È documentato che oggi vi sia un ritorno al sacro e alla religione. Presentando la ponderosa opera (1048 pagine) i curatori doverosamente premettono alcune chiarificazioni sulla definizione di "religione" (cf introduzione, alle pp. 15-17: "La definizione di 'religione"'), proponendo la conclusione ricavata dal LISOR della Facoltà di Teologia dell'Università di Leida che "le definizioni che fanno riferimento a un Dio personale e quelle che insistono sulla distinzione fra una sfera del sacro e una del profano sono ormai minoritarie" (p. 15). Pertanto "la natura di 'religione' non è (o non più) un carattere che inerisce a certe realtà, ma una rivendicazione politicamente contestata nelle società contemporanee (dove troviamo peraltro anche rivendicazioni 'negative' di gruppi che non vogliono essere considerati religioni)". Ne consegue che la definizione di "religione" viene volta per volta socialmente costruita, politicamente negoziata, giuridicamente discussa e orientata a determinati risultati "dal momento che diverse leggi e trattati internazionali concedono specifici vantaggi - non soltanto fiscali - alle organizzazioni religiose rispetto a quelle semplicemente culturali, e nello stesso tempo le escludono da alcune possibilità" (p. 15).
Certamente non va attribuito il nome di religione né di pseudo-religione a movimenti di terrorismo "sacro", fondati sul sacrificio umano, sulla manipolazione mentale e il lavaggio del cervello. Pertanto "le definizioni più recenti proposte dalle scienze sociali [...] descrivono, per esempio (e spesso), le religioni come sistemi (che generano organizzazioni e strutture) di risposte non puramente fattuali né suscettibili di verifica empirica alle domande ultime sull'origine e sul destino della persona umana che ogni uomo e ogni donna si pongono. Descrizioni, come si vede, che non considerano decisiva l'autodefinizione, che escludono sia la necessità di un riferimento a un Dio (personale o meno) sia la 'benevolenza' e il contributo positivo al bene comune" (p. 16).
Adatte a ottenere risultati di tipo politico sul piano della difesa della libertà religiosa, queste definizioni-descrizioni della religione sembrano utili per ricostruire mappe nel "campo religioso" - ed è questo, tipicamente il caso, dell'Enciclopedia delle Religioni in Italia.
Tuttavia va detto che l'opera si arrampica letteralmente sui vetri quando si tratta di utilizzare un concreto criterio di selezione tra realtà religiose e quelle non religiose.
Indubbiamente la questione si farebbe di lana caprina se non si arrivasse a una semplificazione, che sarebbe a dire "tagliare la testa al toro". Pertanto viene incluso nell'opera "quel complesso di credenze, aspirazioni, relazioni con il sacro, risposte alle 'domande ultime' che [...] non coincide in ogni caso con gli usi della parola 'religione' orientati a risultati giuridici, che si tratti di concedere esenzioni fiscali o di decidere quali tecniche sono sufficientemente 'non religiose' per potere essere insegnate in una scuola pubblica. Non spetta a un'enciclopedia risolvere questi problemi" (p. 17). È come dire: vi propiniamo una frittura mista di pesce, ma ci scappa pure un tocchetto di spezzatino. Si capisce che la confusione non va attribuita ai curatori dell'Enciclopedia, bensì ai responsabili che hanno creato questo caotico "campo cosiddetto religioso". I curatori (mi pare tutti antropologi-sociologi), semmai, avrebbero potuto includere anche un taglio più strettamente contenutistico e non solo fenomenologico-descrittivo. La cosa sarebbe giovata come orientamento (almeno per i parroci, gli operatori pastorali, i catechisti).
L'equivoco sorge, a mio avviso, proprio dal fatto riduttivo di affidare esclusivamente a dei sociologi la definizione di "religione", come se essa investisse solo l'ambito di loro attinenza e non pure quello interiore e spirituale. Seguendo tale criterio "fenomenologico" si rischia di limitarsi a una lettura "sociologica" della religione e del fatto religioso (appartenenza, pratica, libertà religiosa, aspetto giuridico, influssi), senza alcuna considerazione della sua natura puramente teologica. È estremamente limitativo, a mio parere, trattare la stessa "grande religione" degli italiani affidandosi unicamente ai sondaggi e considerandola soltanto dal punto di vista dell'appartenenza e della pratica. E questo vale anche per le altre religioni (ebraismo, islamismo) e le stesse minoranze religiose.
In realtà il volume si riduce a una "descrizione" (per lo più storico-statistica) delle varie "religioni", o poco più, ma non va oltre. Addirittura si inseriscono realtà che poi non risultano strettamente "religiose". E, dunque, siamo al caos, al contraddittorio, all'approssimativo. Tuttavia - ed ecco la giustificazione - "l'inclusione in queste pagine di realtà che si considerano non religiose non significa né che questa loro auto-definizione non sia trattata, in questa sede, con il rispetto che merita, né che si intenda risolvere il problema 'ultimo' della loro natura affermando che si tratta di realtà religiose" (p. 16).
L'Enciclopedia è compilata dai migliori specialisti italiani del settore, quelli del CESNUR, e presenta il panorama completo delle religioni operanti in Italia, la loro origine, il fondatore, la storia, la diffusione, il recapito, il nome del responsabile, il numero telefonico, la e-mail e l'eventuale sito-web.
I curatori sono MASSIMO INTROVIGNE: fondatore e direttore del CESNUR, esperto di storia e sociologia dei movimenti religiosi, temi sui quali è autore di oltre trenta volumi e oltre cento articoli pubblicati su riviste scientifiche di dodici paesi; PIERLUIGI ZOCCATELLI: è autore di vari volumi e articoli nel campo delle religioni e dell'esoterismo; NELLY IPPOLITO MACRINA: è direttore della Divisione affari dei culti diversi dal cattolico presso la Direzione Generale degli affari dei culti (Ministero dell'Interno); VERONICA ROLDAN: argentina, docente di sociologia delle religioni presso la Terza Università di Roma e l'Università di Buenos Aires.
Dopo un'ampia Introduzione il volume si articola in ben 38 Sezioni più un'Appendice, un vasto Indice dei nomi e, per ogni voce, una Nota bibliografica.
Nelle Sezioni sono trattati i seguenti argomenti: 1. L'ebraismo; 2. La Chiesa cattolica: centro, periferie e scismi; 3. Le Chiese ortodosse e antico-orientali; 4. II protestantesimo e gli organismi di cooperazione interprotestante; 5. II primo protestantesimo; 6. II secondo protestantesimo; 7. il movimento di restaurazione (discepoli di Cristo, chiese di Cristo, "chiese cristiane"); 8 II terzo protestantesimo; 9. II protestantesimo pentecostale; 10. Le parachiese; 11. II protestantesimo radicale; 12. II protestantesimo avventista; 13. Dagli studenti biblici ai Testimoni di Geova; 14. La corrente metafisica e i movimenti cristiani di guarigione; 15. La corrente restaurazionista; 16. Movimenti profetici e messianici di origine cristiana; 17. L'Islam e i movimenti di matrice islamica; 18. Eredità di Gurdjieff; 19. Gruppi di origine zoroastriana; 20. L'induismo e i movimenti di origine induista; 21. I gruppi di origine buddhista; 22. Movimenti di origine giainista; 23. Gruppi di origine sikh e radhasoami; 24. Religioni e movimenti di origine cinese ed estremo-orientale; 25. Le nuove religioni giapponesi; 26. Neo-paganesimo, neo-stregoneria, neo-sciamanismo; 27. La tradizione rosacrociana; 28. Gli ordini martinisti e l'ermetismo kremmerziano; 29. Gli ordini neo-templari; 30. I gruppi teosofici e post‑teosofici; 31. Le fraternità universali; 32. Chiese e movimenti gnostici; 33. Gruppi di magia cerimoniale; 34. Spiritismo e parapsicologia; 35. I movimenti dei dischi volanti; 36. II satanismo; 37. Religioni e movimenti del potenziale umano; 38: New Age, movimenti post-New Age e Next Age.
L'Enciclopedia (mai nulla di così esaustivo era stato prodotto in Italia), è estremamente utile ai parroci, agli operatori pastorali, ai catechisti, ai docenti, agli operatori delle istituzioni educative e, particolarmente, agli insegnanti di religione.
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