. Risulta invece che oggi si siano improvvisamente dimenticati di avere mai conosciuto Hufschmid, e sostengano allegramente che il fatto che Tarpley e Hufschmid siano pubblicati dalla stessa casa editrice (che non è Piemme o Mondadori, e pubblica poco altro: il suo catalogo ha venti titoli in tutto) è solo una coincidenza.