Credenti d’Italia

di Fabrizio Vecoli (L’Indice dei libri del mese, 1 marzo 2003)

Si tratta di un volume enciclopedico che compendia tutto ciò che è suscettibile di appartenere alla categoria di religione in Italia. “Religione” va inteso nell’accezione ampia del termine, che rispecchia l’orientamento inclusivo del volume e che, eliminando volutamente il termine ambiguo e sempre più contestato di setta, tende forse a livellare eccessivamente i diversi fenomeni religiosi: ma va detto che in questo caso qualunque scelta metodologica avrebbe posto numerosi problemi. Dunque, qualunque sistema di risposte alle domande ultime sulla persona umana che sia oggetto di fede da parte di un numero apprezzabile di fedeli italiani viene contemplato in questo volume: questo spiega l’esplosione di sigle e denominazioni presenti, che vanno dalla Chiesa cattolica alle religioni dei dischi volanti, passando attraverso le fitte selve dei gruppi di origine buddhista o delle chiese protestanti.
Una scelta da cui trapela la formazione sociologica del coordinatore della ricerca e che, se in alcuni casi può lasciare scettico lo storico, ha l’indubbio pregio di accrescere il valore informativo del testo. È infatti possibile rinvenirvi informazioni, che vanno dal sistema dottrinale all’indirizzo di posta elettronica, su qualsiasi gruppo religioso presente in Italia. Una serie di ampie introduzioni e la collocazione per genealogie delle voci permettono anche una lettura continuativa del volume, che non ha un uso di sola consultazione.
Per ovvie ragioni non si troveranno qui le notizie di un annuario della Chiesa cattolica, né sui numerosi movimenti ecclesiali, che tuttavia costituiscono un fenomeno rilevante e poco indagato nel panorama sociale del fatto religioso in Italia. Questo volume è dunque da considerarsi come un validissimo strumento informativo sulle minoranze religiose, giacché la scheda di quattro pagine sulla Chiesa cattolica non apporta alcun contributo a ciò che il comune lettore già sa; in compenso si trovano nozioni sulle numerose chiese scismatiche derivate dalla cattolica (si ha cura di sottrarre protestanti e ortodossi da tale categoria). Tali opzioni di definizione della religione e di inclusione nell’opera, forse discutibili, hanno tuttavia il pregio di far emergere realtà solitamente assenti in questi strumenti, ma ben presenti nella nostra società.