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XIV LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 328 di martedì 24 giugno 2003 

 

Rinvio del seguito della discussione del disegno di legge: Norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi (2531) e delle abbinate proposte di legge: Spini ed altri; Molinari (1576-1902) (ore 16,17).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi; e delle abbinate proposte di legge d'iniziativa dei deputati Spini ed altri; Molinari.
Ricordo che nella seduta del 10 aprile scorso si è svolta la discussione sulle linee generali.

SANDRO BONDI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRO BONDI, Relatore. Signor Presidente, questa mattina, durante la riunione del Comitato dei nove, sono emersi ulteriori motivi di riflessione su questo provvedimento, a seguito di una discussione che, come lei sa, è stata molto lunga, approfondita, laboriosa, ma anche intensa e molto proficua.
La necessità, signor Presidente, di un ulteriore approfondimento di questo progetto di legge da parte della Commissione, naturalmente, non ha lo scopo di rinviare all'infinito la discussione, ma nasce essenzialmente dalla complessità e dalla delicatezza di una legge che ha suscitato, non soltanto in Parlamento e nel dibattito tra le forze politiche, grande interesse e, al tempo stesso, svariati motivi di perplessità e molti interrogativi.
Questa decisione, a mio avviso - ed è la ragione per la quale oggi prendo la parola - nasce proprio dalla necessità e dalla volontà di prevedere per questo provvedimento un cammino parlamentare più sereno e meno traumatico. Il rinvio che le chiedo, quindi, non risponde certamente ad una tattica dilatoria né è frutto di divisioni insormontabili all'interno della maggioranza.
Si tratta - lo ripeto - di una decisione che appare utile, necessaria, al fine di consentire a questo provvedimento di concludere positivamente, nel prossimo futuro, l'esame parlamentare.
Nessuno, credo, signor Presidente, può negare l'esistenza di problemi reali che questo provvedimento ha posto e pone a tutti e che alcuni recenti avvenimenti, accaduti nel nostro paese, hanno reso, per certi aspetti, ancora più evidenti. Che vi siano, del resto, questioni complesse e delicate che non riguardano soltanto diverse valutazioni presenti all'interno della maggioranza (ma non soltanto all'interno della maggioranza), lo dimostra il fatto che questo disegno di legge ha una storia lunga che attraversa tutto l'arco della precedente legislatura e non soltanto.
Questo rinvio, che spero possa essere molto breve, non va, dunque, caricato di significati che non ha, proprio perché la mia volontà, come relatore, e la volontà dei partiti della maggioranza (e credo anche dei partiti dell'opposizione) è di utilizzare la richiesta di un periodo aggiuntivo di riflessione in Commissione al fine di presentare in aula un provvedimento che possa ottenere un consenso ed un'approvazione il più ampia possibile.
Considero quello in esame un ottimo disegno di legge, un provvedimento necessario e di civiltà che certamente ha bisogno di essere migliorato, di essere corretto, ma non di essere abbandonato.
Solo a queste condizioni, del resto, ha senso che io stesso resti relatore di questo


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disegno di legge che ho condiviso fin dall'inizio nei suoi principi e nei suoi valori fondamentali.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bondi. L'onorevole relatore ha proposto, a nome del Comitato dei nove, ai sensi dell'articolo 86, comma 7, del regolamento, il rinvio in Commissione del progetto in esame.
Su tale proposta, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del regolamento, dovrei dare la parola ad un deputato a favore ed a uno contro, tuttavia darò la parola ad un rappresentante per gruppo. Solitamente, si dà la parola ad un oratore contro e ad uno a favore, però in questa circostanza - lo ripeto - ritengo di avvalermi della facoltà di dare la parola ad un rappresentante per gruppo che sarà scelto dal gruppo stesso.
Ho già identificato l'oratore del gruppo misto, onorevole Boato. Successivamente, darò la parola agli onorevoli Bressa, Montecchi, ai deputati dei gruppi di maggioranza e di Rifondazione comunista.

MARCO BOATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha tre minuti di tempo a disposizione.

MARCO BOATO. Signor Presidente, vorrei esprimere assoluta contrarietà rispetto alla proposta che, sia pure con il garbo che gli è consueto, il relatore Bondi ha avanzato.
Siamo di fronte ad un vero e proprio scandalo politico ed istituzionale. Oltre un anno fa, nel marzo scorso, il Governo, ha presentato questo disegno di legge a firma Berlusconi, Scajola, Prestigiacomo, Martino, Castelli, Moratti, Sirchia, Maroni, Buttiglione, Tremonti - vale a dire oltre la metà del Governo con, in testa, il Presidente del Consiglio - e sulla materia erano state presentate altre proposte di legge dai colleghi Spini ed altri e Molinari, quindi, anche dai gruppi dell'opposizione.
Nella scorsa legislatura - è stato ricordato in modo un po' velato - il provvedimento concernente questa materia è stato bloccato dall'ostruzionismo sistematico che, allora, dai banchi dell'opposizione, la Lega nord ha fatto rispetto ad un provvedimento ottimo, come afferma il relatore Bondi, necessario, come lo stesso dichiara (e condivido) e che rappresenta un segno di civiltà (condivido anche questo giudizio). Aggiungo che si tratta di un segno di civiltà tardivo, essendo ancora in vigore, nel nostro paese, la legge fascista sui culti ammessi.
Parlare di necessità e di approfondimento dopo che la I Commissione (Affari costituzionali) ha iniziato l'esame di questo disegno di legge e delle proposte abbinate nel maggio del 2002 (circa un anno fa), svolgendo audizioni con tutti i principali rappresentanti ed esperti in questa materia esistenti nel nostro paese, mi pare francamente una forma - mi si consenta, senza offesa, l'espressione tra virgolette - di ipocrisia politica e istituzionale.
Dire che non si è di fronte ad una tattica dilatoria e che si tratta semplicemente di qualche diversità di valutazione nella maggioranza, vuol dire nascondere la verità. Da un anno è in atto una forma di ostruzionismo - prima strisciante e, poi, esplicito, dichiarato e conclamato - da parte di un gruppo della maggioranza (la Lega nord) e vi è un'opposizione a questa legge da parte di qualche altro esponente della maggioranza.
Il collega Bondi - il quale sa quanto rispetto e quanta stima nutra per lui, per la verità più rispetto - ha annunciato qualche mese fa al Senato, di fronte al Presidente Pera, in occasione di un convegno pubblico, che entro giugno di quest'anno, probabilmente, sarebbe diventata legge dello Stato. Siamo a giugno e siamo in aula, non all'inizio del dibattito ma dell'esame degli emendamenti, con la richiesta di un maggior approfondimento attraverso un rinvio in Commissione. Presidente, lei sa che sistematicamente nelle riunioni della Conferenza dei presidenti di gruppo di questi mesi io ed altri abbiamo chiesto l'inserimento nell'ordine del giorno dell'Assemblea del disegno di legge in esame e che, di fatto, ci è stato chiesto di oltrepassare il momento elettorale per evitare


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che le polemiche, le opposizioni e i ricatti della Lega nord potessero diventare oggetto strumentale di campagna elettorale.
Le elezioni sono passate, la Lega nord le ha perse, la maggioranza non mi pare che sia uscita bene dalle stesse e non è servito a nulla affossare l'esame di questo disegno di legge che reca la prima firma del Presidente del Consiglio Berlusconi. Adesso, in aula non possiamo accettare questa forma di mascheratura politica di lacerazioni interne alla maggioranza con un rinvio in Commissione.
Questa è una legge - uso le parole del relatore - ottima, necessaria e segno di civiltà del nostro paese: è pessimo, pretestuoso e segno di inciviltà per il nostro paese bloccarne ancora una volta l'iter parlamentare.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Boato. Devo darle atto che lei in Conferenza dei presidenti di gruppo ha sempre posto con insistenza tale questione.
Vorrei salutare gli alunni della scuola elementare Centobuchi di Monteprandone presenti in tribuna (Applausi).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2531.

GIANCLAUDIO BRESSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha tre minuti di tempo a disposizione.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, il relatore Bondi - che considero persona estremamente preparata e responsabile - pochi istanti fa ha comunicato all'Assemblea che il rinvio nasce dalla complessità e dalla delicatezza della legge e che, soprattutto, nasce per trovare un consenso più ampio in quest'aula. Onorevole Bondi, questa mattina ho già detto che mi rendo conto della delicatezza e della difficoltà del ruolo che in questo momento sta svolgendo ma, proprio perché ho il massimo rispetto della sua attività di parlamentare, vorrei che lei ne avesse altrettanto di noi e dell'aula e, pertanto, che le argomentazioni che lei si vede costretto ad usare per chiedere il rinvio fossero meno ipocrite di quelle che abbiamo ascoltato.
Onorevole Bondi, so che lei si trova in difficoltà ma, come tutta l'Assemblea sa, le difficoltà nell'approvazione del disegno di legge in esame - che ha come primo firmatario il Presidente del Consiglio Berlusconi - sono nate all'interno della vostra maggioranza. Abbiamo assistito ad un'azione ostruzionistica portata avanti della Lega nord, non da altri. Le dirò di più. Il testo che il Governo aveva predisposto è di gran lunga migliore e preferibile a quello che è uscito dai lavori della Commissione, lavori che sono stati potentemente influenzati non solo dalla Lega nord ma anche da un rigurgito di cultura fondamentalista che era totalmente o quasi per nulla presente nel disegno di legge del Governo.
Io sono fermo alla relazione che lei fece per la prima volta in Commissione; quello è un testo che lei definì una legge ottima, urgente e necessaria. Lei non può nascondere, onorevole Bondi, che, accogliendo vari emendamenti, si assiste ad un progressivo slittamento di questa proposta verso una deriva che ci sta portando a quanto di peggio possiamo immaginare.
Nel dossier che ci è stato fornito dall'ufficio studi c'è un bellissimo intervento del professor Margiotta Broglio, il quale ad un certo punto fa questo riferimento: dovete stare attenti quando affrontate temi di questo genere per non correre il rischio,


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che è già capitato ad alcuni Parlamenti, di passare dalla proclamazione della diversità biologica, propria della normativa delle leggi razziali degli anni trenta e quaranta, alla definizione della diversità culturale e religiosa come una minaccia alla propria identità nazionale.
Voi state slittando verso una deriva, razzista (tra virgolette e poi neanche tanto tra virgolette), perché state accogliendo una serie di emendamenti che tendono ad accreditare la regolazione del fondamentale diritto di libertà religiosa come un pericolo per l'identità religiosa di questo paese.

PRESIDENTE. Onorevole...

GIANCLAUDIO BRESSA. Ho finito, Presidente. Questo disegno di legge dovrebbe andare in tutt'altra direzione. Questa mattina lei ha dato parere favorevole ad un emendamento del collega Pacini, che recita testualmente: è fatto divieto di edificare nuovi edifici di culto o di adibire al culto edifici già esistenti in prossimità di luoghi di culto appartenenti ad altra confessione religiosa. I regolamenti comunali precisano le distanze minime in funzione delle caratteristiche del territorio della città che devono essere rispettate.
Questo sembra tratto da un regolamento comunale per regolare le attività dei parrucchieri e di barbieri. Non c'è più nemmeno questo obbligo nel nostro paese. Ma da quando in qua potete immaginare di fare una legge che attua la Costituzione mettendo dentro una norma così ridicola, così assolutamente ridicola? Che cosa facciamo, la pianta organica delle chiese? E se adesso c'è una sinagoga che è lì da mille anni a fianco di una basilica, che cosa facciamo? Ne abbattiamo una delle due o costringiamo la basilica a diventare un fast food perché non ci può essere contiguità?
Ma vi rendete conto che strada avete preso? Si rende conto onorevole Bondi in che direzione sta portando questa legge
(Commenti dei deputati del gruppo di Forza Italia)?

PRESIDENTE. Onorevole, la invito a concludere.

GIANCLAUDIO BRESSA. Concludo, Presidente. Allora abbiate il coraggio di dire che questa legge non si affronta perché siete spaccati (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo), perché la vostra maggioranza anche su questo non è maggioranza, perché questa sarebbe una zeppa in più alla vigilia della verifica (Applausi dei deputati del gruppo della Margherita, DL-l'Ulivo).

ELENA MONTECCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELENA MONTECCHI. Grazie, signor Presidente. Oggi a lei, onorevole Bondi, relatore e portavoce di Forza Italia, è toccato il compito imbarazzante della manzoniana Perpetua, che è arrivata in soccorso di don Abbondio, al quale venne il febbrone per non celebrare il matrimonio. È una rappresentazione un po' magra quella di chi cede ai «bravi lombardi» e non si preoccupa di argomentare con le ragioni politiche i termini che rendono necessario il rinvio.
Già i colleghi hanno detto molte cose, noi stiamo parlando di un disegno di legge del Governo, non dell'opposizione, noi stiamo parlando di un provvedimento che trova dei punti di divisione fondamentali nella maggioranza anche per quanto riguarda i tratti illiberali che sono stati proposti in quel testo, frutto di una concezione autoritaria dello Stato. Basta leggere gli emendamenti e quanto è stato approvato; voi adesso state cedendo all'equazione proposta dalla Lega nord Padania: immigrazione, islam, uguale minaccia dell'identità nazionale. È di questo che stiamo parlando, confondendo - e voi consentite che si confonda - il tema della libertà religiosa in Italia e quel provvedimento, che supera le norme fasciste del 1929 e del 1930, con questa propaganda demagogica e razzista. Dunque, anche la libertà religiosa è merce di scambio nella vostra verifica?
Sono merce di scambio tutte le minoranze religiose? Perché non effettuate dei


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controlli di polizia anche nei confronti delle chiese evangeliche? Oppure queste rientrano nella definizione, seppure storicamente discutibile, della tradizione giudaico-cristiana? Perché non date il consenso all'approvazione definitiva della proposta di sopprimere le macellerie rituali previste nell'intesa con le comunità ebraiche? Perché queste macellerie rituali, poiché servono anche ai musulmani, non le cancelliamo dal testo del provvedimento? Voi state facendo questo, e non so se ve ne stiate rendendo conto.
Agendo in questo modo noi siamo fuori dall'Europa; so bene che in questa sede parlare di libertà e di cultura suscita qualche ironia. Tuttavia, noi stiamo parlando di un disegno di legge che era stato predisposto in maniera equilibrata e che si poneva il tema dell'integrazione fra i cittadini e che non nascondeva i problemi. Voi lo avete tradotto in una farsa. E la farsa l'ha fatta, qui, lei, onorevole relatore. Lei che aveva svolto una relazione proprio a sostegno di questo disegno di legge. Ma chi vuole che le creda? Ma chi vi crede? Dopo un anno avete ancora bisogno di approfondimenti?

PRESIDENTE. Onorevole Montecchi, si avvii a concludere.

ELENA MONTECCHI. Concludo, Presidente. No, avete bisogno di vedere se oltre a negoziare emendamenti folli potete trovare una modalità con la quale uscirne; e uscirne anche rispetto a quelle comunità con le quali avete stipulato delle intese. Come mai questo Governo non ha ancora deciso di ratificare l'intesa raggiunta con i buddisti? Guardate che una maggioranza che pensa di rapportarsi con questi modi alle minoranze non lo fa sulla base di una logica di attenzione verso il fenomeno dell'immigrazione, ma lo fa seguendo un'altra logica, che è quella di calpestare, ancora adesso, le minoranze esistenti nel nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l'Ulivo e della Margherita, DL-l'Ulivo).

VALDO SPINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Spini, le do la parola in via straordinaria, tenuto conto che ha già parlato un rappresentante del suo gruppo parlamentare, dal momento che lei è il primo firmatario della proposta di legge n. 1576, sottoscritta da altri 40 deputati ed abbinata a quella del Governo. Le do la parola a questo titolo. Le ricordo che ha a disposizione tre minuti.

VALDO SPINI. Signor Presidente, come si evince dal suo numero, la nostra proposta di legge (la n. 1576) è stata la prima ad essere presentata su questo argomento in questa legislatura (il 14 settembre 2001). Noi abbiamo presentato questo progetto di legge ispirandoci nelle sue linee fondamentali a quello che era stato approvato, con la sola opposizione della Lega nord Padania, nel marzo 2001, nel corso della precedente legislatura. Ciò sta a denotare un lungo cammino percorso da questa proposta di legge.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Costituzione italiana è entrata in vigore nel 1948, quindi, 55 anni fa; è mai possibile che nell'arco di tutti questi anni non si sia riusciti ad abolire la legislazione sui culti ammessi del periodo 1929-1930 e a sostituirla con una legislazione coerente con la nostra Costituzione? Questa è, a mio avviso, una sfida che dovremmo sentire tutti senza alcuna distinzione di posizione politica e di posizione ideologica, ed essere capaci di portarla avanti con coerenza.
Ho ascoltato l'onorevole Bressa parlare di vincoli in ordine all'ubicazione delle chiese; ebbene, chi avesse dimestichezza con le valli valdesi si renderebbe conto che lì ci sono molte chiese lontane dai centri abitati perché ai valdesi era proibito avere la chiesa nel centro abitato e il cimitero vicino al loro paese. Dobbiamo per caso, nel 2003, rispolverare questo tipo di leggi? Certo, in questo caso, queste norme non si dirigerebbero verso i valdesi dato che essi hanno ormai la loro intesa, ma riguarderebbero altre confessioni religiose. Pertanto, un senso profondo di uguaglianza e


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di umanità mi porta a respingere ed a ribellarmi di fronte a previsioni di questo genere.
Signor Presidente, la ringrazio per la sua sensibilità; proprio perché siamo stati i primi firmatari di proposte di legge riguardanti questo argomento, con grande umiltà, abbiamo acconsentito a che la proposta del Governo andasse avanti, tenuto conto che essa è molto vicina alla nostra, pensando, forse a torto, che la firma di Berlusconi, di Castelli, e dell'allora ministro dell'interno Scajola, e di Tremonti e così via, fossero uno scudo sufficiente per poter portare questo Parlamento a deliberare in tempi rapidi. Però, vedo che la rapidità anche sulla questione della libertà religiosa è vittima di contraddizioni e di divisioni più generali.
Signor Presidente, per ora ho parlato in materia di applicazione dei princìpi costituzionali, tuttavia, se ne avessi il tempo, parlerei anche come ex sottosegretario di Stato per l'interno per dichiarare che è interesse dello Stato regolare tale materia e non lasciarla in questa confusione ed in questo magma indistinto; del resto, mi sembra che il ministro Pisanu abbia accolto questo spirito e lo abbia saputo dire.
Nel momento in cui l'onorevole Bondi (cui do atto anche di essersi impegnato su questo argomento) oggi ci chiede il rinvio in Commissione del provvedimento, è legittimo allora porsi un interrogativo. In questa legislatura abbiamo ancora tempo per poter approvare tale disegno di legge, inviarlo al Senato ed esaminarlo con tutta la calma necessaria per farlo arrivare in porto; tuttavia, sarebbe veramente un disonore per questa legislatura mancare questo compito storico e non riuscire ad adeguare la legislazione in questa materia alla nostra Costituzione.
Ebbene, è con questo spirito che, anche a nome dei colleghi che hanno firmato così numerosi la proposta di legge di cui mi onoro di essere primo firmatario - e che ringrazio -, mi appello anche a lei, signor Presidente, affinché questo rinvio in Commissione non sia un viaggio senza ritorno e non sia un viaggio lungo, bensì porti consiglio, e conduca all'approvazione di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo).

GRAZIELLA MASCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha 3 minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

GRAZIELLA MASCIA. Signor Presidente, intervengo anch'io per ribadire la nostra contrarietà al rinvio della discussione di questo disegno di legge ed anche per ripristinare un minimo di verità.
È stato ricordato dai colleghi e dalle colleghe che l'iter di questo disegno di legge d'iniziativa governativa aveva incontrato il favore ed il consenso anche delle opposizioni per l'approccio che proponeva e per l'impianto da cui partiva. Questo provvedimento è stato posto all'ordine del giorno pochi giorni dopo le dichiarazioni del ministro Pisanu rispetto alla necessità di aprire un dialogo in questo paese, in particolare con l'islam moderato.
Naturalmente, la fase storica in cui ci troviamo a discutere il disegno di legge, che, come è stato già sottolineato, è tardivo ma necessario, rende urgente la sua approvazione; pertanto, questo provvedimento aveva incontrato un sostegno per il suo impianto, salvo, naturalmente, lo sforzo di ognuno per poterlo ulteriormente migliorare. In questo senso, si sono svolte alcune audizioni e si è lavorato duramente anche per respingere l'ostruzionismo della Lega nord Padania.
Penso, allora, che in primo luogo occorra chiarire che le ragioni per cui non si procede all'esame di questo provvedimento sono tutte interne alla maggioranza; inoltre, vi è ormai una grande attesa intorno a questo disegno di legge, non solo per le audizioni che sono state svolte, ma anche perché tutte le comunità interessate hanno seguito, di volta in volta, l'iter del provvedimento.
Vi è, inoltre, una questione di merito. Come hanno già evidenziato i colleghi che mi hanno preceduto, gli ulteriori approfondimenti


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cui ci siamo abituati negli ultimi tempi hanno portato non solo ad un peggioramento, ma in alcuni punti addirittura ad uno stravolgimento dei princìpi ispiratori del testo iniziale.
Dunque, l'idea di dover ulteriormente approfondire il provvedimento per ottenere un ulteriore consenso, come ci chiede il relatore Bondi, è vista da noi con grande preoccupazione e grande allarme, perché da questi ulteriori approfondimenti non ci si può aspettare che ulteriori peggioramenti e stravolgimenti. Naturalmente, questo ampliamento del consenso potrà avvenire soltanto all'interno della stessa maggioranza, a scapito, invece, di un contributo e di un parziale consenso venuti da tutta l'opposizione. Allora, quello che è stato inizialmente salutato come un segno di civiltà rischia di caratterizzarsi, alla fine, come un segno di integralismo e di autoritarismo.
Dunque, penso che ciò, anche rispetto alle attese che vi sono all'esterno, sia un fatto molto grave, e quindi bisogna quanto meno denunciare in modo chiaro di chi sono le responsabilità e quali sono i punti che oggi impediscono a quest'Assemblea di passare all'esame delle proposte emendative. Pertanto, siamo fermamente contrari alla proposta di rinvio (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista e del deputato Bressa).

MARCELLO PACINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha 3 minuti di tempo a disposizione.

MARCELLO PACINI. Signor Presidente, vorrei dire poche parole solo per tranquillizzare i colleghi che vedono con preoccupazione questo rinvio; in particolare, vorrei tranquillizzare l'onorevole Spini, di cui ho apprezzato la pacatezza ed il richiamo al noto dovere di completare l'applicazione della Costituzione.
Credo che questa maggioranza avrà l'onore di pilotare e di portare a termine un'impresa che non è mai riuscita nelle precedenti legislature. Ritengo, infatti, che mai come oggi sia avanzata l'elaborazione di un provvedimento sulla libertà religiosa e pertanto credo che occorra dare fiducia all'onorevole Bondi, in qualità di relatore, e all'intera maggioranza, perché certamente il disegno di legge al nostro esame verrà definitivamente approvato.
Fatta questa precisazione, che vuole essere tranquillizzante, devo dire tuttavia che mi sembra che qualcuno di coloro che sono intervenuti non abbia ben seminato: infatti, c'è un eccesso di vocabolario, c'è un eccesso dell'uso indiscriminato di parole che talvolta arriva alla falsità.
Per ciò che mi riguarda personalmente, ormai ho una vita alle spalle e non credo di avere mai meritato la definizione di razzista né di aver manifestato alcun rigurgito fondamentalista. Chi ha queste preoccupazioni legga ciò che ho scritto e veda ciò che ho fatto: certamente, constaterà che se vi è una persona che ha mostrato apprezzamento per il dialogo verso le culture quella sono io. Pertanto, non accetto da nessuno certe affermazioni e certi aggettivi (Commenti dei deputati del gruppo dei Democratici di sinistra-l'Ulivo - Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e della Lega nord Padania)!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, mi sembra che l'onorevole Pacini meriti di essere ascoltato.

MARCELLO PACINI. Posso invitare l'onorevole Bressa a leggere meglio la proposta emendativa di cui sono firmatario. Essa stabilisce che è fatto divieto di edificare nuovi edifici di culto o di adibire al culto edifici già esistenti. Pertanto, non si tratta di demolire (così vogliamo cadere nel ridicolo), bensì semplicemente di amministrare con grande preveggenza, con grande moderazione e con grande prudenza ciò che sta accadendo e che accadrà nei prossimi mesi.
Credo che tutti dobbiamo convenire sul fatto che questa legge, proprio perché è importante, vada affrontata senza escalation di parole, con grande umiltà e con grande fiducia, come ho affermato altre volte. Non vi è dubbio, però, che è diritto


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della maggioranza cercare di riconciliarsi al proprio interno, per tentare di giungere all'approvazione di questa legge con il consenso di tutte le sue componenti, nessuna esclusa. Ritengo che questa via vada perseguita con grande prudenza, ma anche con determinazione.
D'altro canto, siamo rappresentanti di diverse sensibilità. Credo che tutti i nostri elettori, cui dovremo poi rispondere, debbano essere capaci di comprendere il senso del nostro operato ed il motivo delle nostre decisioni. Ritengo, pertanto, che vi sia anche un problema di traduzione in termini facilmente comprensibili di ciò che andiamo legiferando.
Infine, vorrei esprimere un'ultima parola su quanto si propone di fare il ministro Pisanu, come è stato già annunciato. Non credo che ciò rientri nelle competenze di questa legge, bensì la sfiora. Certamente, questa legge, nel momento in cui si pone il problema di regolamentare tutte le religioni - e, quindi, anche l'Islam - deve farlo in termini di grande moderazione e realismo. Ritengo che la strategia che il ministro Pisanu si propone di realizzare e che - lo ripeto - è marginale rispetto a questa legge potrà trarne soltanto dei benefici.

RICCARDO MIGLIORI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Alleanza nazionale esprime consenso sulla richiesta del relatore Bondi di un rinvio in Commissione di questo provvedimento. Il relatore - al quale esprimo solidarietà per l'equilibrio con il quale sta conducendo questo difficile ruolo - ha spiegato bene i motivi per i quali vi è la necessità di un approfondimento serio su un argomento che necessita di equilibrio e serietà rispetto ad osservazioni di natura puramente propagandistica che, purtroppo, soprattutto ad opera del collega Bressa, questa sera abbiamo sentito ripetere da parte di alcuni esponenti dell'opposizione. Essi cadono in tre contraddizioni di fondo: è possibile avere un equilibrio di confronto su questa materia tacciando la maggioranza di deriva razzista solo perché chiede un approfondimento su questo argomento?
La seconda questione: è possibile, colleghi, dire (come giustamente ha osservato il collega Spini) che sono cinquant'anni che si attende l'applicazione di un dettato costituzionale attraverso una normativa e poi criminalizzare un approfondimento di alcune settimane su una questione che il Parlamento disattende da cinquant'anni?
La terza questione: il collega Spini sa bene che, nella passata legislatura, il collega Maselli, per cinque anni, in Commissione affari costituzionali ha cercato disperatamente di pervenire ad un risultato concreto, attraverso la predisposizione di una legge che, solo sul finire della passata legislatura, ha trovato un risultato, senza possibilità di essere «traghettata» al Senato.
Chiediamo alcune settimane, dopo che i colleghi dell'opposizione, maggioranza della passata legislatura, hanno atteso cinque anni per portare in aula questo provvedimento.
Mi sembra evidente da quale parte sia l'ipocrisia e la propaganda in questo dibattito (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza nazionale).

ANDREA GIBELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA GIBELLI. Signor Presidente, molto brevemente: ringrazio il relatore della proposta. Alcuni esponenti della sinistra solo oggi riscoprono l'identità religiosa, visto che per decenni si sono occupati di altro, e si iscrivono al supermarket dell'identità religiosa e sono i benvenuti per questo.
Tutto il dibattito in Commissione, che, tra l'altro, ha visto protagonista il relatore, Bondi, con una particolare attenzione a tutti gli interventi, ha lasciato - su tale punto la Lega è assolutamente favorevole al rinvio in Commissione - una serie di


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approfondimenti da svolgere che, anche negli interventi degli onorevoli Boato, Bressa e Montecchi sono stati affrontati come alcuni studenti fanno prima degli esami universitari, quando leggono solo le copertine dei libri.
Mi spiego meglio: per evitare equivoci - qui nessuno vuole limitare la libertà religiosa di nessuno - sono state svolte una serie di considerazioni poi emerse anche nel dibattito in discussione generale su temi che non sono stati affrontati.
Uno dei primi emendamenti presentati dal mio gruppo riguarda il rilievo che, oltre al rispetto della Costituzione, vi era la volontà di affrontare il diritto internazionale, facendo leva sui diritti dell'uomo, cosa che invece la sinistra usa solo quando le fa comodo. In questo caso, si rendeva necessaria una precisazione. Questa è l'ipocrisia razzista di chi vede le cose a compartimenti stagni e che oggi vuol venire in aula con un provvedimento che presenta, invece, ancora alcune questioni da risolvere. Le voglio elencare brevemente, in maniera che rimangano agli atti per tanti maestri dell'identità religiosa improvvisata.
Abbiamo affrontato il problema del diritto internazionale e non abbiamo ricevuto dall'opposizione nessun tipo di risposta; abbiamo chiesto una precisazione per quanto riguarda l'interruzione necessaria per adempiere ai riti e alle convinzioni legate al proprio culto nel corso dell'orario di lavoro. Si tratta di una materia molto delicata. In questa norma si affronta un articolo che, addirittura, non è nemmeno previsto nei paesi di origine di alcune rappresentanze religiose che sono ospitate nel nostro paese. Chiediamo chiarezza in merito a tali argomenti.
Ad esempio, abbiamo affrontato il problema del concetto di famiglia ed abbiamo ricevuto solo silenzi.
Caro onorevole Boato, lei, durante la discussione sulle linee generali, ci ha allietato di passaggi legati all'interpretazione assolutamente coerente con questo provvedimento di legge per quanto riguarda la Costituzione. Le ricordo che la Costituzione non è solo un elenco di norme asettiche; non è un contenitore culturale infinito in cui vi è tutto e il contrario di tutto.
Tale norma merita un approfondimento per definire un confine entro il quale certi termini, tradotti in lingue diverse dall'italiano, hanno significati culturali diversi. Non è un fatto tecnico. Ciò si confronta con duemila anni di storia e con tutte le confessioni religiose che oggi sono presenti nel nostro paese e che hanno un orizzonte culturale diverso.
Dobbiamo emanare norme per rispettare questo principio, non altro (Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania).
Concludo brevemente, Presidente, parlando dell'articolo dove si fa riferimento all'esigenza religiosa. Onorevole Boato, lei che ci definisce tutte le volte dei legislatori che devono essere più attenti, definisca lei quell'articolo dove c'è il concetto di esigenza religiosa che consente di dividere gli oneri di urbanizzazione tra le amministrazioni. Ebbene, chiedo ai colleghi dell'Assemblea che ricoprono cariche di amministratori negli enti locali, nel momento in cui si dovrà normare questo principio, quali parametri useremo, nonostante vi sia nella norma un principio che è assolutamente di cartello.
Per queste ragioni e per altre siamo assolutamente favorevoli al ritorno del provvedimento in Commissione, al fine di un suo adeguato approfondimento, al di là di tutti gli slogan e delle definizioni di facciata legate alla cosiddetta identità religiosa, che oggi è diventata patrimonio di una sinistra che non ha una storia di identità religiosa, perché per duecento anni si è occupata di ben altro
(Applausi dei deputati del gruppo della Lega nord Padania)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione mediante procedimento elettronico, senza registrazione dei nomi, la proposta di rinvio in Commissione del disegno di legge n. 2531, e delle abbinate proposte di legge nn. 1576 e


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1902, recante norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi.
(La Camera approva).

La Camera approva per 24 voti di differenza.
Prendo atto che l'onorevole La Starza non è riuscito ad esprimere il proprio voto

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