CESNUR - center for studies on new religions

La Georgia, l'Europa e il modello italiano: un seminario a Tbilisi

di Massimo Introvigne

imgPer la sua posizione strategica fra mondo arabo, Russia, Iran e Turchia il Caucaso - noto al grande pubblico italiano quasi esclusivamente per la Cecenia - è oggi una delle zone più importanti del mondo. Paesi musulmani, come l'Azerbaijan petrolifero e sciita, sono vicini a repubbliche di antica tradizione cristiana come l'Armenia e la Georgia. Stati Uniti ed Europa seguono con interesse la zona (di cui fa parte la polveriera cecena) ma puntano soprattutto sulle eccellenti relazioni che hanno stabilito con la Georgia dopo la “rivoluzione delle rose” che ha sostituito una nuova classe dirigente al regime dell'ex-ministro degli esteri sovietico Shevarnadze.
Il governo del presidente Sakashvili ha nel suo programma l'apertura di negoziati per l'ingresso nell'Unione Europea. La Georgia, che prima dell'annessione russa del 1801 è stata per mille anni una delle più antiche monarchie cristiane europee, ha certamente le carte in regola per questo passo dal punto di vista storico e culturale. Due problemi si oppongono alla realizzazione concreta dell'aspirazione georgiana. Il primo è l'integrità territoriale: se una delle regioni che di fatto sfuggivano all'autorità del governo centrale, l'Ajara, è stata “recuperata” quest'anno dal governo Sakashvili, altre due - l'Ossezia del Sud, cristiana ma etnicamente non georgiana, e l'Abkhazia, che ha una significativa presenza musulmana - di fatto si comportano come Stati indipendenti con un certo appoggio del governo russo. Il secondo riguarda i diritti umani, la lotta alla corruzione e la libertà religiosa.
L'Italia, assai attiva sul piano delle relazioni con la Georgia da diversi punti di vista, può offrire elementi per impostare il problema della convivenza fra la tradizione religiosa ortodossa ampiamente maggioritaria e legata a filo doppio alla storia nazionale e la presenza di minoranze di origine antica (cattolici, ebrei, musulmani sciiti, luterani) e recente (battisti, avventisti, testimoni di Geova). Un seminario su “L'esperienza italiana di coesistenza religiosa”, aperto da chi scrive e introdotto dall'ambasciatore Fabrizio Romano, si è tenuto all'Università di Tbilisi il 5 novembre 2004 per iniziativa dell'Ambasciata italiana. Ai paesi di recente democrazia sono proposti con una certa insistenza in tema di religioni il modello americano - tutte le religioni sullo stesso piano, ugualmente favorite - e quello francese, dove la religione è un'attività privata da guardare semmai con un certo sospetto. La Georgia è assai più simile all'Italia: in entrambi i paesi una religione maggioritaria è intrinseca alla tradizione nazionale, cui altre confessioni hanno peraltro offerto contributi di rilievo. Prima di sentir parlare di diritti delle minoranze, paesi come la Georgia vogliono essere certi che siano rispettati i diritti delle maggioranze. L'Italia offre il suo modello di riconoscimento plurimo delle religioni - con un Concordato che riconosce il ruolo storico della Chiesa cattolica, intese che accolgono all'interno di rapporti con lo Stato altre religioni presenti in modo significativo nel paese, e un'ampia libertà religiosa anche per i gruppi con cui per ragioni diverse non è possibile né opportuno al momento concludere intese - come via media fra gli opposti modelli americano e francese. Un modello di grande interesse nel mondo ex-sovietico, e un piano su cui il governo italiano può contribuire in modo proattivo all'integrazione in Europa di paesi, come quelli cristiani dell'area caucasica, che per secoli ne hanno fatto parte.

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