Le ultime notizie dall'Irak sugli ostaggi hanno gettato i media francesi nel più cupo sconforto. Ma bisogna capirli: quindici giorni fa erano usciti con titoli a tutta pagina secondo cui i due giornalisti francesi rapiti in Irak erano liberi e si dirigevano verso l'aeroporto: sono passate due settimane, e ora si annuncia addirittura un processo. Né i giornali francesi si inventavano le notizie: c'erano comunicati ufficiali del governo, che a sua volta - come ora sappiamo - aveva ricevuto garanzie da tre fonti diverse: i Fratelli Musulmani, la maggiore organizzazione fondamentalista mondiale; Hamas (che è poi la branca palestinese degli stessi Fratelli Musulmani); e il capopopolo sciita ribelle Muktada al-Sadr. A fronte della figuraccia mondiale che ha coinvolto governo e stampa francese, ecco che prende quota la giustificazione più facile. Era tutto vero, gli ostaggi erano quasi liberi: ma si sono messe di mezzo le trame oscure dei nemici della Francia, i servizi americani e quelli israeliani. Siamo ora alla seconda fase: non sarà, ci si chiede a Parigi e dintorni, che quegli stessi servizi avevano organizzato il rapimento in odio alla Francia?
L'imitazione del complottismo e dell'anti-americanismo patologico transalpino è il mal francese della nostra sinistra. Ecco allora che si comincia a insinuare che anche le due ragazze italiane siano state rapite dai servizi americani o israeliani. Cattivoni per definizione, come non pensare che questi servizi odiassero le due Simone: dolci, buone e per di più pacifiste e di sinistra? Le fonti che suscitano nei nostri ulivisti questi cattivi pensieri sono le stesse che già ispirarono Chirac, e con cui la sinistra italiana è da sempre in contatto: i Fratelli Musulmani (che tra l'altro controllano ampiamente la maggiore organizzazione islamica italiana, l'UCOII) e i palestinesi.
La verità - di cui chi cerca di liberare gli ostaggi dovrebbe finalmente tenere conto - è un'altra. I Fratelli Musulmani - il cui capo spirituale (pur avendo rifiutato la presidenza dell'organizzazione) è quello shaykh Qaradawi che anche Frattini è andato a trovare - sono la casa madre del fondamentalismo mondiale, e hanno certo avuto un ruolo di cattivi maestri nei confronti dell'ultra-fondamentalismo successivo. Ma controllano (e con difficoltà) una sola delle organizzazioni ultra-fondamentaliste mondiali: Hamas, che del resto opera soltanto in Palestina.
Se i francesi - come fanno gli americani, che le hanno tradotte a spese della Cia - leggessero le opere dell'ideologo di Al Qaida, Zawahiri, scoprirebbero che l'organizzazione di Bin Laden nasce precisamente da una rottura con i Fratelli Musulmani, che Zawahiri chiama cani e traditori per il loro più recente accostamento gradualista, e cui minaccia le più gravi conseguenze (che per Al Qaida non consistono in qualche manifesto affisso sui muri: si rischia la testa). L'ultra-fondamentalismo si è ormai staccato dal fondamentalismo dei vari Qaradawi e non gli riconosce più nessuna autorità, neppure morale. Quanto allo sciita al-Sadr, i sunniti di Al Qaida hanno più volte dichiarato di considerarlo un millantatore e un cialtrone. Dunque, senza bisogno di chiamare in causa la CIA e il Mossad, occorre prendere atto che i Fratelli Musulmani, Qaradawi, Hamas e al-Sadr non sono in grado di dare ordini agli ultra-fondamentalisti terroristi che hanno in mano gli ostaggi. Trattare con loro significa fare un favore alla causa fondamentalista in genere: ma non serve a liberare i rapiti.
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