CESNUR - center for studies on new religions

CAMERA DEI DEPUTATI - XIV LEGISLATURA
Resoconto della XII Commissione permanente
(Affari sociali)

Resoconto di martedì 18 marzo 2003

Norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi.
C. 2531 Governo.
(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

La Commissione prosegue l'esame, rinviato nella seduta del 13 marzo 2003.

Giuseppe PALUMBO (FI), presidente, ricorda che nella scorsa seduta è stata svolta la relazione ed il relatore ha preannunziato una proposta di parere favorevole.

Cesare ERCOLE (LNP), ringraziato l'onorevole Di Virgilio per l'esauriente relazione svolta, manifesta la netta contrarietà del gruppo della Lega nord sul provvedimento all'esame della Commissione. Pur concordando infatti con il principio della libertà religiosa, reputa il provvedimento prematuro ed inappropriato, paventando il rischio che venga lesa l'unicità dell'ordinamento giuridico italiano; ciò considerato, in particolare, anche che è tuttora inesistente un'autorità islamica rappresentativa, che sancisca la netta differenziazione tra sfera laica e religiosa. Prospetta quindi le pericolose conseguenze che a suo avviso deriverebbero dall'approvazione del provvedimento in titolo, osservando come non si possa svendere un patrimonio culturale e religioso millenario, né cancellare l'identità e la civiltà giuridica nazionale e come con tale provvedimento si conceda personalità giuridica a tutti i culti presenti nel paese, comprese le sette e, soprattutto, alla confessione islamica, che tra l'altro accetta la disparità tra uomo e donna.
Richiama quindi i contenuti dell'articolo 8, che concerne l'esercizio della libertà religiosa in particolari condizioni, quali l'appartenenza alle forze armate e di polizia, la degenza in strutture sanitarie, socio-sanitarie ed assistenziali, nonché la permanenza negli istituti di prevenzione e pena, osservando che tale norma consente, tra l'altro, l'adempimento delle prescrizioni religiose in materia alimentare, nonché l'articolo 9, in materia di libertà religiosa nei luoghi di lavoro. Evidenziata la gravità delle disposizioni recate dall'articolo 11, che consente al ministro di culto, nel celebrare il matrimonio, di omettere la lettura degli articoli del codice civile riguardanti i diritti ed i doveri dei coniugi, e ricordato che l'articolo 12 impone agli insegnanti un'illustrazione asettica dei fatti storici, al fine di non offendere le libertà religiose, reputa gravemente lesive della


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cultura nazionale anche altre norme contenute nel disegno di legge in esame.
Invita quindi a riflettere su taluni aspetti della religione musulmana, sottolineando come la negazione della libertà individuale e di pensiero, dell'autodeterminazione e dell'uguaglianza formale di tutti i cittadini siano caratteristica dell'Islam. Ribadisce altresì il ruolo non paritario riconosciuto alla donna, anche in tema di divorzio e successione, ricordando come i minori siano intesi come proprietà del capo famiglia. Rilevato inoltre come la pratica dell'infibulazione non venga contrastata e come la religione islamica sia molto comprensiva nei confronti della violenza esercitata in ambito familiare, rileva che la jiad rappresenta un dovere primario per tutto l'Islam, evidenziando il pericolo rappresentato dal terrorismo.
Ricordato infine che l'approvazione del disegno di legge in discussione avrebbe come effetto una rapida diffusione dei precetti islamici e prospettato il rischio che la possibilità di destinare l'8 per mille dell'IRPEF alla confessione islamica si traduca, di fatto, in un sostegno alle organizzazioni clandestine, ribadisce l'assoluta contrarietà al provvedimento.

Giuseppe PALUMBO, presidente, pur comprendendo come il contenuto del provvedimento in titolo si presti a valutazioni di ordine generale, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere un parere con riferimento agli aspetti di propria competenza.

Maria BURANI PROCACCINI (FI) pur concordando sul principio della libertà di culto, ritiene che il provvedimento in titolo necessiti di un'ulteriore riflessione ed ingeneri una confusione anche terminologica, in particolare parlando di religione «o credenza», il che sembrerebbe includere anche sette che esercitano una sorta di soggezione psicologica sui propri adepti, in particolare se minori. Con specifico riferimento a questi ultimi, evidenzia l'esigenza, anche sensibilizzando i genitori, di promuovere l'integrazione con la realtà sociale nella quale vivono, prospettando il rischio che il riferimento a propri culti e credenze possa finire per tradursi in un elemento di divisione piuttosto che di coesione.
Nel condividere talune considerazioni del deputato Ercole per quanto riguarda, in particolare, il ruolo delle donne e dei minori nella cultura islamica, ricorda che la pratica dell'infibulazione, pur essendo espressione di usanze tribali, è diffusa nelle aree di religione musulmana e che di frequente le bambine vengono rimandate nei paesi di origine per essere sottoposte a tale pratica.
Nel ribadire quindi come il provvedimento in discussione sia suscettibile di introdurre elementi di divisione e confusione, ne evidenzia l'inopportunità, soprattutto in un momento di particolare difficoltà internazionale, lamentando il fatto che non si sia adeguatamente tenuto conto degli esiti delle audizioni svolte nel corso dell'esame del provvedimento e come sullo stesso si siano registrate prese di posizione frettolose. Esprime pertanto una valutazione negativa sul disegno di legge in esame.

Augusto BATTAGLIA (DS-U) ritiene che talune delle argomentazioni illustrate si collochino al di fuori di una prospettiva temporale e storica, ricordando come l'Italia appartenga ad una cultura basata sull'affermazione dei valori di democrazia e libertà, frutto anche della rivoluzione francese, e si fondi, tra l'altro su quei principi giudaico-cristiani che hanno indirizzato la società alla tolleranza ed al dialogo e che sono forieri di pace e solidarietà. Rilevato che la realtà di un paese moderno e civile, in cui accanto ad una maggioranza di fedeli cattolici convivono appartenenti a culti diversi e quanti si professano atei, presuppone il rispetto delle diverse confessioni religiose, ritiene che il dialogo tra le differenti culture rappresenti una risorsa ed un motore di progresso.
Ricordato che, al di là del buio periodo delle leggi razziali, quella italiana è una storia di aperture culturali e capacità di confronto, osserva che la presenza di importanti


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comunità religiose diverse da quella cattolica implica da parte di uno Stato moderno una presa d'atto e l'introduzione di norme volte all'affermazione della libertà religiosa in quanto valore in sé da garantire. Ribadita quindi l'importanza di promuovere il dialogo tra culture diverse, rileva come il riconoscimento di una organizzazione religiosa comporti a sua volta da parte di quest'ultima il riconoscimento dello Stato italiano; al riguardo, ricordato che la pratica dell'infibulazione è legata a tradizioni che prescindono dalla religione islamica, osserva che l'intesa tra quest'ultima e lo Stato italiano favorirebbe il contrasto di pratiche lesive dell'integrità personale.
Espresso il consenso della sua parte politica sul provvedimento in esame e sulla proposta di parere favorevole, rileva che consentire anche in ambito scolastico il confronto tra religioni e culture diverse si tradurrà in un incentivo al dialogo e che il disegno di legge in titolo assume una ulteriore valenza nel momento in cui sta per scatenarsi, peraltro in assenza di una parola chiara del Governo, un conflitto che si profila sempre più come il contrasto tra un mondo cristiano ricco ed uno non cristiano povero, da cui potrebbe conseguire una frattura che rischia di ricadere sulle future generazioni.

Giacomo BAIAMONTE (FI) reputa non convincenti talune argomentazioni esposte dal deputato Battaglia, il quale, tra l'altro, ha ricondotto i valori della civiltà nazionale anche all'eredità della rivoluzione francese. Nell'ascrivere piuttosto all'educazione culturale, sociale, religiosa e familiare di cittadino italiano il rispetto per il prossimo, osserva che la libertà religiosa è un diritto la cui affermazione non deve però comportare lo stravolgimento delle leggi e delle abitudini sociali del paese che ospita fedi diverse, né tanto meno l'imposizione di una morale e di valori che ad esso non appartengono. Non ritiene altresì accettabile che in ambito scolastico il riconoscimento delle tradizioni e delle etnie dei diversi paesi avvenga a scapito di quelle nazionali, che invece devono essere tutelate; ciò pur nell'accettazione di quanti giungono in Italia per lavorare o migliorare il proprio stato sociale e culturale.
Non condivide infine una prospettiva secondo la quale si profila un conflitto che vedrebbe contrapposto un mondo cristiano ricco ad un Islam povero, il quale piuttosto è tale in quanto soggiace, anche per tradizione e mentalità, a pericolosi dittatori, quali Saddam Hussein.

Francesca MARTINI (LNP) manifesta apprezzamento per la chiarezza con la quale gli esponenti della maggioranza hanno richiamato i principi fondanti di una realtà, quale quella islamica, molto diversa da quella italiana, che ledono i diritti umani, segnatamente delle donne e dei minori. Osservato quindi che la libertà religiosa non deve entrare in conflitto con i diritti civili, sottolinea l'importanza dell'integrazione dei minori, in primo luogo in ambito scolastico, nel rispetto delle rispettive culture, che in alcun modo può diventare oggetto di discriminazione.
Con riferimento alla richiesta di accesso a cospicue risorse, anche ai fini dell'edificazione di luoghi di culto, che ha riflessi sui piani regolatori e sui bilanci dei comuni, ritiene che l'esercizio della libertà di culto comporti che la raccolta di fondi debba svolgersi nell'ambito delle rispettive comunità.

Domenico DI VIRGILIO (FI), relatore, osserva preliminarmente di avere preannunciato una proposta di parere favorevole sul provvedimento con riferimento alle norme di competenza della XII Commissione, senza esprimere una valutazione sul disegno di legge nel suo complesso, che rappresenta il superamento della legislazione sui culti ammessi degli anni 1929-1930. Rilevato che il provvedimento prevede intese che potrebbe comportare una discrezionalità dello Stato da riferire però a parametri oggettivi e ragionevoli, in primo luogo il rispetto dell'ordinamento giuridico italiano, osserva che l'affermazione della libertà di culto non comporta concessioni a sette o credenze non fondate su un riconoscimento giuridico. Concorda


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peraltro sulla necessità di ribadire il rispetto della dignità della persona, la parità di diritti e dei doveri e la ricusazione di ogni discriminazione razziale o sessuale.
Alla luce delle considerazioni emerse, nella prospettiva di ovviare ad ogni possibile confusione, propone di esprimere sul provvedimento parere favorevole a condizione che al comma 1 dell'articolo 4 le parole «o credenza» vengano soppresse (vedi allegato 1).

Donato Renato MOSELLA (MARGH-U) chiede la verifica del numero legale, ai sensi dell'articolo 46, comma 1, del regolamento.

Giuseppe PALUMBO, presidente, constata che la Commissione non è in numero legale per deliberare. Rinvia pertanto la deliberazione sulla proposta di parere del relatore alla seduta di domani.

 

ALLEGATO 1

Norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi (C. 2531 Governo).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

La XII Commissione,
esaminato per le parti di competenza il disegno di legge C. 2531 Governo «Norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi»;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione:
all'articolo 4, comma 1, sopprimere le parole «o credenza».

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