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FAQ su Angeli e Demoni e gli Illuminati, dal libro al film: ma gli Illuminati esistono davvero?

di Massimo Introvigne

illuminati

Ci risiamo? Dopo Il Codice da Vinci un altro film, con lo stesso personaggio come protagonista, contro la Chiesa e il cristianesimo?

Non esagererei. Il Codice da Vinci, libro e film, ha fatto dei danni enormi cercando di attaccare alla radice l’essenza stessa del cristianesimo, la figura di Gesù Cristo e la sua divinità. Angeli e Demoni – che fu pubblicato prima del Codice da Vinci e non ebbe alcun successo, fino a quando non fu ripescato sulla scia del Codice – era un romanzo con una notevole carica anticattolica. Questa è passata solo parzialmente nel film, che non ha voluto riprendere alcune delle battute più crude del libro nei confronti della Chiesa. Nel film (che tecnicamente è fatto meglio di quello tratto dal Codice da Vinci e che – come film d’avventure – scorre in modo assai più coerente e coinvolgente per lo spettatore) ci sono molte imprecisioni, ma descrivere in modo scorretto come funziona il conclave certamente non è così grave come negare la divinità di Gesù Cristo. Ripetere miti screditati da decenni sugli Illuminati può disturbare gli storici e gli specialisti, ma di per sé non coinvolge la fede. Dal punto di vista della Chiesa Cattolica l’aspetto più fastidioso del film è la diffusione della tesi secondo cui ci furono “purghe” della Chiesa contro gli scienziati e la trattazione sbrigativa e unilaterale delle tensioni fra fede e scienza. Ma questo genere di argomenti si trova in centinaia di libri, film e saggi: forse anche Angeli e Demoni può stimolare una discussione sul tema, ma non siamo di fronte al tipo di attacco frontale alla fede messo in atto con il Codice da Vinci, e una risposta vigorosa da parte dei cattolici dello stesso tipo di quella riservata giustamente al Codice sarebbe probabilmente sproporzionata e non del tutto giustificata.

 

Angeli e Demoni di Dan Brown, da cui è stato tratto il film del 2009, è l’ultimo fra molti romanzi che affermano che gli Illuminati sono, o sono stati, una potentissima società segreta. Ma è solo un romanzo?

Non secondo lo stesso Dan Brown. Nel suo sito Web il romanziere americano sostiene che: “Società segrete come gli Illuminati ricorrono alle misure più estreme per rimanere nascoste. Benché molti rapporti di servizi segreti siano stati scritti su questa società, pochi sono stati pubblicati. Le teorie sul complotto degli Illuminati parlano di un’infiltrazione del Parlamento inglese e del Dipartimento del Tesoro americano, di un collegamento segreto con la massoneria, di un’affiliazione con sette sataniche clandestine, e perfino della rinascita del loro antico proposito di distruggere il Vaticano. Separare la realtà dalla finzione a proposito degli Illuminati può essere difficile a causa della massiccia quantità di disinformazione che è stata diffusa su questa società segreta. Alcuni pensano che questa pletora di disinformazione sia stata creata dagli Illuminati stessi per screditare in anticipo ogni informazione fattuale che possa essere venuta alla luce. Questa tattica per occultare i fatti – nota come ‘semina di notizie’ – è spesso usata dai servizi segreti americani”. Dan Brown sembra qui più credulone quanto all’esistenza ai giorni nostri e al potere degli Illuminati del suo stesso personaggio Robert Langdon.  Dan Brown afferma pure che tutte le sue affermazioni sulla Chiesa cattolica sono il frutto di accurate ricerche, ma anche su questo c’è molto da ridire.

 

 Nella sostanza, la descrizione che il film e il romanzo fanno del conclave è attendibile?

Certamente no. Non esistono “cardinali preferiti” segnalati come tali prima del conclave; non c’è un “grande elettore” che orienta il conclave ma non è eleggibile; non è vero che sia necessario essere vescovi presenti a Roma per essere eletti (qualunque cattolico di sesso maschile battezzato, adulto e celibe può essere eletto Papa). In Angeli e Demoni ha anche un ruolo centrale un “camerlengo” che non partecipa al conclave in quanto non è cardinale. Dal XV secolo il camerlengo, che amministra gli affari ordinari della Chiesa durante il periodo di sede vacante, è un cardinale.

 

È vero che il Beato Pio IX (1792-1878) fece “castrare” le statue antiche e rinascimentali di personaggi maschili per non scandalizzare i fedeli mostrando gli organi genitali?

Non è vero. La leggenda risale a una letteratura anti-clericale di lingua inglese della fine del secolo XIX. Alcuni organi genitali di statue particolarmente vistosi furono ricoperti con foglie di fico, a diverse riprese, dal XVII al XIX secolo senza che la cosa si possa imputare esclusivamente né principalmente a Pio IX. Certamente Pio IX non “distrusse statue pagane alla fine dell’Ottocento” nel centro di Roma o al Pantheon, come si afferma nel film, anzitutto per due buoni motivi: alla fine dell’Ottocento Pio IX era morto e il centro di Roma, Pantheon compreso, era governato dal Regno d’Italia. Di più: Pio IX promosse attivamente gli scavi e i restauri archeologici e lo studio dell’antichità romana, il che non mancò di essergli rimproverato da autori anche cattolici dell’epoca che consideravano questi studi e restauri come non consoni alla missione della Chiesa cattolica o come perdite di tempo.

 

È vero che nel 1668 la Chiesa Cattolica promosse una “purga” contro gli scienziati, una “macchia vergognosa nella storia della Chiesa” come si dice nel film, facendo marchiare a fuoco e uccidere quattro scienziati ed esponendo i loro cadaveri a monito degli scienziati imprudenti?

Non è vero, e si tratta in assoluto della maggiore menzogna propagandata dal film. Nulla di simile è successo nel 1668, né ad altra data.

 

Ma la Chiesa è stata per secoli nemica della scienza, giusto?

La questione è complessa e non può essere risolta in quattro battute come si rischia di fare in un romanzo o in un film. Certamente ci sono state tensioni e incomprensioni – ed errori da parte di uomini di Chiesa come pure di scienziati – ma occorre anzitutto ricordare che è grazie all’idea cristiana di un Dio che crea il mondo secondo ragione e lo dota di leggi che la ragione umana può scoprire che è nata in Occidente (mentre non è nata altrove) la scienza; e all’origine è nata nei monasteri e nelle università cattoliche, all’ombra della Chiesa e grazie alla Chiesa. Molti grandi scienziati sono stati cattolici. Altri non hanno gradito che la Chiesa ricordasse loro come anche la scienza deve rispettare regole e limiti morali, un problema di grande attualità oggi, oppure hanno preteso che la scienza potesse “provare” la fallacia delle religioni, una pretesa che non ha carattere scientifico ma appunto religioso.

 

Galileo Galilei (1564-1642) ha scritto un libro chiamato Diagramma veritatis (Diagramma della verità)?

No.

 

Nel film vediamo il protagonista Robert Langdon penetrare nell’Archivio Segreto Vaticano, dove pochissimi possono entrare, e dove sono conservati i documenti segreti del processo a Galileo. Sono davvero segreti?

Il nome storico “Archivio Segreto Vaticano” non deve trarre in inganno. All’Archivio a qualunque studioso con credenziali accademiche non è difficile accedere. I documenti del processo a Galileo sono stati studiati da decine di studiosi e lo stesso Archivio Segreto Vaticano, ben lungi dal nasconderli, li sta pubblicando in un’edizione annotata a partire dal 1984. Prima del 1984 non erano segreti ed erano stati studiati e citati da diversi studiosi, molti dei quali non cattolici.

 

Nello stesso Archivio ci sarebbe un inventario degli enormi beni della Chiesa in una sezione “Banco Vaticano”: è così?

No. Non esistono né un tale inventario né una banca chiamata “Banco Vaticano”.

 

Davvero l’inglese era una lingua considerata eretica e maledetta nel Cinquecento e nel Seicento dalla Chiesa, ed era usata invece dagli scienziati anticlericali?

No. Nel Cinquecento e nel Seicento al contrario c’è una ricca letteratura cattolica in lingua inglese. Il romanzo deve proporre questa tesi perché altrimenti non si spiegherebbe perché i marchi degli Illuminati, una società segreta che si suppone attiva a Roma agl’inizi dell’era moderna, contengano parole della lingua inglese (naturalmente, la cosa si spiega con il fatto che Angeli e Demoni fu scritto da Dan Brown in inglese per un pubblico americano, ma questo ha poco a che fare con la verità storica).

 

Veniamo agli Illuminati. Davvero erano presenti a Roma all’epoca di Galileo o di artisti come Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) e si battevano per la libertà della scienza contro l’oscurantismo cattolico?

No. Gli Illuminati non hanno mai avuto una presenza a Roma, né risultano conflitti fra la Chiesa e l’Ordine degli Illuminati che abbiano avuto per tema specifico la libertà della ricerca scientifica.

 

Eppure l’esistenza degli Illuminati è un fatto storico, vero?

Sì. L’Ordine degli Illuminati è  fondato il 1° maggio 1776 all’Università di Ingolstadt, allora parte del Regno di Baviera, in Germania, da un professore di diritto, Adam Weishaupt (1748-1830). Gli Illuminati costituivano un’interessante organizzazione, che da una parte offriva ai suoi membri rituali esoterici, dall’altra aveva uno scopo politico e mirava a rovesciare il regime monarchico, cattolico e piuttosto conservatore, del Regno di Baviera, sostituendolo con una repubblica ispirata alle idee dell’Illuminismo.  

 

Ma l’Ordine degli Illuminati era una branca della massoneria?

All’origine Weishaupt è piuttosto critico nei confronti della massoneria, e si propone di fondare un ordine autonomo con rituali diversi. Tuttavia, i suoi primi rituali non riescono ad attirare un numero sufficiente di seguaci, e nel febbraio 1777 Weishaupt si fa iniziare come massone in una loggia di Monaco di Baviera chiamata Zur Behutsamkeit (“Alla Prudenza”). Nel 1780 un personaggio già piuttosto noto nella massoneria tedesca, il barone Adolf Franz Friedrich Ludwig von Knigge (1752-1796), aderisce agli Illuminati e nel periodo gennaio 1781 – gennaio 1782 ne rielabora i rituali in una forma più propriamente massonica. Ma, se è vero che questi rituali sono di tipo massonico e che molti dei membri degli Illuminati sono massoni, tecnicamente non si può affermare che l’Ordine degli Illuminati sia “una branca” della massoneria, trattandosi piuttosto di un ordine indipendente.

 

E gli Illuminati hanno avuto successo?

In un certo senso, sì. I nuovi rituali di Knigge attirano parecchi membri, e gli Illuminati nel corso della loro storia iniziano circa 2.500 persone in Baviera e in numerosi altri Stati europei, un numero non piccolo per gli ordini iniziatici in generale. In un altro senso, però, gli Illuminati falliscono: non riescono a realizzare il loro progetto politico. Tra il 1784 e il 1787 la polizia bavarese si impadronisce di parecchi documenti compromettenti che provano come quello degli Illuminati sia in effetti un complotto che mira a rovesciare il governo. Alcuni membri sono arrestati, ma non sono trattati troppo severamente: se la cavano con qualche mese di prigione o con forti multe. Weishaupt fugge dalla Baviera e conduce un’esistenza piuttosto pacifica in altri Stati della Germania fino alla morte nel 1830. Gli Illuminati sopravvivono per qualche anno fuori della Baviera grazie a uno dei loro dirigenti, Johann Joachim Christoph Bode (1730-1793), ma nel 1790 cessano ogni attività.

 

Nei piani degli Illuminati c’è veramente qualche cosa di sinistro?

Sì. I loro scopi politici non sono perseguiti solo con mezzi legali. Nell’ottobre 1786 la polizia perquisisce la residenza di un importante membro degli Illuminati, il diplomatico Franz Xavier von Zwack (1755-1843), e sequestra documenti che mostrano come l’Ordine progetti di usare il veleno contro i suoi nemici, ancorché non ci siano prove che questi piani siano mai stati messi in esecuzione.

 

Ma gli Illuminati non dichiarano che il loro Ordine è ben più antico del 1776?

Certo. All’inizio, Weishaupt spiega che gli Illuminati sono stati fondati dall’ultimo re di Persia che ha professato la religione zoroastriana, Yadzegerd III (†651 d.C.), che egli confonde peraltro con Yadzegerd II (†457 d.C., re di Persia dal 438 al 457), e a partire di qui costruisce una complessa genealogia in cui coinvolge molti noti personaggi storici. Quando Knigge aderisce all’Ordine, chiede a Weishaupt le prove di questa genealogia. Weishaupt gli risponde con una lettera del gennaio 1781 in cui afferma che la genealogia è una “innocente mistificazione”, necessaria perché ben pochi sarebbero interessati a un ordine che si presentasse come appena fondato (cfr. René Le Forestier, Les Illuminés de Bavière et la franc-maçonnerie allemande, Hachette, Parigi 1914, p. 227 – questo volume, che deriva dalla tesi di laurea di un illustre storico francese, costituisce ancora oggi la fonte primaria per quanto riguarda gli Illuminati). Invece di offendersi, Knigge è d’accordo sul fatto che una genealogia mitica sia necessaria, e ne costruisce una nuova di zecca dove dichiara che gli Illuminati sono stati fondati da Noè e “risvegliati” (il termine è di origine massonica) dopo un periodo di declino da san Giovanni Evangelista.

 

E i templari? Non c’entrano anche loro con gli Illuminati?

Sì, ma solo secondo la genealogia di Knigge. In realtà tutta la massoneria tedesca dell’epoca rivendica i templari come antenati. La spiegazione sta nel fatto che, quando la massoneria penetra nell’Europa continentale dalla Gran Bretagna, molti nobili europei cui è proposta l’adesione sono riluttanti a entrare in un’organizzazione le cui reali origini si situano nelle corporazioni dei “liberi muratori” che comprendevano, accanto agli architetti, anche i semplici operai edili. Nel 1736 il cavaliere André Michel de Ramsay (1686-1743) assicura in un famoso discorso ai nobili francesi che spera di reclutare nella massoneria che in realtà le corporazioni di liberi muratori britanniche hanno dato ricetto a “cavalieri perseguitati”, creando così un’origine del tutto mitica – ma più accettabile – per le logge massoniche. In Germania, dove già da anni corrono speculazioni su una pretesa continuazione segreta dell’Ordine dei Templari dopo la soppressione del 1307, i “cavalieri perseguitati” di Ramsay sono rapidamente identificati, appunto, con i templari. È vero che dopo il 1307 i templari hanno continuato a esistere per qualche tempo in alcuni paesi europei, ma l’idea di una loro prosecuzione dopo il XV secolo è considerata dagli specialisti accademici della loro storia “completamente demenziale” e legata a leggende “uniformemente sciocche” (così si esprime la storica francese Régine Pernoud [1909-1998] nel suo I Templari, trad. it., Effedieffe, Milano 1993, p. 11). In verità tutte le organizzazioni esoteriche fondate dal XVIII secolo a oggi si dotano di genealogie mitiche che risalgono ai templari, a Noè, a san Giovanni o a Salomone e passano per personaggi famosi della storia, della letteratura e dell’arte. In genere i loro membri meno sprovveduti sono consapevoli del carattere meramente simbolico e mitico di queste genealogie. Certamente sia Weishaupt sia Knigge sanno bene che le genealogie che propongono ai membri degli Illuminati sono “simboliche” o, per esprimersi più semplicemente, inventate da loro. Non esistono Illuminati prima del 1776. 

 

Ma allora non sono stati gli Illuminati a progettare e guidare la Rivoluzione francese?

Non è proprio così. Autori ostili alla Rivoluzione, come il protestante John Robison (1739-1805) e il cattolico padre Augustin Barruel (1741-1820), sostengono dopo il 1789 che la Rivoluzione è frutto di un complotto massonico nel corso del quale la massoneria francese è stata diretta dagli Illuminati. In questa sede non è necessario sciogliere i complessi nodi storici relativi ai rapporti fra massoneria, Illuminismo e Rivoluzione francese. Possiamo però affermare con sicurezza che gli Illuminati, che nel 1789 stavano per cessare la loro esistenza, non hanno guidato la Rivoluzione francese, e non hanno neppure dato un contributo importante alla sua progettazione. I legami fra l’Ordine bavarese e la massoneria francese esistono, ma sono piuttosto tenui. La maggioranza dei massoni francesi (peraltro nel XVIII secolo assai divisi fra loro) non ama gli Illuminati, né sarebbe comunque disposta a farsi “dirigere” da un ordine tedesco. Per una serie di ragioni politiche, gli scritti di Robison hanno tuttavia particolare successo negli Stati Uniti, dove il presidente Thomas Jefferson (1743-1826) è ripetutamente accusato dai suoi avversari di essere un membro degli Illuminati.

 

Tuttavia, non è forse vero che il retro del sigillo ufficiale degli Stati Uniti – quello che compare tuttora sulle banconote da un dollaro e raffigura una piramide tronca sormontata da un occhio in un triangolo – è un simbolo degli Illuminati?

No, non è vero, nonostante si continui a ripeterlo quasi ovunque. Il simbolo con la piramide tronca e l’occhio nel triangolo non si ritrova affatto presso gli Illuminati. In realtà non è neppure un simbolo massonico, anche se nella massoneria del XVIII e XIX secolo, che è affascinata da tutto quanto riguarda l’Egitto, si trovano talora simboli simili. La specifica piramide usata nel simbolo americano è tratta dalla Pyramidographia, un volume pubblicato nel 1646 a Londra da John Greaves (1602-1652) dopo un viaggio in Egitto. L’occhio nel triangolo è presentato dal segretario del Congresso americano, Charles Thomson (1729-1824) – che tra l’altro non è mai stato massone –, nel suo discorso nel 1792 che precede il voto con cui il Congresso adotta ufficialmente il Sigillo, come un simbolo cristiano, l’“occhio della Provvidenza” trinitaria che presiede ai destini degli Stati Uniti. Come tale, il simbolo si ritrova nell’iconografia cristiana non solo a prescindere ma anche ben prima del suo uso in alcune fonti massoniche.

 

Eppure molti hanno accettato la teoria secondo cui gli Illuminati guidano il mondo, o almeno gli Stati Uniti…

In realtà l’hanno accettata in pochi prima del 1975. Dalla metà del secolo XIX al 1975 la teoria del “grande complotto degli Illuminati” si ritrova solo presso una minoranza di autori “complottisti” non particolarmente noti al grande pubblico. Nel 1975 è pubblicata la trilogia Illuminatus di cui sono autori Robert Joseph Shea (1933-1994) e Robert Anton Wilson (1932-2007). I tre romanzi sono scritti in tono satirico, e Shea e Wilson fanno parte del gruppo neo-pagano (difficile da capire se non lo si inquadra nella controcultura hippie da cui nasce) dei Discordiani, che venerano Eris, dea della Discordia e del Caos, giocando “scherzi cosmici” al mondo intero. Si tratta in realtà di romanzi libertari, dove Weishaupt non muore in Germania ma emigra nelle colonie britanniche del Nuovo Mondo, dove prende il nome di George Washington e diventa il primo presidente degli Stati Uniti. Quando questi si rivelano uno Stato reazionario e repressivo guidato dagli Illuminati, i Discordiani organizzano la resistenza in nome del Disordine, del Caos e della Grande Dea Eris. Solo dopo la trilogia di Shea e Wilson gli Illuminati cominciano ad apparire pressoché dovunque, dal Pendolo di Foucault di Umberto Eco (1988) al film Lara Croft: Tomb Raider (2001), e in innumerevoli altre pellicole, romanzi, fumetti, giochi di ruolo. Purtroppo non tutti si rendono conto della natura della trilogia Illuminatus, anzi alcuni sostengono esplicitamente che Shea e Wilson fingendo di scherzare hanno fornito informazioni assolutamente accurate. Queste teorie hanno un certo successo in ambienti fondamentalisti protestanti americani. Sono esposte in particolare da Milton William Cooper (1943-2001), che muore il 5 novembre 2001 in uno scontro a fuoco con agenti di polizia. Cooper si rifiutava di pagare le tasse al governo degli Stati Uniti, sostenendo che era controllato dagli  Illuminati.

 

E la Skull and Bones (“Teschio e Ossa”), la famosa società segreta che riunisce studenti ed ex-alunni dell’Università di Yale? Si sente spesso dire che è una branca degli Illuminati…

In realtà le due organizzazioni non hanno niente a che fare. La società Skull and Bones è fondata nel 1832 da William Huntington Russell (1809-1885), quando come abbiamo visto gli Illuminati non esistono più da oltre quarant’anni. Alcune vaghe somiglianze derivano dal fatto che sia gli Illuminati di Weishaupt sia la Skull and Bones di Russell hanno tratto elementi dalle società “segrete” studentesche che esistevano nelle università tedesche fin dal XVIII secolo. Tra parentesi, molte leggende che circolano sulla società Skull and Bones sono prive di fondamento. È vero che ne fanno parte persone ricche e potenti, ma è anche vero che le persone ricche e potenti non sono precisamente rare tra gli ex-alunni di un’università come Yale. La Skull and Bones è la species di Yale di un genus, la società “segreta” studentesca, ancora molto diffuso negli Stati Uniti ma scomparso in Europa da così tanto tempo che ci riesce difficile capirlo. Tra l’altro, nel 1986 è stato definitivamente accertato che il famoso teschio che entra nel nome della Skull and Bones non è quello del leggendario capo indiano Geronimo (1829-1909). Gli Apache, cui la società era disponibile a restituire il teschio, lo hanno fatto esaminare, hanno concluso che non ha niente a che fare con Geronimo, e hanno rifiutato di prenderlo in consegna.

 

Tuttavia un Ordine degli Illuminati ricompare  nel XX secolo, non è vero?

Sì. Nel quadro del cosiddetto “risveglio dell’occultismo” tedesco che inizia nell’ultimo decennio del XIX secolo, Leopold Engel (1858-1931) “risveglia” l’Ordine degli Illuminati il 12 marzo 1901. Engel e il co-fondatore Theodor Reuss (1855-1923) – che più tardi diventerà famoso per le sue attività nel campo della magia sessuale e la sua collaborazione (non sempre pacifica) con il famoso magista inglese Aleister Crowley (1875-1947) – avevano cominciato a parlare di un “risveglio” dell’Ordine dal 1896. Più tardi cercheranno di retrodatare questo “risveglio” al 1880, una data certamente falsa. Come sempre avviene in questi casi, Engel e Reuss assicurano ai membri del neonato ordine sia che le sue origini sono molto antiche, sia che si tratta di una legittima ripresa degli Illuminati di Baviera, la cui successione si sarebbe trasmessa di padre in figlio all’interno della famiglia di Reuss. Si afferma che gli Illuminati trovano le loro origini in India e poi in Egitto, hanno ispirato il  Rinascimento e la successiva fioritura delle arti e delle scienze in Italia (da cui i riferimenti a Gian Lorenzo Bernini e Galileo Galilei, ben noti ai lettori di Angeli e Demoni), e hanno avuto tra i loro membri un numero impressionante di personaggi storici famosi, dal mitico Ulisse e da Aristotele (384-322 a.C.) fino allo stesso Thomas Jefferson. Ma anche stavolta Engel finisce per ammettere – per iscritto – che tutta questa genealogia ha un carattere mitico e simbolico e non va presa alla lettera. Engel più tardi dichiarerà pure che l’idea di una successione dagli Illuminati di Baviera trasmessa all’interno della famiglia di Reuss è semplicemente scaturita dalla fervida fantasia di quest’ultimo.

 

Ma chi era in realtà Leopold Engel?

Un personaggio piuttosto interessante. Lo si può definire un membro della cerchia più interna del gruppo di seguaci (organizzato come network più che come vero movimento religioso) del visionario e mistico austriaco Jakob Lorber (1800-1864). Engel “riceve” grazie alle sue doti medianiche l’undicesimo volume che completa l’incompiuto Grande Vangelo di Giovanni di Lorber. Ancora oggi molti lorberiani (non tutti) accettano questo volume come parte integrante del corpus di Lorber. Engel è anche un prolifico autore di romanzi di fantascienza e di racconti per fascicoli popolari, un genere un tempo disprezzato ma oggi riscoperto dai critici. In effetti, sembra che Engel viva una doppia vita come seguace di Lorber e come fondatore degli Illuminati, mantenendo separate le sue due attività, anche se nel materiale che predispone per il suo Ordine degli Illuminati non è difficile notare un’influenza lorberiana.

 

E gli Illuminati di Engel esistono ancora?

Sì, benché ridotti a poca cosa. Perseguitati nella Germania nazista, gli Illuminati sopravvivono in Svizzera grazie all’attività di Felix Lazerus Pinkus (1881-1947), un ricco economista di idee socialiste. Pinkus sostiene, non solo economicamente, Hermann Joseph Metzger (1919-1990), un ex-panettiere e ipnotista da teatro, che mantiene in vita l’Ordine degli Illuminati fino alla sua morte nel 1990 e ne stabilisce un centro a Stein, nel Cantone svizzero dell’Appenzello Esterno. Un piccolo numero di suoi discepoli guidati da Annemarie Aeschbach (1926-2008) ha continuato a riunirsi a Stein fino a 2008. Esponenti di un Ordine quasi estinto, i pochi che sopravvivono dopo la morte della Aeschbach possono essere considerati gli unici eredi legittimi dell’Ordine degli Illuminati di Engel. Beninteso, oggi chiunque può aderire a un ampio numero di “Ordini degli Illuminati”, alcuni addirittura via Internet (purché sia fornito di carta di credito), ma si tratta di ordini che esistono solo sulla carta e in ogni caso non hanno neppure quella “legittimità” che deriva da una successione che origina da Engel.

 

Dan Brown ha ragione quando definisce gli Illuminati come i protagonisti di un complotto per “distruggere il Vaticano” in nome della ragione e della scienza?

Come si è visto, i nomi di scienziati famosi citati come membri degli Illuminati fanno parte di genealogie mitiche che non hanno nessuna base storica. Gli Illuminati di Baviera reclutavano principalmente fra avvocati, funzionari governativi, e anche membri del clero di idee illuministe, e avevano fra i loro membri pochissimi “scienziati” di professione, se pure ne avevano qualcuno. Alle loro nuove reclute insegnavano una blanda versione dell’Illuminismo, vicina alla filosofia di Immanuel Kant (1724-1804). Weishaupt assicurava loro di essere contro la sempre insidiosa influenza dei Gesuiti (benché questi fossero stati soppressi – non definitivamente, come diventerà chiaro solo più tardi – nel 1773), ma non contro la Chiesa cattolica o il cristianesimo in generale. Tuttavia, chi arrivava a fare parte della sua cerchia interna si trovava esposto a insegnamenti dal tono decisamente anticlericale e anti-cattolico, e alcuni documenti propagandavano apertamente la lotta contro la religione e l’ateismo. Anche nell’Ordine degli Illuminati di Engel c’erano aspetti anticlericali, benché non  si trattasse di un tema cui era dedicata particolare attenzione. Di qui a sostenere che gli Ordini degli Illuminati storicamente esistiti si proponessero di “distruggere il Vaticano” c’è un salto logico, e la pretesa sarebbe stata obiettivamente ridicola considerando le forze reali che gli Illuminati – anche quelli di Baviera – potevano davvero mettere in campo.

 

Gli Illuminati sono, o almeno sono stati, una società segreta molto potente?

Certo non lo sono oggi. Il massimo che può sperare il gruppo di Stein, ridotto a una dozzina di membri, è sopravvivere. Né l’Ordine degli Illuminati di Engel ha mai avuto un particolare potere. Ha avuto, questa sì, una certa influenza culturale, e due romanzieri di qualche fama, Gustav Meyrink (1868-1932) e Franz Spunda (1890-1963), ne hanno fatto parte. Si tratta però di un’influenza in gran parte limitata alla subcultura esoterica. Le cose stanno diversamente per gli Illuminati di Baviera, un’organizzazione molto più rilevante che merita più di una nota a pié di pagina nella storia tedesca. Gli Illuminati di Weishaupt riescono a reclutare perfino tre teste coronate, il duca Carlo Augusto di Sassonia-Weimar (1757-1828), il duca Ernesto II di Sassonia-Gotha (1745-1804), e il duca Ferdinando di Brunswick (1721-1792). Ed è Carlo Augusto di Sassonia-Weimar a persuadere ad affiliarsi agli Illuminati, nel 1783, le loro due reclute più famose: Johann Wolfgang Goethe (1749-1832) e Johann Gottfried von Herder (1744-1803), i due più importanti intellettuali tedeschi dell’epoca, che peraltro si fanno iniziare per compiacere il duca ma non diventano mai veramente attivi nell’Ordine. È anche certo che Weishaupt e i suoi più stretti collaboratori, senza che le teste coronate e i grandi letterati lo sappiano, utilizzano gli Illuminati per un complotto politico rivoluzionario molto reale, che avrebbe potuto avere successo. Detto questo, è anche importante ribadire che l’influenza degli Illuminati – modestissima fuori della Germania – non va esagerata, e che nel 1790 le loro attività cessano definitivamente. Coloro che vogliono convincerci che un grande complotto degli Illuminati spiega tutta la storia mondiale dal XVIII secolo – se non dal Rinascimento – fino a oggi hanno l’onere di una prova che non hanno mai neppure cominciato a fornire.