Libertà religiosa e culti ammessi.
C. 1576 Spini, C.1902 Molinari e C. 2531 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato da ultimo nella seduta di ieri, martedì 11 marzo 2003.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che nella seduta di ieri il relatore e il rappresentante del Governo hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Andrea GIBELLI (LNP), pur comprendendo le ragioni che hanno indotto il relatore ad esprimere parere contrario su alcuni emendamenti della Lega, invita a considerare la possibilità di una pausa di riflessione. Al riguardo precisa che, se il testo non venisse sensibilmente modificato, ciò indurrebbe il suo gruppo ad assumere un atteggiamento volto a far emergere le contraddizioni presenti nel testo.
Con riferimento all'articolo 1, evidenzia la necessità di inserire nel disegno di legge un richiamo ai doveri inderogabili, così come previsto nell'articolo 2 della Costituzione, in quanto diversamente si potrebbe desumere - secondo un'opinione che sembra emergere anche dall'ascolto di dibattiti sul tema - che ai diritti rivendicati non corrisponda alcun dovere da rispettare.
Evidenzia quindi la possibilità che principi generali dettati dal legislatore con finalità condivisibili vengano richiamati nell'ambito di una visione culturale diversa da quella propria di uno Stato laico, cui i paesi occidentali sono approdati dopo un lungo percorso storico. Richiama in proposito il caso di una scuola coranica clandestina frequentata da figli di lavoratori immigrati, i quali hanno richiamato una disposizione legislativa del 1994, a suo tempo dettata con finalità estranee a quella perseguita nel caso specifico.
Richiama la concezione del mondo islamico rispetto al tema della famiglia, nel cui ambito si afferma un rapporto di subalternità delle mogli e dei figli rispetto al marito. Evidenzia al riguardo la difficoltà di regolare i relativi rapporti giuridici, per i quali emergerebbe la necessità di prevedere quel «doppio binario» che, a suo avviso, si pone alla base della crisi della società multiculturale.

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Ricordato che la Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo non è stata sottoscritta dai paesi con popolazione di religione musulmana in quanto ritenuta non rappresentativa della propria cultura, invita il relatore ad una più puntuale formulazione dell'articolo 1, ribadendo in caso contrario la volontà della sua parte politica di far emergere nel corso dell'esame in Assemblea gli aspetti evidenziati.

Federico BRICOLO (LNP) chiede al Governo e al relatore di valutare la possibilità di prevedere una ulteriore pausa di riflessione.

Donato BRUNO, presidente, rilevato che la questione verrà esaminata nell'ambito dell'ufficio di presidenza, avverte che, salvo diversa decisione in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, la Commissione dovrà concludere l'esame in sede referente nei tempi utili per la prevista calendarizzazione del disegno di legge per l'esame in Assemblea.

Federico BRICOLO (LNP), preso atto dello sforzo compiuto dal relatore nella formulazione del parere sugli emendamenti presentati dal suo gruppo, rileva che il testo necessita di un'attenta rivisitazione di alcuni punti, tra i quali richiama in particolare la previsione dell'articolo 11 secondo cui il ministro di culto, nel celebrare il matrimonio, omette la lettura degli articoli del codice civile riguardanti i diritti e i doveri dei coniugi e quella dell'articolo 9 riguardante la libertà religiosa nei luoghi di lavoro.
Ritiene pertanto che il suo gruppo, in assenza di un intervento fortemente modificativo del testo, non potrà esimersi dal contrastare alla Camera e al Senato l'iter del disegno di legge.

Donato BRUNO, presidente, attesi i concomitanti impegni dell'Assemblea, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.