La società italiana si modernizza, ma non per questo si secolarizza. Se mai, è vero il contrario: il crescente pluralismo religioso del nostro paese, trascinato dallaumento dellimmigrazione e dalla parziale deregulation delleconomia religiosa che il sistema di contribuzione basato sullotto per mille ha reso possibile, ha coinciso con un risveglio dellattenzione collettiva - soprattutto di quella giovanile - nei confronti del sacro. Finché un mercato religioso è strettamente regolato, lapparente secolarizzazione delle nazioni europee continua. Ma sarà sufficiente il semplice avvio di una fase di effettiva concorrenza fra le religioni, perché altri europei si scoprano più interessati alla religione di quanto non pensassero di essere: esattamente come è successo agli italiani. Il futuro della religione in Europa e in Italia, da questo punto di vista, appare tuttaltro che precario. A questa conclusione giungono, sulla base di un ragionamento confortato dai numeri, due autorevoli studiosi delle religioni quali Rodney Stark, padre della teoria sociologica delleconomia religiosa, e Massimo Introvigne, direttore del Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni). La citazione è tratta dalle pagine finali di un libro, scritto a quattro mani dai due sociologi delle religioni, che uscirà a settembre per i tipi di Piemme. Il titolo dellopera (Dio è tornato. Indagine sulla rivincita delle religioni in Occidente) indica con chiarezza la strada percorsa da Stark e Introvigne, che non mancherà di provocare polemiche su un esito per molti aspetti sorprendente. Le Chiese monopolistiche, protette e sostenute dallo Stato, tendono a diventare inefficienti, sostengono gli autori di Dio è tornato. A patire le conseguenze del monopolio non è solo la Chiesa dominante, ma la religiosità in generale, sottolineano Stark e Introvigne. Al contrario, la deregulation produce (magari dopo parecchi anni) un risveglio religioso. La concorrenza fa crescere la partecipazione alle attività religiose organizzate, le credenze religiose diventano più forti e condivise, ricordano gli autori, sintetizzando gli elementi essenziali della teoria delleconomia religiosa. Il caso italiano è esemplare: a seguito di una parziale liberalizzazione, la pratica religiosa è risalita, e così pure le credenze religiose, fra cui alcune tipicamente cristiane. Citando i dati prodotti dallInchiesta europea sui valori pubblicata da Gubert nel 2000, i due sociologi fanno notare che la frequenza settimanale a cerimonie religiose (cattoliche o non) è salita dal 35 per cento del 1981, un anno precedente allinizio della deregulation, al 40 per cento del 1999. Benché questi dati siano stati contestati da alcuni come troppo generosi quanto ai valori assoluti, indicano comunque una linea di tendenza. Lo stesso vale per le percentuali sulla credenza in Dio, cresciuta dall84 per cento del 1981 all88 per cento del 1999.
Il risveglio è particolarmente evidente nelle persone di età compresa tra i 18 e i 29 anni: dall83 per cento di giovani adulti che credeva in Dio nel 1981 si è passati al 94 per cento del 1999. Di notevole rilevanza è poi il fatto che questo risveglio si è verificato in gran parte fra i cattolici, e che - se possibile - lItalia è diventata ancora più cattolica di quanto non lo fosse prima della deregulation. In altre parole, la Chiesa cattolica è stata così rafforzata dalla pubblica percezione di una concorrenza e di un pluralismo che la percentuale di coloro che si dichiarano cattolici praticanti è salita dal 33 per cento del 1981 al 35% del 1990 e al 38% del 1999, fanno notare Stark e Introvigne. Il fenomeno non riguarda solo lItalia e lEuropa, se è vero che buona parte del mondo è diventata assai più religiosa di quanto non fosse trentanni fa. È una conclusione ovvia per le nazioni a maggioranza islamica. Ma lo stesso è vero per lAmerica Latina, dove la deregulation non ha solo causato unimportante crescita protestante, ma anche una ripresa di vigore cattolica, con il risultato che la religiosità è salita a livelli reali raggiunti (forse) solo in epoca precolombiana - con buona pace per le tesi secondo le quali, nella società moderna, lo spazio riservato al sacro sarebbe diventato ogni giorno più esiguo. Secondo il lapidario giudizio di Stark e Introvigne, le conseguenze di questi dati per le teorie correnti della secolarizzazione sono devastanti.
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Dio è tornato Piemme, Casale Monferrato (AL) 2003 |
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