Su Edward Alexander Crowley (Aleister Crowley, 1875-1947) è un fatto si continua a spendere, ormai da alcuni decenni (e la tendenza non pare, ragionevolmente, venire meno) una considerevole dose dinchiostro. Non solo: lincidenza di questo prolifico autore, personaggio e magista, ha da tempo travalicato i confini dellinteresse e dellapprofondimento letterario, sconfinando ampiamente in rimandi che dicono relazione alla trasmissione culturale tramite i canali della musica, della cinematografia, e di altre forme fra laltro della comunicazione artistica contemporanea; sorta di profezia che si autoadempie, secondo lottica di Robert Merton.
È altresì vero, e a suo modo curioso, che anche ladozione di questo soggetto come un campo di approfondimento sistematico, quale icona rappresentativa, del mondo cosiddetto occultista che, vale la pena ricordarlo, presenta momenti di analogia i quali però non sempre coincidono con lesperienza reperibile nelle correnti dellesoterismo (in tal senso ci pare appropriata la distinzione operata da Jean-Pierre Laurant, il quale, illustrando lorigine dei sostantivi esoterismo e occultismo, li identifica come falsi gemelli) , non coincida necessariamente, e verrebbe da dire malauguratamente, con uno studio e una produzione scientifica relativa ad ambienti moderni e contemporanei dello scenario occultista, che pure hanno generato socializzazioni organizzate del pensiero magico certamente non inferiori al lascito del profeta delleone di Horus (Crowley), sia quanto alla sofisticazione concettuale, alla produzione letteraria e alla solidità duratura dellambiente umano di riferimento (per non dire delle polemiche e divisioni interne ai rispettivi mondi; cifra apparentemente coessenziale a tali dinamiche). Pensiamo, per fare due esempi straordinariamente significativi di contesti assolutamente privi di approfondimento postumo di genere accademico, al deposito di Víctor Manuel Gómez Rodríguez (Samael Aun Weor, 1917-1977) e del suo movimento gnostico, e a quello di Ciro Formisano (Giuliano Kremmerz, 1861-1930) e dellermetismo kremmerziano.
Eppure, si sentiva il bisogno di uno studio serio e accurato su Aleister Crowley come quello di cui qui ci occupiamo, elaborato sulla base della tesi di laurea in Filosofia discussa dallautore presso lUniversità Statale di Milano nellanno accademico 1993-1994 sotto la guida di Giorgio Galli, e pubblicato diversi anni dopo, anche sulla scorta di una lunga e complessa gestazione. Se ne sentiva il bisogno perché, come precisa Marco Pasi nella
Introduzione, solo recentemente, con il formarsi di un nuovo campo di ricerca per lo studio dei nuovi movimenti religiosi, si è cominciato a studiare lautore, andando oltre il personaggio, con migliore metodo e maggiore attenzione. Ci si è accorti infatti che Crowley rappresenta una fonte fondamentale e apparentemente imprescindibile per tutta una serie di correnti della nuova religiosità, che vanno dal neopaganesimo al satanismo (p. 19).
Peraltro,
Aleister Crowley e la tentazione della politica ha il pregio di inserirsi nel solco degli studi eruditi o di ambito universitario su Crowley pensiamo qui, fra gli altri, a John Symonds,
The Beast 666. The Life of Aleister Crowley (London: Pindar Press 1997) e a Christian Bouchet,
Aleister Crowley et le Mouvement Thélémite (Château-Thébaud: Les Editions du Chaos 1998) non soffermandosi anzitutto sugli aspetti biografici del magista nato a Leamington in una devota famiglia di Plymouth Brethren, che pure sono puntualmente ripercorsi nel primo capitolo (Una vita inqualificabile, pp. 25-47), quanto invece muovendosi in una direzione specifica della sua opera e del suo pensiero, ovvero il suo rapporto con la politica (p. 20). Così, la ricerca di Marco Pasi è svolta su due piani: quello degli eventi e dei fatti e quello delle idee (p. 22).
Il livello di analisi concreto (la biografia) e quello analitico (le idee), permettono così allautore di offrire lingrandimento di un segmento significativo del pensiero di Crowley, al punto che nellottica di una storia delle idee crowleyane lapproccio con la politica come ricorda Giorgio Galli nella
Prefazione getta una luce significativa (p. 7). In cinque densi capitoli (oltre al primo già citato: Politica magica, pp. 48-99; Amicizie pericolose, pp. 100-136; La Bocca dellInferno, pp. 137-162; Controiniziazione e complotto, pp. 163-187; senza dimenticare le utili appendici documentali e bibliografiche, seguite dallindice dei nomi) sono così inseguiti i molteplici fili del dipanarsi del pensiero politico di Crowley alla luce della tentazione per la politica del medesimo, anche attraverso la descrizione di talune frequentazioni con persone che ebbero con lui un rapporto più o meno duraturo, e che soprattutto, in un modo o nellaltro, furono coinvolte nella politica del loro tempo (p. 100): così il generale John Frederick Charles Fuller (1878-1966), il giornalista Thomas Driberg (1905-1976), il corrispondente da Mosca per il
New York Times Walter Duranty (1883-1957), il multiforme Gerald Hamilton (1890-1970), lagente di servizi Maxwell Knight (1900-1968), o Fernando Pessoa (1888-1935).
Ma contro semplificazioni che talora sono state avanzate, Marco Pasi mette in guardia opportunamente, negando la tesi per cui il pensiero e la dottrina di Crowley siano intrinsecamente legati a una concezione politica di estrema destra o filonazista (p. 188) e suggerendo invece una distinzione fra due fasi distinte nella vita del mago inglese una prima romantica e una seconda pragmatica la quale ci offre una chiave per comprendere il senso del rapporto che Crowley ebbe con la politica e le motivazioni di alcuni suoi comportamenti che, in altro modo, potrebbero apparire soltanto stravaganti, dettati semplicemente da quel bisogno di trasgressione che pure fu una caratteristica costante della sua vita (p. 189).
A tal punto che il lettore non può terminare di compulsare questo pregevole volume senza chiedersi se in Aleister Crowley abbia prevalso la tentazione della politica o la politica della tentazione.