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I VAMPIRI TARANTINIANI DI MAURO PADOVANI

di Stefano Priarone

imgNel film Ed Wood (1994) di Tim Burton il protagonista della pellicola e il grande Orson Welles si incontrano in un locale. Parlano qualche minuto e si accorgono di avere la stessa idea di cinema. Ed Wood, autore di molti filmetti di serie Z (tra cui il leggendario – e noioissimo – Plan Nine from Outer Space) e il grande Orson Welles sono entrambi autori (anche se il loro talento è diverso), entrambi hanno una propria visione del cinema ed entrambi sono stati osteggiati dalle major hollywoodiane.
Mauro Padovani è uno dei pochi veri “autori a fumetti” della sua generazione (è nato nel 1971) e al tempo stesso non ha nulla in comune con i vecchi autori, con l’avventura esotica di Hugo Pratt, l’erotismo patinato di Milo Manara o le suggestioni d’antan di Dino Battaglia.
Padovani ha una visione particolarissima dell’esistenza, che influenza tutti i suoi fumetti: la sua weltanshauung è tragica e al tempo stesso fortemente ironica, un po’ come il suo stile di disegno, contemporaneamente realistico e caricaturale.
Visione che emerge perfettamente nel primo volume della serie Bullet & Justine.
Per la sua propensione a temi piuttosto forti (con storie di sesso e violenza esplicita) l’autore ligure non ha mai avuto molta fortuna con gli editori, e ha deciso di autoprodursi la serie per la sua etichetta Blood Circle (il nome omaggia una celebre saga del violento eroe Marvel Il Punitore, Il circolo di sangue).
Tuttavia, il volume è all’altezza di quelli prodotti dalle migliori case editrici: è un brossurato su ottima carta, con pin-up di famosi disegnatori (Giuseppe Palumbo, Giuseppe Camuncoli, Alessandro Baggi e Andrea Borgioli) e l’introduzione dello sceneggiatore-traduttore Matteo Casali (e in quarta di copertina c’è la citazione di un nostro articolo, per certi versi, siamo parte in causa).
Peccato soltanto per alcuni refusi nel lettering e nei testi scritti, altrimenti la confezione sarebbe senz’altro impeccabile.
E anche la storia è interessante.
Siamo a New York: il killer asiatico Bullet è incastrato dal suo datore di lavoro e la sua ragazza brutalmente assassinata. Viene salvato dalla vampira Justine (che lui ha a sua volta salvato da un cacciatore di vampiri), la quale lo rende un non morto. Justine aiuta Bullet a vendicarsi, e la loro storia si intreccia a quella di una potente setta di vampiri, di un misterioso e antico ordine di cacciatori di vampiri, di un prete-vampiro fanatico religioso, di una coppia di poliziotti gay che ha l’improbo incarico di fare luce sui delitti dei vampiri.
La narrazione è concitata, Padovani mette moltissima carne al fuoco, accenna a sottotrame che verranno sviluppate nei volumi successivi (come il passato in Vietnam di uno dei due poliziotti), alterna scene di violenza spettacolare alla John Woo ad altre di pura ironia alla Quentin Tarantino (i dialoghi su Marlon Brando e James Dean, i siparietti fra i due poliziotti): i due registi sono senz’altro fra le sue maggiori influenze.
La visione dell’autore (siamo in un mondo corrotto senza possibilità di redenzione) è sempre stemperata dall’ironia smitizzante.
Il volume è in vendita nei migliori negozi di fumetti o richiedibile all’autore (Via Tedisio 150 – 16033 Lavagna GE). Inoltre, sempre nel sito del CESNUR trovate Loro! una storia di vampiri scritta dal sottoscritto e disegnata da Padovani.

Pensiamo che al cartoonist di Lavagna potrebbe succedere quello che è accaduto a Leo Ortolani, che all’inizio ha autoprodotto il suo Rat-Man, e da anni lo pubblica, con notevole successo, per la Panini Comics: non è improbabile che un editore – magari importante – si accorga di lui.

Mauro Padovani – Bullet & Justine: L’inizio e la fine
Blood Circle – 96 pagine 9 euro

 

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