THE DRACULA LIBRARY 

Xena principessa guerriera: tra omosessualità, mitologia e cristianesimo

di Paolo Motta

imgProbabilmente il telefilm fantasy Xena Principessa Guerriera, nato nel 1995 e conclusosi nel 2001, è tuttora ricordato da critici, sociologi e studiosi di scienze umana più che altro per il forte impatto sulla comunità omosessuale. La serie, nata come spin-off dell’altro celebre telefilm Hercules – The Legendary Journeys, è infatti incentrata sul rapporto, più o meno velatamente lesbico, tra una guerriera greca in cerca di riscatto dal suo sanguinoso passato, Xena, e una giovane aspirante poetessa che sogna di cantarne le gesta, Olimpia (Gabrielle nella versione originale) [1]. Sebbene le protagoniste abbiano avuto anche amori maschili e siano diventate entrambe madri, scene con baci, bagni nella stessa vasca, dialoghi ammiccanti e abbracci affettuosi parlano da sé a proposito di un rapporto amoroso complesso, intervallato da incertezze e momentanee incomprensioni.In aggiunta gay dichiarata è anche Liz Friedman, co-produttrice esecutiva del serial insieme a Sam Raimi e a Rob Tapert, vero ideatore di Xena [2].

Non dimentichiamo poi che molti dei numerosi fan, sparsi per il mondo, che si definiscono “xeniti”, sono gay o “bisex”. Naturalmente non sappiamo questo da sondaggi specifici, siccome in queste faccende per motivi di politically correctness non si chiedono le tendenze sessuali, bensì dall’aver frequentato mailing list e chat dedicate a questo telefilm. Di certo il fenomeno xenita non è assente in Italia dove si terrà dall’11 al 14 marzo a Fiuggi la prima convention dedicata al telefilm [3] con la presenza di Alexandra Tydings, l’attrice che interpreta la dea Venere nella serie.

Andando oltre l’aspetto gay, ci si rende conto che Xena può vantare di essere una serie molto ben realizzata; nonostante ci fossero, almeno nelle prime due stagioni, alcuni effetti speciali non proprio riuscitissimi, abbiamo quella che si definisce una buona chimica: attori molto ben calati nella parte, prime fra tutti la neozelandese Lucy Lawless che veste i panni della Principessa Guerriera e la statunitense Renee O’Connor che interpreta la sua compagna poetessa; abili registi, quali T.J. Scott al quale va il merito di aver introdotto arditi movimenti di macchina nel medium TV; senza contare le corpose trame scritte dai vari Steven L. Sears, Chris Manheim e soprattutto R.J. Stewart, ideatore dei principali personaggi di contorno. Proprio sull’aspetto narrativo si concentra la nostra indagine, poiché gli sceneggiatori ci hanno fornito molti elementi per riflessioni sull’aspetto religioso-esoterico di questo telefilm.

Approccio a temi religiosi

L’atteggiamento verso la religione appare multi sfaccettato: si passa dallo scherno negli episodi Warrior…Priestess…Tramp e A Tale of Two Muses, alla critica verso il fondamentalismo in The Crusader, al profondo rispetto in Forgiven, dove i sacerdoti di Apollo compiono un rito simile ad un sacramento cattolico, capace di liberare dalle colpe o per lo meno di far sentire meglio chi si sente in colpa.

In Xena c’è pure un forte sincretismo, poiché in essa si mescolano differenti fonti ispiratrici: ci sono innanzitutto gli dèi dell’Olimpo, ma puntata dopo puntata sono comparsi quelli nordici, indù e zoroastriani, sommati a reminescenze del ciclo arturiano, personaggi presi dalla tradizione giudaico-cristiana, tipo Davide, il gigante Golia, Lucifero e l’arcangelo Michele ed altri dalla storia romana, come Giulio Cesare, Bruto e Boadicea.

Non mancano momenti in cui si denotano conoscenze in ambito occulto. Già nella seconda stagione esiste una puntata, intitolata Girls Just Wanna Have Fun, dove le due eroine si trovano coinvolte in una lotta tra le divinità misteriche, Bacco e Orfeo. Con toni da commedia horror, vediamo Orfeo ridotto ad una testa mozzata vivente e Bacco in versione demoniaca che trasforma ragazze normali in baccanti vampire. L’episodio sembra cogliere l’aspetto del dio del vino anche come divinità del disordine al quale può rimediare l’armonia incarnata da Orfeo. E’ infatti nell’episodio la sua musica l’unica cosa in grado di riportare le vampire alla normalità, quasi secondo speculazione pitagoriche sulle virtù terapeutiche della musica proprio in quanto specchio dell’armonia universale.

Ci sembra però necessario per semplificare il nostro studio definire in Xena alcuni temi ricorrenti: da un lato il viaggio iniziatico, guidato da maestri mistici, dall’altro la rilettura del Cristianesimo

Il viaggio iniziatico

L’aver appena citato la musica ci spinge a ricordare il primo di due episodi musical, The Bitter Suite, ispirato alle immagini dei tarocchi. Esso racchiude in sé l’idea di un rito d’iniziazione che pare permeare tutta l’esistenza delle due protagoniste.Non è una caso se dei veri e propri riti iniziatici siano stati proposti qua e là nel telefilm.

D’altro canto il tema, appunto, dell’iniziazione e quindi della crescita è evidentissimo per quanto riguarda Olimpia, la quale ci viene presentata nel suo evolversi da quando ha cominciato a seguire la Principessa Guerriera: nelle prima stagione non era niente più che una ragazzina sognatrice e un po’ ingenua, quindi è divenuta un’amazzone allieva di Xena, poi incredibilmente una pacifista non violenta per terminare orami adulta come un’eroica guerriera.

Se il personaggio di Xena sembra invece sempre uguale a sé stesso nella serie ne viene spesso messo in risalto il complesso passato che l’ha portata al formarsi della sua personalità attuale. La Principessa Guerriera, è stata infatti prima una fanciulla costretta ad impugnare le armi per difendere il suo villaggio da un signore della guerra, poi una coraggiosa ma ancora immatura piratessa, quindi una diabolica condottiera megalomane, assetata di potere ed infine una tormentata paladina dei deboli in conflitto prima di tutto con sé stessa.

Da notare che Xena pur essendo caratterizzata come una supereroina dotata di forza, intelligenza e abilità fuori dal comune, pare essere la negazione del prototipo dei classici eroi (o antieroi) del filone sword and sorcery, stile il Conan di Robert E. Howard. Tali characters sono fortemente influenzati dalla filosofia di Nietzsche con l’idea del superuomo capace di agire “al di là del bene e del male”. Mentre il barbaro Conan, infatti, non si fa problemi a calpestare qualunque sorta di morale, Xena, persino quando si trova a dover ricorrere ad espedienti come il doppio gioco, l’inganno e persino la seduzione, ha sempre delle motivazioni altruistiche che la giustificano. C’è solitamente un amico in pericolo, un qualche innocente da salvare oppure un malvagio da fermare. Caso mai è il periodo in cui la Principessa Guerriera si era votata al male che ci offrono immagini di lei simili al modello howardiano- nietzschiano. Così come ce lo offrono molti personaggi negativi affrontati da Xena: il glaciale Giulio Cesare sempre immerso in oscuri giochi di potere e completamente indifferente ai sentimenti degli altri; il dio della guerra Marte, convinto (da vero nietzschiano) che l’esistenza non abbia alcun senso e le persone in grado di plasmare la loro vita possano assoggettare gli altri. La guerriera Callisto resa psicopatica del suo odio nei confronti di Xena, responsabile della morte dei suoi genitori, al punto dal voler annientare ogni cosa nella sua furia distruttiva.

Xena non è comunque un personaggio monolitico nella sua moralità. La si vede spesso ricadere nei suoi vecchi errori, lasciarsi trascinare dall’odio. Sulla via verso la sua redenzione la Principessa Guerriera, personaggio tutto sommato notturno, ha bisogno di avere al suo fianco la solare Olimpia. In un certo senso Xena è la maestra di Olimpia e Olimpia è la maestra di Xena. Le due si completano a vicenda, hanno bisogno l’una dell’altra, secondo un concetto di unione degli opposti ben noto negli alcune tradizioni iniziatiche.

 Maestri mistici

Già prima di trovare come “guida spirituale” Olimpia, l’esistenza di Xena viene scandita dall’incontro con ben quattro maestri mistici: M’Lila, Lao-Ma, Antinea (Alti) e Belur (Eli).

M’Lila è una schiava egizia che ha però vissuto così a lungo in Gallia da parlare con accento gaelico. Sembra quindi riunire in sé due culture che affascinano molto gli occidentali: il mondo celtico, a cui si richiamano molti gruppi neopagani, e quello egizio, al quale gli ambienti esoterici si rifanno fin dai tempi di Cagliostro e ben presente pure tra i moderni sostenitori dello gnosticismo, originario appunto dell’Egitto ellenista. La schiava incontrò La Principessa Guerriera quando quest’ultima solcava i mari come piratessa e le insegnò sia tecniche di combattimento simili alle arti marziali, sia come manipolare con le dita i punti di pressione del corpo umano. Lei salvò Xena dopo che ha subito assieme alla sua ciurma la crocifissione ad opera di Giulio Cesare [4] . Una freccia nella schiena la uccide, lasciando Xena sola in preda ad odio feroce, essendo stata prima sedotta e poi tradita da Cesare.

La cinese Lao-Ma è stata invece la prima a notare in Xena, adesso votata al male, un grande potenziale e a cercare di allontanarla dall’odio, invitandola ad abbandonare ogni pulsione personale per porsi al servizio degli altri. La Principessa Guerriera, purtroppo, solo molto tempo dopo grazie ad Olimpia arriverà a fare tesoro di tali insegnamenti. Con il personaggio di Lao-Ma, comunque, entra in scena il Taoismo. Nei confronti della storia di questa antica religione cinese gli autori si prenderanno diverse libertà. Infatti Lao-Ma è un’immaginaria moglie di Lao-Tze, il quale appare qui come un re, mentre in realtà sembra fosse solo uno storiografo di corte vissuto nel VI secolo a.C. In aggiunta il Lao-Tze di Xena è un tiranno verso il suo popolo, per tale motivo Lao-Ma, definita “dolce come la rugiada e impetuosa come la corrente”, lo mantiene in uno stato d’incoscienza per governare saggiamente al suo posto. Sarà lei, infatti, a scrivere il testo base del Taoismo, il Tao Te Ching, successivamente attribuito al marito. In antitesi a Lao-Ma è la perfida sciamana siberiana, Antinea. Anche lei nota del potenziale nella giovane Xena ma vuole portarla verso il male più assoluto per fare della futura eroina la “Distruttrice di Nazioni”. Personaggio davvero inquietante Antinea comparirà diverse volte nella serie in qualità di antagonista, ma a ben vedere è anche lei una maestra spirituale, seppure rovesciata di segno.

Xena ormai redenta con la compagna poetessa al suo fianco, incontrerà nella lontana India Belur, un prestigiatore ambulante che scopre di essere un avatar, ossia un dio in forma umana. Capace di guarire miracolosamente gli ammalati e di scacciare i demoni, Belur predica ai suoi seguaci la non violenza e l’amore universale, ma anche una “resistenza passiva” verso le divinità più dispotiche, presto abbracciata pure da Olimpia, la quale per un certo periodo smette di combattere . Dopo le puntate ambientate in India, in cui il personaggio appare molto legato a dèi e demoni locali (suscitando polemiche di credenti indù), l’avatar si reca in Occidente. A questo punto Belur, che fino ad allora sembrava un mix tra Gandhi e Sathya Sai Baba, finisce per inglobare in sé molti elementi di Gesù Cristo. Il suo destino è quello di sacrificarsi per il bene dei suoi seguaci, dimostrando con la sua morte, quanto siano crudeli gli dèi dell’Olimpo.

La rilettura del Cristianesimo

Prima di Belur, il telefilm aveva però già mostrato reminescenze cristiane, in particolare con villain che ammiccano all’immagine giudaico- cristiana del diavolo. Effettivamente già in Hercules, telefilm di cui Xena costituisce uno spin-off, veniva compiuta un’operazione simile con il personaggi del Minotauro: In uno dei film TV che precedettero la serie vera e propria dedicata all’eroe mitologico greco e intitolato appunto Hercules e il Minotauro, il mostro mezzo uomo e mezzo toro viene raffigurato come una sorta di Lucifero pagano: in principio era il più bello fra i figli di Giove, ma ribellatosi per superbia a suo padre venne trasformato per punizione in una creatura orrenda e imprigionato sotto terra.

In Xena oltre al già citato Bacco, sono esistiti nella terza stagione altri due personaggi che potremmo definire “semidemoniaci” per la loro vicinanza ad archetipi diabolici. Ci riferiamo a Dahak e Speranza. Da una guida ufficiale al telefilm della Principessa Guerriera [5] veniamo a sapere che Dahak, il Signore dell’Eterno Fuoco, è ispirato ad Ari Dahaka, il dragone che nella religione iranica zoroastriana stava al servizio del principe delle tenebre Ahriman. Secondo quanto insegna la storia delle religioni lo Zoroastrismo ha influenzato moltissimo Ebraismo e Cristianesimo per quanto riguarda l’idea di angeli e diavoli, paradiso e inferno; qui, quasi di rimando, ad un personaggi ispirato allo Zoroastrismo vengono attribuiti numerosi tratti del diavolo cristiano. Si può cogliere infatti la presenza di Dahak, mai mostrato direttamente nella serie, da elementi come fuoco, luoghi sotterranei e altari sormontati da corna. In una occasione si vede addirittura un suo sacerdote trasformarsi in un mostro cornuto che risponde proprio alla più classica iconografia del demonio. Il Signore dell’Eterno Fuoco viene definito come una nuova divinità che cerca di spodestare gli dèi greci per prenderne il posto, come questi ultimi avevano fatto coi titani. Mentre le divinità olimpiche, seppure spesso tiranniche nei confronti dei mortali, sembrano spinte da odi e amori proprio come gli umani, Dahak è invece un essere malvagio allo stato puro.

Al fianco di Dahak troviamo Speranza, la figlia da lui avuta con Olimpia (dopo che quest’ultima ha perso l’innocenza, uccidendo una persona). Questa malefica bambina cresce ad una velocità impressionante e nella sua versione adulta è identica alla coraggiosa poetessa, la quale nonostante tutto prova veramente sentimenti materni nei suoi confronti. Nella figura di Speranza si fondono i tratti dell’Anticristo, “generato dal diavolo” secondo san Girolamo e presentato nell’Apocalisse di Giovanni come capace di radunare intorno a sé un vasto seguito, a quelli della grande meretrice, descritta sempre nell’Apocalisse e per lungo ossessione dell’occultista inglese Aleister Crowley, il quale riteneva che un uomo congiungendosi con lei avrebbe potuto generare un dio. La figlia di Dahak, riesce a circondarsi da diversi seguaci che la credono una divinità benigna, nonché a portare dalla sua parte Marte dal quale avrà per figlio il Distruttore, un mostro destinato ad eliminare sia umani, sia dei.

Con Speranza si attua, al di là dello sfruttamento, già effettuato dal film Il Presagio (1976) di Richard Donner di profezie bibliche, patristiche e d’altro tipo, interpretate nel loro senso più letterale una riflessione sulla disgregazione della famiglia. La figlia di Olimpia e Dahak, ucciderà infatti Seleuco (Solan), il figlio segreto di Xena affidato ai centauri, creando una profonda crisi nel rapporto fra le due eroine (anche loro una famiglia sotto certi aspetti) che si risolverà pienamente solo dopo avvenimenti catartici, fra cui la morte e risurrezione della buona Olimpia. Non è un caso, forse, che successivamente il Signore dell’Eterno Fuoco sia apparso spesso pure in Hercules. Qui proprio il miglior amico del protagonista sarà posseduto da Dahak, sempre per sottolineare la rassomiglianza tra questo dio maligno e il diavolo, nonché la sua capacità di incrinare le relazioni più fraterne.

Con il personaggio di Belur invece viene rielaborata proprio la storia del Cristianesimo. Nella penultima puntata della quarta stagione The Ides of March, l’avatar indù è arrivato in Grecia e qui scoppia una persecuzione nei suoi confronti ad opera dei Romani, i quali sostengono gli dèi olimpici. Lui e i suoi seguaci, tra i quali c’è anche Olimpia, vengono arrestati. Xena nel frattempo si trova a Roma, ad affrontare Giulio Cesare, ora alleato con Callisto. L’arcinemica della Principessa Guerriera, dopo essere stata uccisa in precedenza, è ora fuggita come spirito dagli inferi. Abbiamo quindi una doppia congiura: quella di Xena con Bruto per fermare Cesare, deciso a proclamarsi imperatore, e quella di Callisto per attirare in trappola l’eroina usando Olimpia e Belur come esche. Le congiure sembrano avere effetto entrambe; la puntata infatti si conclude con la contemporanea uccisione di Cesare nelle Idi di Marzo e la seconda crocifissione di Xena, stavolta insieme alla poetessa. Naturalmente nei telefilm i “buoni” non possono perdere, per cui vediamo gli spiriti delle due eroine salire verso il cielo abbracciate.

La quinta stagione si apre con l’episodio Fallen Angel, nel quale anime di Xena e Olimpia vengono contese da angeli e diavoli. Qui gli autori non hanno fatto molto caso all’aver mostrato in precedenza il regno dei morti greco governato da Plutone e suddiviso in Campi Elisi, ove risiedono i giusti, e Averno, con i dannati sottoposti a tormenti eterni . D’altro canto in Xena era già stata introdotta anche la reincarnazione. In Fallen Angel viene presentata una mitologia molto complessa: le anime meritevoli si trasformano in angeli comuni, ma attraverso una prova iniziatica divengono arcangeli destinati a combattere i diavoli, i quali non sono altro che dannati al servizio del Signore delle Tenebre. Tali demoni cercano di portare la anime dei giusti nel loro regno, in cui queste ultime vengono tentate coi cibi infernali, mangiando i quali ci si trasforma in diavoli. Un arcangelo può riscattare un demone, rinunciando alla sua natura angelica e prendendone il posto come demone. Basandosi su tali premesse, gli autori ci mostrano diverse trasformazioni angeliche e diaboliche per la Principessa Guerriera, la sua compagna poetessa e la malvagia Callisto.

Dopo varie vicissitudini alla fine della puntata Belur risuscita le due eroine, ma Xena adesso si trova incinta “senza peccato” della reincarnazione di Callisto, ora redenta. In aggiunta sulla nascitura grava una profezia secondo la quale la sua nascita provocherà il Crepuscolo degli Dèi. A tale profezie si lega anche il diffondersi della fede di Belur, la morte di quest’ultimo e la persecuzione romana contro i suoi seguaci. Le analogie con il Cristianesimo, che ha portato effettivamente ad un crepuscolo della religione pagana, non si contano: da notare pure che i discepoli dell’avatr usano un simbolo simile al pesce della Chiesa primitiva [6] e il nome originale di Belur, Eli, ricorda Elohim, uno dei nomi ebraici di Dio. Gli sceneggiatori non si fermano qui e finiranno per trasformare Eve in un san Paolo al femminile: separata da Xena e Olimpia, rimaste ibernate nel ghiaccio per quindici anni, la piccola viene cresciuta dall’imperatore Ottaviano e da adulta con il nome di Livia è proprio lei a guidare lo sterminio dei fedeli di Belur. Solo dopo il ritorno della madre assistiamo alla conversione di Eve/Livia folgorata da una grande luce soprannaturale. Tale luce appare in seguito ad una preghiera di Xena che si era trovata a combattere contro la figlia.

Assistiamo dopo questi fatti al battesimo di Eve e al suo nuovo impegno nel predicare il verbo dell’avatar, sebbene il Signore delle Tenebre sia in agguato. Probabilmente questo è davvero uno dei momenti più cristiani della serie, poiché la redenzione appare come un dono proveniente dall’alto, mentre in Fallen Angel e altrove, sembra piuttosto che ognuno debba arrivare da solo alla salvezza o per lo meno riceverla da suoi pari, non da divinità. Non manca un dualismo gnostico con l’arcangelo Michele che dal paradiso pare manovrare tutti quanti per provocare la restituzione dell’immortalità a Marte e Venere, divenuti umani in seguito al Crepuscolo degli Dèi, e per far cadere l’angelo Lucifero all’inferno per rimpiazzare il Signore delle Tenebre sconfitto (il cui vero nome si scoprirà essere Mefistofele). Tutto ciò poiché, ci viene detto, non ci può essere amore se non esiste anche l’odio.

Il dualismo, forse mutuato dal concetto taoista di yin e yang è ben presente in fondo in tutta la serie. Persino il legame tra la solare Olimpia e la tenebrosa Xena ne è un riflesso. D’altro canto a Xena Principessa Guerriera va anche il merito di aver aperto, sovrapposto al consueto dualismo bene- male, quello pace-guerra. In tutto il telefilm la battaglie sono sempre mostrate come qualcosa di atroce, sanguinario ed in ultima analisi negativo, sebbene sembra sia inevitabile per persone come la Principessa Guerriera impugnare la armi, un po’ perché le circostanze lo impongono, ma un po’ anche perché il combattere fa parte della loro natura.In nessun momento della sua vita lo spirito bellicoso è stato assente in essi. Con un acume inusuale per un telefilm fantasy Xena ci ha portato a questioni esistenziali molto profonde, mostrandoci una protagonista, che al di là delle sue stesse inclinazioni desidera la pace universale. Tale concetto è di certo il vero messaggio della serie.

 

Note:

[1] Siccome il nome di molti personaggi è stato modificato nell’adattamento italiano, ne indichiamo il nome originale tra parentesi. Facciamo presente anche che gli dèi olimpici nella versione originale hanno nomi greci (es. Ares, Afrodite), mentre in quella italiana hanno nomi romani (es. Marte, Venere), mentre il vero nome del Signore delle Tenebre, Mefistofele, da noi non viene citato.

[2] Xena è apparsa per la prima volta in Warrior Princess, episodio sceneggiato da John Schulian della prima stagione di Hercules, telefilm prodotto da Rob Tapert. Lo spin-off sulla Principessa Guerriera ha nei credits la dicitura “creato da John Schulian e Rob Tapert, sviluppato da R.J. Stewart”. Schulian, al contrario degli altri due, non ha mai lavorato in nessuna veste a tale serie.

[3] Per maggiori informazioni rimandiamo all’indirizzo www.deepcon.it

[4] Dalle biografie di Cesare veniamo a sapere che in gioventù questi era stato davvero prigioniero di pirati greci e si era poi vendicato di loro, facendoli crocifiggere, proprio come accade in Xena.Altrove nel telefilm non si tiene molto alla ricostruzione storica ma solo alla coerenza narrativa “interna” alla serie stessa.

[5] cfr. K. Stoddard Hayes Xena Warrior Princess – The Complete Illustrated Companion, Titan Books, Londra 2003.

[6] I primi cristiani usavano spesso il simbolo del pesce, perché identificavano nella parola greca “ictus”, ossia pesce, l’acronimo della frase sempre greca, “Gesù Cristo Figlio di Dio e Salvatore”.


 I contributi pubblicati in questa sezione riflettono le opinioni degli autori, non necessariamente quelle del CESNUR o dei suoi dirigenti


CESNUR Home Page - DRACULA Library