Dall'incipiente dialogo che, nel tempo, definirà i rapporti tra Turchia ed Europa, tra questioni di vario tipo, affiora un problema di fondo, di natura religiosa: si teme, ed è quanto emerge esplicitamente dal rapporto dello Scientific Council for Government Policy (2004), 'incontro con l'islam e in particolare con l'islam turco, che si presenta non come realtà monolitica, ma in tutta la sua ambigua poliedricità.
Scopo del libro è, dunque, quello di fornire al lettore strumenti per orientarsi all'interno di questa complessità. Fa da sfondo la teoria sociologica dell'economia religiosa, già riassunta ad uso del pubblico italiano in Dio è tornato, di M. Introvigne e R. Stark (2003), che in risposta alla crisi dei modelli classici della secolarizzazione propone un "nuovo paradigma" basato sulla metafora del "mercato religioso", in particolare del "mercato di beni simbolici". Tutto ciò presuppone l'esistenza di una concorrenza, che deve essere considerata sia nella sua dimensione interbrand (tra produttori), sia in quella intrabrand (tra marchi diversi che fanno capo a uno stesso produttore), e la presenza di "nicchie di consumatori" nelle quali si distribuisce il mercato. Leggi che, traslate su un terreno religioso, appaiono implacabili anche al mondo islamico e in particolare all'islam turco che rappresenta, come il cattolicesimo italiano, una realtà così variegata da manifestare una concorrenza intrabrand molto accentuata. Di questa poliedricità, nella quale tuttavia sembra predominare la nicchia centrale ‘conservatrice', l'autore offre, grazie a un attento excursus storico, una ricostruzione puntuale e, soprattutto, attenta ai complicati intrecci tra cultura, religione e politica che affiorano, caratterizzandola, nella realtà turca.
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La Turchia e l'Europa. Religione e politica nell'islam turco Sugarco, Milano 2006 |