CESNUR - Centro Studi sulle Nuove Religioni diretto da Massimo Introvigne
www.cesnur.org

Al Qaeda, la mafia e il cinema di Bollywood

di Massimo Introvigne (L'Indipendente, 29 novembre 2005)

La strage del 29 ottobre a Delhi è già stata dimenticata da molti. Ma non dalla polizia indiana, né dall’intelligence americana che, prontamente intervenuta a dare man forte ai colleghi di Delhi, ha trovato conferme di un vecchio sospetto: al Qaeda ha legami strettissimi con la malavita organizzata dei Paesi in cui opera. Prima dell’11 settembre c’è l’attentato alle Torri Gemelle nel 1993, quando un’autobomba fa sei morti e mille feriti. Il principale responsabile degli attentati, Ramzi Yousef, è catturato in Pakistan e condannato a New York, ma il caso non è chiuso. Altri due importanti esponenti pakistani di al Qaeda – Abu Hufeza e Abu Karma – sono ancora ricercati per i fatti del 1993, e si pensa che siano attualmente in Kashmir. Ancor più dimenticato dell’attentato di New York del 1993 è uno dello stesso anno a Bombay, che fa 250 morti ed è interpretato come un avvertimento alla polizia, che si interessa un po’ troppo ai suoi affari, di uno dei grandi padrini della mafia indiana, Abu Salem, marito di una nota attrice di Bollywood (la Hollywood di Bombay) Monica Bedi, e capo di un racket che taglieggia la fiorente industria cinematografica indiana. Non si trovano prove, ma qualche anno dopo Abu Salem e signora ritengono opportuno trasferirsi in Kenya da dove, poco prima di essere arrestati, scappano nel 2002 a Lisbona.

Fino a oggi, nessuno aveva collegato Abu Salem ad al Qaeda, anche se il gangster e la moglie sono musulmani che non fanno mistero delle loro simpatie per gli estremisti. Ma ora la mente degli attentati di Delhi è stata identificata in Tariq Dar, un giornalista del Kashmir sotto controllo indiano, di idee estremiste ma rispettato. In aprile Dar era stato arrestato perché trovato in possesso di una bomba a mano, ma la sua buona reputazione lo aveva fatto uscire di prigione dopo un mese. Ricostruendone i movimenti nelle ultime settimane, gli inquirenti hanno potuto dimostrare la sua doppia vita: non solo giornalista, ma agente di al Qaeda, in possesso di una miniera d’oro di documenti. Questi provano non solo che l’attentato di Delhi dell’ottobre 2005 è stato ordinato da Abu Hufeza (uno dei due ricercati per il primo attentato alle Torri Gemelle), ma che questi aveva anche fornito esplosivo e uomini al mafioso Abu Salem per il sanguinoso attacco del 1993.

Le prove raccolte hanno finalmente convinto le autorità portoghesi – che da anni rifiutavano l’estradizione – ad arrestare il gangster e l’attrice e a consegnarli agli indiani. La caccia continua, perché India e Stati Uniti sono convinti che nei servizi pakistani ci sia chi sa dove si nascondono Abu Hufeza e Abu Karma, e sono in corso pressioni diplomatiche sul presidente del Pakistan Musharraf perché si occupi seriamente di farli arrestare. Comunque sia, la strategia dell’alleanza fra al Qaeda e la criminalità organizzata è passata con l’indagine indiana dai sospetti alle prove. E non si tratta solo dell’India.