Il rapporto fra fede e cultura (quindi anche fra fede e letteratura popolare, compresa quella per bambini) può essere impostato in tre modi diversi. Per il laicismo c’è una muraglia cinese di totale separazione. Per il fondamentalismo ogni cultura che non sia direttamente dedotta dalla fede è illegittima e demoniaca. Papa Benedetto XVI insiste sul fatto che tra queste due posizioni si colloca quella della Chiesa: una “sana laicità” che accetta (contro il fondamentalismo) la distinzione fra fede e cultura e l’autonomia delle realtà temporali, ma difende (contro il laicismo) il diritto della fede di “dire la sua” in tutti i campi.
In certi ambienti cattolici si sono diffusi a partire dagli anni 1990, proprio sul terreno del giudizio sulla cultura popolare, elementi mutuati dai fondamentalisti protestanti. Negli ultimi secoli la cultura popolare è ampiamente prodotta a prescindere dalla Chiesa e dalla comunità cristiana, come cultura che non è anzitutto indirizzata alla formazione, ma al consumo. Rifiutare pregiudizialmente tutta la cultura popolare moderna in quanto i suoi modi di produzione non sono religiosi è una conclusione cui il fondamentalismo non può sottrarsi. Ma è un atteggiamento che chiude il credente fondamentalista in un ghetto culturale.
In questa chiave non sono mancati ambienti cattolici che si sono accodati alle critiche nate nel mondo fondamentalista protestante di lingua inglese a fenomeni di culto della cultura popolare contemporanea, dai romanzi per bambini della fortunatissima serie Harry Potter a sceneggiati televisivi come Charmed (Streghe nella versione italiana) o a cartoni animati. Le campagne che ne sono nate accusano tutti questi prodotti certamente di consumo (anche se, almeno nel caso di Harry Potter, non privi di valori letterari), e certamente non nati in ambito religioso e cristiano di diffondere un’ideologia magica antitetica al cristianesimo e di preparare l’ adesione a movimenti magico-esoterici o satanisti. Ma le statistiche sugli aderenti a questi movimenti (che rimangono in numero minimo rispetto ai fan dei prodotti letterari e televisivi citati) non confermano i timori dei fondamentalisti.
D’altro canto, la nascita intorno a queste campagne di un “fondamentalismo cattolico” rimane incompiuta. I fondamentalisti protestanti si battono per censurare ogni forma di cultura popolare che non nasca esplicitamente in un contesto cristiano: così, attaccano come infetti da elementi magici Harry Potter come Biancaneve o Cenerentola. Il “fondamentalista” cattolico sceglie singolarmente questa o quella battaglia nella gamma offerta dai suoi ispiratori protestanti, senza impegnarsi nell’elaborazione di una strategia generale o forse ritraendosi dalle conseguenze più radicali di princìpi che pure applica a casi singoli.
Questo non toglie che, guidato dalla sua fede, il credente non possa criticare questo o quell’aspetto di Harry Potter o di Streghe, aiutando i bambini a una lettura critica. Ma è falso sostenere che questi prodotti della cultura popolare portino all’occultismo o al satanismo.