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L'offensiva di Benedetto XVI contro la deriva protestante

di Massimo Introvigne (il Giornale, 9 maggio 2007)

Benedetto XVI parte per l’America Latina, e il primo problema che gli si presenta è quello del proselitismo protestante. Uno studio della Conferenza episcopale della Bolivia sostiene che le conversioni dal cattolicesimo al protestantesimo in America Latina sono ormai più vaste di quelle della Riforma protestante nell’Europa del XVI secolo. La galassia protestante latino-americana è complessa: le denominazioni che crescono di più sono quelle pentecostali, un vasto mondo che spesso in Sudamerica va sotto il nome di «sette», dando però a questa parola un’accezione diversa da quella che ha di solito in Europa.

Il fenomeno è cresciuto lentamente, ma ancora più lentamente è cresciuta la capacità di osservarlo e comprenderlo. Nel 1984, quando il sociologo David Martin annuncia ai colleghi che sta scrivendo un libro sul protestantesimo in America Latina, la risposta che riceve è: «Sarà sicuramente un libro molto piccolo». Quando il libro di Martin esce, nel 1990, documenta che cinquemila persone si convertono al protestantesimo ogni giorno nell’America Centrale e Meridionale. Oggi sono ottomila, e i protestanti sono arrivati a settanta milioni, oltre il quindici per cento della popolazione. Inoltre, il numero di non praticanti è basso fra i protestanti e molto più alto fra i cattolici.

Sul problema delle cosiddette «sette» protestanti in America Latina circolano tre miti, completamente superati nella sociologia ma di cui si fa ancora portatore qualche vescovo locale. Il primo è che queste denominazioni siano «Chiese del dollaro», che crescono solo grazie agli aiuti degli Stati Uniti, i quali si servirebbero dei protestanti per imporre la loro egemonia. Numerosi studi dimostrano che oggi le denominazioni che crescono di più sono quelle autoctone che non hanno nessun legame con gli Stati Uniti.

Il secondo mito è che i protestanti sono di destra e i cattolici di sinistra, i protestanti «borghesi» e i cattolici «popolari». Come a suo tempo aveva ben visto Giovanni Paolo II, la «teologia della liberazione» che s’ispirava al marxismo e parlava molto di lotta di classe ma poco di Gesù Cristo ha avuto esiti fallimentari. Dove ha dominato, la predicazione cattolica ha favorito le conversioni al protestantesimo. I protestanti tuttavia sono in maggioranza anticomunisti, ma non sono necessariamente «di destra» e molti di loro militano in partiti di centrosinistra. Infine, non è vero che la deriva verso il protestantesimo sia inarrestabile. Passata l’ubriacatura della «teologia della liberazione» i successi protestanti hanno spinto la Chiesa cattolica a una vigorosa campagna missionaria, e il numero di cattolici praticanti è quasi ovunque in crescita. È per continuare questa «nuova evangelizzazione» di Giovanni Paolo II che Benedetto XVI arriva in America Latina.