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Il Mondiale degli Zucconi (ovvero la logica presa a testate)

di Massimo Introvigne (il Domenicale. Settimanale di cultura, anno V, n. 28, 15 luglio 2006, p. 1)

La sinistra si interroga da anni sul perché è così antipatica agli italiani. Luca Ricolfi ha dedicato molti interessanti saggi a questo tema. Ma la lettura dell’articolo di Vittorio Zucconi Giocare all’italiana, che il 10 luglio “celebrava” (si fa per dire) su La Repubblica online la vittoria degli azzurri ai mondiali di Germania, fa capire più cose in cinque minuti di dieci saggi di sociologia.

Zucconi invita a non scambiare la vittoria di Cannavaro e compagni per «il riscatto di un sistema calcio che è l’esatta riproduzione di un sistema di mafia politica che gli elettori hanno bocciato alle urne e poi stritolato al referendum». Cosa c’entri il governo Prodi con la sua più striminzita e fasulla maggioranza che la storia di un Paese democratico ricordi col mondiale di calcio non è chiaro. Invece è evidente che l’avversario politico per Repubblica non è degno di rispetto e fair play: va preso a testate dove fa male, alla Zidane. Noi, gli Zucconi, siamo i buoni, i puri, i saggi; voi siete “mafia politica” che non basta battere ma si deve “stritolare”.

Sempre per capire perché la sinistra italiana è la più odiosa del mondo, continuiamo a leggere il delirante editoriale. Per molti «il Moggismo va difeso, e risorto attraverso la vittoria nel Mondiale, perché era soltanto la manifestazione estrema del Berlusconismo. Chi difende il sistema Moggi vuole in realtà difendere il sistema Berlusconi». Ancora: «In questo truogolo senza confronti nel mondo, altro che nella Romania di Ceausescu e nell’Iraq della famiglia Hussein, nel quale si permetteva a un Presidente di tutti di negoziare i diritti televisivi, il tubo della flebo, con se stesso, i 23 di Berlino stanno per precipitare di nuovo»: «il calcio professionistico italiano resterà una fogna».

Non c’è bisogno di difendere né il calcio né il governo Berlusconi da imbecilli che fingono di non sapere che i diritti televisivi del Milan sono meno dell’1% degl’introiti del gruppo Fininvest (altro che flebo che lo tiene in vita), e che fino a prova del contrario il “sistema Moggi” – se si riuscirà ad accertarne l’esistenza nell’anomalo processo che lo riguarda – mirava a far vincere gli scudetti alla Juventus in campionati che altrimenti avrebbe vinto il Milan, cioè appunto Berlusconi. Più preoccupante è che la cultura zuccona consideri più grave che vinca – quindi guadagni più danaro tramite diritti televisivi – una squadra presieduta da Berlusconi dei milioni di morti torturati e sventrati da Ceausescu e da Saddam Hussein.

Se il problema riguardasse solo Zucconi sarebbe già grave. La tragedia è che alla procura di Milano regnano i nipotini di Borrelli, che leggono Zucconi e ne adottano la logica: tutto è politica, in galera le guardie e liberi i ladri, marciscano a San Vittore gli agenti delle nostra intelligence che hanno liberato ostaggi e arrestato attivisti che organizzavano attentati insieme a Bin Laden. Se il reato più grave è il “berlusconismo” – «altro che Saddam Hussein» – organizzare attentati è una marachella, molto meno grave che telefonare a un paio di guardialinee o non regalare i diritti televisivi al “pueblo unido” che Zucconi sogna nelle notti d’estate, mentre noi – il vero popolo italiano – festeggiamo il nostro titolo di campioni vinto anche contro le ghigliottine prefabbricate di Borrelli e Repubblica.