La stampa parla di lavaggio del cervello e ripropone lo stereotipo della setta: un cliché messo in crisi dallo studio scientifico dei nuovi movimenti religiosi, ma irresistibile per certi media. Si pone tuttavia un problema: se come i sostenitori dellipotesi del lavaggio del cervello assicurano migliaia di sette sono distruttive e spingono i loro membri alla violenza, perché solo una decina di gruppi al mondo sono passati allomicidio, al suicidio di massa o al terrorismo? Che cosa distingue queste sette dalle altre? Per anni vi è stato un animato dibattito fra sociologi e storici delle religioni, più propensi a rintracciare le cause dei comportamenti nelle dottrine, e psicologi e psichiatri, più interessati a ritrovare nel passaggio alla violenza le conseguenze di quella che già negli anni 1950 lo psichiatra Robert Jay Lifton chiamava riforma del pensiero, una tecnica (non infallibile) creata dai comunisti cinesi ma applicata anche da alcune sette.
Ma, proprio indagando sulle malefatte del movimento giapponese Aum Shinri-kyo, anche Lifton si è posto il problema di come identificare fra migliaia di movimenti cui potrebbe essere applicato in astratto il suo modello della riforma del pensiero quelli veramente pericolosi in quanto suscettibili di passare allazione violenta. Nel suo studio su Aum Shinri-kyo, lo psichiatra americano propone diversi criteri per identificare quelle che chiama sètte pronte a distruggere il mondo. Il criterio che Lifton considera decisivo fa riferimento a una ideologia secondo cui è lecito uccidere per curare: omicidio altruistico e distruzione del mondo altruistica. Questi, tuttavia, sono con tutta evidenza elementi di carattere dottrinale.
Aum Shinri-kyo si è trovato in una situazione di contrasto con le autorità e di insuccesso rispetto alle sue previsioni di espansione analoga a quella di molti gruppi religiosi radicali. Tuttavia se qualcuno come nel caso di Aum Shinri-kyo ha nel suo repertorio dottrinale, alla voce nemico, anziché linvito evangelico a porgere laltra guancia la dottrina del poa, secondo la quale uccidere il nemico ingiusto è un gesto altruistico perché gli assicura una migliore reincarnazione, è più facile che, sottoposto a specifiche pressioni, prenda in considerazione tra le soluzioni possibili lomicidio. Ma tutto questo equivale a dire ancora una volta che per chiunque voglia seriamente studiare quali forme di religione forte siano pericolose occorre prendere sul serio le dottrine.
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