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La sinistra si scaglia sui Cpt e innesca il rischio banlieue

di Massimo Introvigne (il Giornale, 6 marzo 2007)

I sassi, le bottiglie e le bombe carta che hanno colpito i poliziotti nel corteo di Bologna contro i Cpt, i Centri di permanenza temporanea per immigrati clandestini, sono figli delle incertezze dell’Unione sull’immigrazione, un problema dimenticato nei dodici punti di Prodi ma che, secondo una ricerca appena pubblicata è al primo posto tra le preoccupazioni dei cittadini dell’Unione europea. Il governo ha ora annunciato che in uno dei prossimi Consigli dei ministri presenterà il suo disegno di legge delega per la riforma della legge Bossi-Fini.

Neanche su questo tema la maggioranza riesce a mettersi d’accordo con se stessa. Il nodo da sciogliere rimane quello dei Cpt, che Rifondazione e Comunisti Italiani definiscono «lager nazisti». Coerenza vorrebbe che Diliberto e Giordano escludessero qualunque contatto politico con i «nazisti» che hanno istituito i Cpt-lager. Bossi e Fini? Niente affatto: Livia Turco e Giorgio Napolitano, che hanno creato i Cpt nel 1998. Certo, nella Turco-Napolitano i Cpt erano un cane da guardia senza denti, perché ci andavano in pochi e ci si restava al massimo un mese, dopo di che si tornava in clandestinità. Con la Bossi-Fini i Cpt sono diventati una cosa seria: la maggioranza di coloro che passano per i Centri sono poi effettivamente espulsi. O almeno lo erano, perché da quando a Roma governa Prodi il numero delle espulsioni è rapidamente diminuito. Chi chiede l’abolizione dei Cpt dimentica comunque che non si possono chiudere, perché gli Accordi di Schengen impongono agli Stati membri di trattenere in appositi centri i clandestini non chiaramente identificati con nome e cognome. Se l’Italia non li trattiene, andranno negli altri Paesi Schengen, che non li vogliono. Da Schengen si può anche uscire, o essere buttati fuori. Ma dubitiamo che per compiacere Diliberto il governo voglia che si riattivino i controlli di frontiera con Francia, Germania e gli altri Paesi Schengen, perché questo non danneggerebbe solo il turismo ma anche la circolazione delle merci.

Se è giusto difendere i Cpt, è importante che l’opposizione non ne faccia l’albero che nasconde la foresta. In Italia ci sono almeno 250mila clandestini, forse mezzo milione: i Cpt ne accolgono 22.000, poco più di una goccia nel mare. Da quello che si sa, il disegno di legge abbrevierà i termini per diventare cittadini italiani (e possibilmente elettori dell’Unione), renderà meno severe le norme sui permessi di soggiorno e le espulsioni, e soprattutto scardinerà l’elemento chiave della legge Bossi-Fini: il collegamento fra accesso lecito in Italia e posto di lavoro. Questa autentica rivoluzione, unica in un’Europa dove persino Zapatero blinda le frontiere, minaccia all'Italia un futuro di ghetti pieni di immigrati disoccupati, pronti a bruciare come le banlieue alla prima scintilla. La Casa delle libertà fermi questa follia in Senato, prima che sia troppo tardi.