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È nato l'asse mondiale del terrore

di Massimo Introvigne (il Giornale, 28 luglio 2004) 

Da qualche mese nei nostri ambienti di intelligence lo si sospetta, e con il giro di vite sulle cellule anarchiche e insurrezionaliste che preparavano attentati nell’Italia Centrale ora se ne cercano conferme. Il terrorismo anarchico e anti-imperialista italiano potrebbe avere contatti con la rete internazionale del terrore che lega sempre più strettamente i sunniti di Al Qaida, gli Hizbollah sciiti, i comunisti turchi, frazioni dell’ETA, i nostalgici irakeni di Saddam e perfino gruppi neo-nazisti inglesi e francesi, in un’alleanza contro natura ma purtroppo efficace.

Da parecchi mesi – forse da qualche anno – Al Qaida ha abbandonato l’originaria impostazione, che prevedeva di servirsi solo di musulmani sunniti duri e puri, per abbracciare la “dottrina Carlos”, elaborata dal super-terrorista degli anni 1970 nel carcere francese dove sconta l’ergastolo. Carlos sostiene che è in atto un’insurrezione mondiale contro gli Stati Uniti, Israele e i loro alleati, che può vincere solo se le sue varie componenti – separatisti, anti-globalisti, anti-imperialisti di tutti i tipi– riconoscono lealmente il ruolo egemonico che Bin Laden e l’ultra-fondamentalismo islamico si sono conquistati sul campo.

Quelli che a molti sembravano deliri di un vecchio rivoluzionario in carcere sono da mesi diventati realtà. Da tempo – mentre alcuni dei suoi sostenitori sauditi, in quanto musulmani sunniti puritani, rifiutano perfino di sedersi allo stesso tavolo con sciiti – Bin Laden intrattiene relazioni con ambienti del governo sciita di Teheran e con gli Hizbollah libanesi sostenuti dall’Iran. L’inchiesta sugli attentati di Madrid ha evidenziato contatti sistematici fra ultra-fondamentalisti islamici e frange dell’ETA basca. In Irak le cellule di Zarqawi sono ormai strettamente integrate con i nostalgici del laico Saddam Hussein. In Italia, Olanda, Turchia diverse inchieste stanno rivelando le preoccupanti dimensioni di un intreccio fra terroristi turchi di matrice comunista, ultra-fondamentalisti islamici ed estremisti di sinistra italiani ed europei, tutti uniti per colpire il governo di Erdogan, insieme cattivo esempio per il mondo musulmano per il suo islam moderato e alleato degli Stati Uniti. Gli arresti di predicatori islamici estremisti in Inghilterra, e le espulsioni di altri imam in Francia, hanno confermato contatti – da tempo noti ai servizi americani – non solo con l’estrema sinistra no global ma anche con gruppi neo-nazisti, cui gli ultra-fondamentalisti sono uniti dall’antisemitismo e dall’odio patologico contro Israele.

In Italia – dai residui delle Brigate Rosse fino al mondo anarchico – il terrorismo anti-imperialista ha sempre cercato il contatto con l’ultra-fondamentalismo islamico. Lo provano centinaia di proclami e documenti. Fino a qualche anno fa, la risposta tipica degli ambienti legati a Bin Laden era quella che emergeva da un’intercettazione telefonica milanese: “Prima studino il Corano”. Ma questo atteggiamento è superato. Nuove intercettazioni telefoniche mostrano che oggi anche in Italia Al Qaida è disponibile a collaborare con chiunque odi gli Stati Uniti e Israele, purché “sia serio”, cioè sappia fare il terrorista. Per questo l’attenzione delle nostre forze dell’ordine su possibili intrecci del terrore fra anti-imperialisti della galassia post-brigatista, anarchici e ultra-fondamentalisti islamici appare più che mai giustificata. Preoccuparsi è doveroso.

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