La mediocre carriera letteraria di Vincent Bugliosi, il pubblico ministero del processo contro Charles Manson, e il modo con cui ha tardivamente accreditato ipotesi romanzesche sullo stesso Manson per fare pubblicità ai suoi romanzi, non hanno reso la critica specializzata americana particolarmente ben disposta verso i magistrati che cambiano lavoro per darsi a tempo pieno alla letteratura. Tuttavia, la stessa critica si è da tempo arresa all’evidenza a proposito di Linda Fairstein, per venticinque anni pubblico ministero a New York e una delle più note specialiste nazionali di casi di violenza carnale seriale. La signora sa scrivere, e il pubblico se n’è accorto spingendo più volte i suoi romanzi fra i top ten dei libri più venduti. È un peccato che solo due dei sette romanzi parzialmente autobiografici che hanno come protagonista Alexandra Cooper - appunto un pubblico ministero di New York, specializzata in casi di violenza sessuale - siano stati tradotti in italiano da Rizzoli: Ipotesi di reato (Final Jeopardy) nel 1996 - dove il titolo italiano non assomiglia neppure un po’ a quello inglese, del resto un gioco di parole sulla trasmissione televisiva preferita dalla protagonista (e dall’autrice) - e Senza scampo (Likely to Die) nel 2000. Ma c’è sempre tempo per rimediare, magari traducendo The Kills che nella lista dei bestseller nel 2004 ha guardato per settimane gli altri titoli dall’alto. Tra l’altro, più di un’eco del modo di scrivere della Fairstein si ritrova nel bestseller nostrano di Giorgio Faletti Niente di vero tranne gli occhi, pure del 2004.
Interessante non solo per gli appassionati di gialli è il nuovo Entombed (Scribner, New York 2005), entrato a sua volta nella top ten americana in queste settimane, perché si inserisce in un clima culturale. Dopo gli Illuminati e il Priorato di Sion di Dan Brown (con le sue pretese risibili di fare qualcosa di più della consueta fiction e di svelare davvero complotti e segreti), la massoneria del film di Natale 2004 Il mistero dei templari (National Treasure), e il recupero - di successo, ma fin troppo sofisticato - dei misteri del classico rinascimentale Hypnerotomachia Poliphili in The Rule of Four (in italiano Il codice dei quattro, Piemme, Casale Monferrato 2004) di Ian Caldwell e Dustin Thomason, la Fairstein con Entombed mette in scena una società segreta, The Raven Society, ossessionata dal culto di Edgar Allan Poe e della sua più celebre poesia, appunto The Raven (Il corvo).
Come sempre nel filone che fa la cronaca dell’attività quotidiana di un gruppo di giudici o poliziotti che la Feinstein segue e il cui maestro è Ed McBain, non c’è mai - come nella vita reale - un solo crimine di cui la squadra si occupa. Alexandra Cooper e i suoi poliziotti di fiducia Mike Chapman e Mercer Wallace sono alle prese con un caso che li tormenta da anni, quello del “violentatore d’élite” che colpisce solo nei quartieri alti (e che alla fine del volume sarà infine smascherato). Inizialmente, l’omicidio di una donna che si è occupata di ricerche storiche sulla letteratura americana sembra opera dello stesso criminale. Ma in seguito appare piuttosto una conseguenza di una macabra scoperta che risale a pochi giorni prima: in una casa un tempo abitata da Poe, e demolita nonostante le proteste dei suoi ammiratori, è stato scoperto il cadavere di una donna murata viva e lasciata morire come nella storia di Poe Il barilotto di Amontillado, e con numerosi indizi che rimandano precisamente a quel racconto.
Il delitto risale a venticinque anni fa, e un medico che annuncia di saperne qualcosa e che promette rivelazioni in un talk show televisivo è ucciso prima che possa parlare, anche qui con un omicidio che segue lo schema di un racconto di Poe, Una discesa nel Maelstrom. Un professore in disgrazia che sa qualcosa è preso a fucilate. La stessa Alexandra è “sepolta viva” in un cottage un tempo appartenuto a Poe e si salva a stento. Sullo sfondo emerge a poco a poco la misteriosa The Raven Society: gruppo di eccentrici innocui, società segreta criminale o copertura per delitti che hanno motivi del tutto diversi? Neppure il finale del libro - quando Alexandra sta per essere sepolta viva in una seconda volta, si salva da sola ricorrendo alle maniere forti e smaschera il responsabile di tutti i delitti - apporta una risposta completa alla domanda. The Raven Society offrirà forse materia a ulteriori romanzi della serie. Ma, oltre al ritmo che assicura una piacevole lettura, il romanzo si fa notare come conferma dell’attuale ossessione americana per le società segrete collegate alla storia della letteratura e dell’arte. C’è da chiedersi a quale famoso poeta o letterato toccherà la prossima volta: le possibilità non mancano.