Da qualche mese nei nostri ambienti di intelligence lo si sospetta, e con il giro di vite sulle cellule anarchiche e insurrezionaliste che preparavano attentati nell’Italia Centrale ora se ne cercano conferme. Il terrorismo anarchico e anti-imperialista italiano potrebbe avere contatti con la rete internazionale del terrore che lega sempre più strettamente i sunniti di Al Qaida, gli Hizbollah sciiti, i comunisti turchi, frazioni dell’ETA, i nostalgici irakeni di Saddam e perfino gruppi neo-nazisti inglesi e francesi, in un’alleanza contro natura ma purtroppo efficace.
Da parecchi mesi forse da qualche anno Al Qaida ha abbandonato l’originaria impostazione, che prevedeva di servirsi solo di musulmani sunniti duri e puri, per abbracciare la “dottrina Carlos”, elaborata dal super-terrorista degli anni 1970 nel carcere francese dove sconta l’ergastolo. Carlos sostiene che è in atto un’insurrezione mondiale contro gli Stati Uniti, Israele e i loro alleati, che può vincere solo se le sue varie componenti separatisti, anti-globalisti, anti-imperialisti di tutti i tipi riconoscono lealmente il ruolo egemonico che Bin Laden e l’ultra-fondamentalismo islamico si sono conquistati sul campo.
Quelli che a molti sembravano deliri di un vecchio rivoluzionario in carcere sono da mesi diventati realtà. Da tempo mentre alcuni dei suoi sostenitori sauditi, in quanto musulmani sunniti puritani, rifiutano perfino di sedersi allo stesso tavolo con sciiti Bin Laden intrattiene relazioni con ambienti del governo sciita di Teheran e con gli Hizbollah libanesi sostenuti dall’Iran. L’inchiesta sugli attentati di Madrid ha evidenziato contatti sistematici fra ultra-fondamentalisti islamici e frange dell’ETA basca. In Irak le cellule di Zarqawi sono ormai strettamente integrate con i nostalgici del laico Saddam Hussein. In Italia, Olanda, Turchia diverse inchieste stanno rivelando le preoccupanti dimensioni di un intreccio fra terroristi turchi di matrice comunista, ultra-fondamentalisti islamici ed estremisti di sinistra italiani ed europei, tutti uniti per colpire il governo di Erdogan, insieme cattivo esempio per il mondo musulmano per il suo islam moderato e alleato degli Stati Uniti. Gli arresti di predicatori islamici estremisti in Inghilterra, e le espulsioni di altri imam in Francia, hanno confermato contatti da tempo noti ai servizi americani non solo con l’estrema sinistra no global ma anche con gruppi neo-nazisti, cui gli ultra-fondamentalisti sono uniti dall’antisemitismo e dall’odio patologico contro Israele.
In Italia dai residui delle Brigate Rosse fino al mondo anarchico il terrorismo anti-imperialista ha sempre cercato il contatto con l’ultra-fondamentalismo islamico. Lo provano centinaia di proclami e documenti. Fino a qualche anno fa, la risposta tipica degli ambienti legati a Bin Laden era quella che emergeva da un’intercettazione telefonica milanese: “Prima studino il Corano”. Ma questo atteggiamento è superato. Nuove intercettazioni telefoniche mostrano che oggi anche in Italia Al Qaida è disponibile a collaborare con chiunque odi gli Stati Uniti e Israele, purché “sia serio”, cioè sappia fare il terrorista. Per questo l’attenzione delle nostre forze dell’ordine su possibili intrecci del terrore fra anti-imperialisti della galassia post-brigatista, anarchici e ultra-fondamentalisti islamici appare più che mai giustificata. Preoccuparsi è doveroso.
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