CITTA’ DEL VATICANO - «Hugo Chavez è un paranoico. Per la precisione un dittatore paranoico». Come scusi? «Paranoico, ha capito benissimo». Il cardinale Josè Castillo Lara da Caracas, all’indomani dell’ennesimo scontro frontale tra il presidente venezuelano e uno dei più illustri cardinali latino-americani (l’honduregno Maradiaga definito un ”pagliaccio imperialista”), è un fiume in piena e non si sottrae a chi gli chiede di spiegare perchè i rapporti tra l’episcopato e Chavez sono così pessimi. «S’è fissato di essere il liberatore dell’America Latina dagli Usa, dall’Impero come lo chiama lui. Idea peraltro non troppo originale, copiata pari pari da Fidel Castro».
Anche lei in passato è stato offeso da Chavez..
«Sì, mi ha accusato di essere un bandito, un ipocrita. Non ho mai reagito, del resto che si potrebbe rispondere? E’ come se uno entrasse in un manicomio e venisse insultato dai matti. Mica si può replicare loro, si tira dritto e basta».
Chavez, una specie di fotocopia del Lider Maximo?
«Peggio. La paranoia gli fa perdere il senso della realtà. Vede solo quello che gli interessa. Parla del socialismo del XXI secolo ma nella sua testa è una specie di comunismo nella fase peggiore, concentrato di populismo e autoritarismo. E ora vuole pure modificare la costituzione, come se non gli bastasse il potere che ha. Io sono molto preccupato per il mio Paese».
E’ davvero così grave la situazione?
«Chavez è al lavoro per eliminare la proprietà privata. Vuole sopprimerla e lasciare solo la proprietà collettiva. Ha già fatto fallire e chiudere due terzi delle imprese in Venezuela. E’ una cosa terribile. I vescovi hanno garbatamente denunciato questa deriva. Lui reagisce in modo violento».
Lei lo ha definito un dittatore. Ma non era stato eletto?«E come no. Solo che ha tutti i poteri in mano. Quello giudiziario: non vengono emesse le sentenze sgradite. Quello legislativo: controlla l’Assemblea eletta solo col 9 per cento degli elettori. C’è stata una astensione completa, circa l’80 per cento. Alle elezioni non sono state rispettate le regole, è mancato il registro elettorale, si sono verificati problemi. Si procede a colpi di decreti e in un anno e mezzo è maturata, guarda un po’, l’idea di cambiare la Costituzione. Se non è una dittatura questa, cos’è?»
Eppure Chavez si dice cristiano...
«E’ un pagliaccio, nel senso che è quello che gli conviene. Se incontra Gheddafi si presenta musulmano. Di sè dice di essere cristiano e si fa vedere con un crocifisso in mano ma la gente non gli crede».
Perchè ce l’ha così tanto con la Chiesa?
«La ragione della sua rabbia sta nel fatto che la Chiesa in Venezuela è gode di credibilità. E’ al primo posto nei sondaggi e i vescovi non possono tacere i rischi di questa deriva populista e di tante ingiustizie».
E il Papa?
«Si sono incontrati in Vaticano l’anno scorso. Benedetto XVI gli ha consegnato una lettera nella quale implorava anche di rilasciare i prigionieri politici. Delle cinque cose chieste finora solo una: la restituzione di una università cattolica».