Per tredici italiani su cento il terrorista suicida non è né un assassino né un terrorista. Per quattro è un eroe e addirittura per nove è un martire. Questo risultato sconcertante esce da un sondaggio del Tg2, che aveva posto agli italiani la domanda: Chi è per te il kamikaze?
Il sondaggio conferma un dato noto ai sociologi. L'estremismo religioso o politico è un dato costante in tutte le società. L'Italia non ne è immune. Quello che alla maggioranza appare ripugnante o vergognoso affascina minoranze non irrilevanti. Non si deve tuttavia esagerare nell'interpretare immediatamente questi risultati come segnali di un possibile passaggio di un numero imprevedibile di giovani estremisti italiani nelle file del terrorismo globale. Come molti altri fenomeni in un mercato simbolico di beni e di servizi, che molti studiosi di scienze sociali si sforzano di analizzare applicando anche alla politica e alla religione modelli che vengono dalle scienze economiche, il terrorismo suicida presuppone una domanda e un'offerta.
La domanda di estremismo religioso non è, naturalmente, una specificità dell'homo islamicus, qualche cosa che farebbe del musulmano una sorta di specie a sé. Esiste in tutte le società, dove la domanda di esperienze religiose o politiche si rivolge nella sua grande maggioranza a forme rassicuranti e pacifiche, ma una percentuale non irrilevante di persone, specie giovani, cerca invece esperienze estreme ed è suscettibile ai richiami dell'estremismo e della violenza proposti in nome della fede o dell'ideologia (magari no global o anti-americana). Ma questi richiami - l'offerta di estremismo, che fa appunto da contrappunto alla domanda - non sono ugualmente forti nelle diverse culture. Perché l'ingenua ammirazione per il terrorismo si trasformi in una vera e propria partecipazione ad organizzazioni terroristiche, è necessaria la presenza di una forte tradizione di violenza e di frange radicali con una lunga storia e una robusta organizzazione. Questa tradizione e queste frange né rappresentano tutti i musulmani né costituiscono la maggioranza dell'Islam: ma nel mondo islamico hanno una presenza che coinvolge centinaia di migliaia di persone.
Nel cristianesimo dominante in Italia, così come nella nostra politica, anche estremista, le frange violente esistono ma sono decisamente minoritarie. L'indagine della Rai dimostra che l'estremismo potenziale - che si traduce nell'ammirazione per i terroristi suicidi - esiste anche in percentuali di qualche peso della popolazione italiana. Ma questo estremismo potenziale ha meno possibilità in Italia di passare dalla teoria alla pratica, dalle parole ai fatti, perché la nostra tradizione, religiosa e laica, ha maturato in sé una condanna della violenza, senza se e senza ma, che una parte minoritaria ma significativa dell'islam fatica invece non poco a raggiungere.
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