CESNUR - center for studies on new religions

Torino: inchiesta sul centro New Age "Istituto delle Motivazioni"

 

«Sono solo tour operator della spiritualità»: intervista a Massimo Introvigne 
Il sociologo: propongono diverse «mete» e organizzano «viaggi» per raggiungerle

di Maurizio Lupo ("La Stampa", 7.1.2003)

«Centri come l´"Istituto delle Motivazioni" non li ritengo chiese e tantomeno sette, ma una sorta di "tour operator" polifunzionali della spiritualità New Age. Offrono pacchetti di servizi, a pagamento, a clienti curiosi di scoprire alternative, che cambiano nel tempo, a seconda delle mode e delle tendenze». E´ l´opinione del sociologo Massimo Introvigne, direttore del Cesnur, il «Centro studi sulle nuove religioni» di Torino, un osservatorio molto attento a questi fenomeni sociali. Conosce l´«Istituto delle Motivazioni» da anni. «Tanto - spiega - da capire le perplessità che può suscitare nella chiesa cattolica». Sono fondate? «Chi frequenta questi centri in genere cerca proposte diverse da quelle della fede cattolica, o di altre religioni tradizionali». Che cosa in particolare? «Per capire bisogna precisare che cosa è il fenomeno New Age. Preconizza l´avvento di una nuova era di pace, concordia, armonia, prosperità e felicità. E´ un movimento che ha avuto la sua massima espansione negli anni Ottanta e che si è espresso non tramite credi religiosi organici, ma attraverso una rete di migliaia di centri. In ognuno di essi si sono sperimentati approcci spirituali diversi, per cercare di raggiungere gli obiettivi. Non si tratta quindi di una dottrina unica, ma di una pluralità di prodotti, serviti da differenti "Maestri", disponibili alle richieste della clientela». Introvigne parla di «supermarket», ma trova anche molto «azzeccato» il paragone con i «tour operator». «Come gli operatori turistici questi centri propongono mete spirituali e organizzano "viaggi" per raggiungerle. Selezionano le offerte sul mercato e le reclamizzano su pubblicazioni, che di fatto sono veri e propri cataloghi, con tanto di prezzi». Sono semplici mercanti? Si assumono responsabilità morali? «Il mondo New Age è una realtà sfuggente. Ogni centro ha proprie caratteristiche, che si espongono certo al giudizio del loro pubblico. Ad esempio, all´"Istituto delle Motivazioni" esiste una gerarchia", carismatica, selezionatasi nel tempo. Ha tradizione e una clientela fidelizzata. Cosa che altrove può non esserci. Può bastare un´organizzazione commerciale, che amministri i proventi delle attività promosse». Senza magari credervi? «Nel New Age più che convinzioni ci sono esperienze. Alcuni istituti possono essere animati da personaggi che agiscono da commercianti, ma nel contempo pretendono d´essere iniziatori spirituali di teorie alle quali in parte credono». Come definire tutto ciò? «E´ un mondo contraddittorio e mutante nel tempo. Segue mode, cicli, tendenze». Ad esempio? «All´"Istituto delle Motivazioni" prima della mistica legata alla passeggiata sui carboni ardenti erano in voga lo yoga, la spiritualità celtica, poi i profeti apocalittici». Le sono piaciuti? «A me no. Non si è realizzata alcuna loro profezia. Non mi hanno convinto nemmeno altre proposte, che giudico di basso profilo spirituale. Non credo che farsi bersagliare dai loro stimoli possa fare del bene. Qualche volta le diete variate e il bombardamento di una pluralità di proposte possono compromettere l´equilibrio spirituale e rivelarsi ancora più malsani di certi menu spirituali a piatto unico monotematico, come quello dei raeliani». Introvigne ricorda che «non a caso l´arcipelago New Age è in crescente crisi. Dopo aver toccato fatturati che negli anni Ottanta hanno sfiorato i 1500 milioni di dollari, perde seguito perché non mantiene le promesse. Basta affacciarsi alla finestra per capire che le aspettative della Nuova Era non si stanno realizzando». I suoi sostenitori diranno che è prematuro, che sono ancora minoritari. «E no, nel pensiero New Age si affermava che per sostenere il motore del mutamento era sufficiente la pluralità dei suoi centri iniziatici, forti delle energie che erano capaci d´attivare in rete». I conti non tornano? «Proprio così, e ciò può innescare profonde crisi individuali».

L´ORGANIZZAZIONE NON CI STA E ATTACCA
«Diffamati dalle accuse di persone sconsiderate»

di Massimo Numa ("La Stampa", 7.1.2003)

Già ad ottobre qualcuno sollevò dubbi, infondati, sui titoli di uno psicologo
A ottobre, quando erano arrivati i primi esposti, i capi dell´Idm erano già pronti a reagire alle accuse minacciando «un´azione legale» per difendere «l´immagine dell´Idm dall´attacco di persone sconsiderate». Adesso tacciono. Le prime avvisaglie dell´offensiva contro l´Idm, sede in via Pedrotti 16, fondata nell´86 con lo scopo di organizzare corsi di formazione, simbolo una bilancia che poggia su un pendolo, avvenne alcuni mesi fa quando ci fu un primo ricorso per accertare se uno dei docenti dell´Idm fosse o no psicologo. L´iniziativa si concluse con la conferma della laurea e il caso sembrava quasi chiuso, in attesa di verificare tirocinio ed esame di stato. Poi ci fu la denuncia di un falso attentato: due bombole di gas da campeggio con un finto timer, lasciate davanti all´ingresso dell´istituto. Spiegava, allora, uno dei fondatori, M. B.: «...Metteremo nero su bianco che non si può attaccare, in questo modo, un´organizzazione seria e onesta come l´Idm, dove vengono organizzate da decenni importanti manifestazioni culturali, editati libri, organizzati corsi e seminari di studio». La sede dell´Idm, tremila metri quadrati, è divisa su quattro piani. Tre i dipendenti. Cauto il giudizio sull´Idm di «Totus tuus», il network della Chiesa Cattolica che analizza il fenomeno delle sette. Si legge sul sito www.totustuus.net: «L´Istituto delle Motivazioni in realtà non è e non si presenta come un gruppo religioso non cattolico, ma è una scuola di formazione e consulenza spirituale, finalizzata alla divulgazione di strumenti e conoscenza basati sulla psicologia e scienze affini, indispensabili per aumentare e migliorare i propri risultati. L´Idm nasce come società di formazione il 5 maggio 1986 per opera di otto fondatori, i quali decidono di concretizzare in una srl la loro decennale attività di ricerca e consulenza nell´ambito della diffusione del metodo incentrato sul "vivere meglio con se stessi e con gli altri" e di eleggere un direttore scelto fra loro». E ancora: «Effettivamente, l´Idm non ha relazioni evidenti con gruppi o movimenti religiosi, per cui la definizione di "setta", già di per sé tecnicamente impropria e infelice, male si applica a questa realtà , ma vengono promossi dallo stesso Idm numerosi incontri con varie personalità del mondo umanistico-spirituale, giornalisti, scrittori, studiosi di esoterismo, filosofi e teologi non cattolici. Il simbolo dell´Idm è una bilancia che poggia su di un pendolo, segno dell´equilibrio spirituale e materiale; i membri dell´Istituto portano generalmente una spilla recante tale simbolo come segno dell´equilibrio interiore ritrovato. I servizi sono suddivisi in quattro sezioni, supportate da un´intensa attività di consulenza, da un´editoria specializzata e da programmi di studio e ricerca: (1) Formazione Dinamica, finalizzata all´insegnamento degli strumenti utili per raggiungere e mantenere l´equilibrio con se stessi e con gli altri in ogni situazione; (2) Scuola di Reiki: sul Reiki in generale si veda un precedente intervento in questa stessa rubrica, pur precisando che all´Idm esso viene insegnato in sette livelli (1° e 2° livello, attivazione dei chakras, grounding, meditazione, medicina psicospirituale, pirobazia) per giungere a diventare istruttori di reiki ed è pure attiva un´"Unità di servizio Reiki Permanente"; (3) Medicina e Psicologia, questa sezione rappresenta l´attuazione della filosofia dell´IDM e si esplica attraverso gli incontri di formazione e la consulenza psicospirituale; (4) Uomo Qualità, per la gestione di progetti personalizzati di formazione e consulenza destinati a singoli per migliorarne la professionalità o la vita». Infine: «I soci dell´Idm che partecipano regolarmente alle attività sono circa 3.000, mentre si avvalgono delle consulenze circa 700 aziende italiane e straniere. In sintesi, l´Idm, seppure per le sue specifiche caratteristiche non è classificabile fra i movimenti o i gruppi religiosi, è comunque inquadrabile all´interno della galassia dei centri gravitanti nell´area del New Age-Next Age, in quanto ricalca tematiche e promuove iniziative che si rifanno a questo ambito culturale». Parola di Totus Tuus.

Bastano 1160 euro per comprare la felicità
Tra corsi di Reiki e seminari, viaggio nell´«Istituto delle Motivazioni»

di Monica Perosino ("La Stampa", 7.1.2003)

A ottobre una serie di lettere anonime erano state inviate alla polizia. Al centro, l´attività dell´Idm, descritta come una «setta» in grado di condizionare la volontà delle persone e di convincerle di potere affrontare qualsiasi ostacolo con la forza della volontà e con gli strumenti psicologici offerti a pagamento dall´organizzazione. Così, per capire meglio la realtà dell´istituto di via Pedrotti 6, ci siamo confusi - durante i cosiddetti incontri aperti - con le centinaia di persone che affollavano la sede. Questa è la cronaca di due visite all´Idm, concluse solo un attimo prima dell´iscrizione al corso base, cioè quello di formazione dinamica. L´ingresso dell´Idm è un continuo via vai, decine di persone entrano e escono. C'è chi ha appena finito un corso, chi ne sta per iniziare un altro. Questa sera alle 21 c'è l'incontro di presentazione del seminario di Reiki, una delle tante attività dell'Istituto delle Motivazioni. Alla reception ti accolgono con una gentilezza quasi materna, sorrisi rassicuranti, caffè al bar interno e invito a dare un'occhiata alla fornita biblioteca del centro. Sono le 20,45, bisogna registrarsi per il seminario: nome, cognome, numero di telefono e «contatto» all'interno dell'Istituto: «Come, nessuno ti ha accompagnato da noi? E come hai saputo dell'Idm?», chiedono perplessi. Ma non importa, è solo un'ombra di esitazione ad offuscare per un attimo i sorrisi smaglianti e incoraggianti degli assistenti. L'aula del seminario d'introduzione al Reiki è già quasi piena. Nelle prime file ci sono i veterani dell'Idm, gli iscritti. Si riconoscono subito: vestiti con abiti eleganti - molti sono in giacca e cravatta -, sono seduti composti e rigidi sulle sedie, lo sguardo fisso verso la cattedra. Attendono in silenzio. Nelle ultime due file i nuovi arrivati. Sono i più rumorosi, si mettono comodi, chiacchierano, si guardano intorno. Alle 21 precise inizia il seminario. Stacchetto musicale e via allo show: dalle porte laterali dell'aula escono in fila indiana gli istruttori e gli assistenti, tailleur blu Idm e fazzolettino verde al collo, si siedono a coppie nelle prime e nelle ultime file dell'aula. Ancora musica, qualche secondo di attesa scenica e da una terza porta compare lui, Franco Cassina, il conduttore del seminario di questa sera. Al suo ingresso a qualcuno viene perfino voglia di applaudire, ma si trattiene. Le prime due ore passano in un trionfo di pillole di saggezza popolare - «il nostro compito su questa terra è di vivere al meglio», «volere è potere», «non dobbiamo negarci nulla in questa vita» -, battute di spirito, proverbi e inviti a servirsi degli strumenti forniti dall'Idm per essere felici. Le statistiche si sprecano: «Il 95 per cento degli italiani sono dei frustrati, solo il 5 per cento si realizza nella vita». E' un fiume di parole dette, ripetute e urlate. L'atmosfera è a metà tra una televendita e una predica, la platea è ammutolita. Dopo due ore al Reiki non si è nemmeno accennato. Finalmente, alle 23,15 entra in scena l'insegnante di Reiki: in venti minuti si parla del seminario, di come potenziare le nostre capacità e guarire dalle malattie che, tanto, "non esistono, sono tutte psicosomatiche", anche se poi si corregge, "bè, quasi tutte", ammette a mezza voce. Alla fine si esce frastornati, senza aver capito nulla di cosa sia il Reiki, ma in compenso già iscritti al seminario introduttivo di Formazione Dinamica della settimana successiva. Appuntamento alle 20 in punto. Chi arriva in ritardo non può entrare, come a teatro, e deve aspettare la pausa tra il primo e il secondo atto, alle 22. Nel frattempo uno degli istruttori si premura di introdurre i concetti fondamentali della Formazione dinamica, della psicocibernetica «una branca della psicologia inventata da un chirurgo estetico americano» e della filosofia dell'Idm, pensiero-azione-risultato. Si presenta come psicologo, ma poi, tempestato di domande, ammette candidamente: «Io non sono ancora proprio uno psicologo, ho dato solo undici esami», e rimanda per «approfondimenti» al dottor I. S., lo psicologo dell'Idm, "che lavora all'Università" e, tra l'altro, ha il compito di eseguire i test psicologici per partecipare ai seminari di formazione dinamica. Alle 22 si è ammessi in aula. Il copione è lo stesso: stacco musicale e ingresso ad effetto del relatore di questa sera, M. B.. Non appena sale sulla bassa pedana dell'aula ci si rende conto che è salito in cattedra un maestro: dizione perfetta, distribuisce fascino e logica di ferro come se piovesse. La sua lezione è un alternanza di siparietti da cabaret, - "No, non piove: mi scusino quelli delle prime file ma io sputacchio quando parlo" o "L'unica cosa che arresta la caduta dei capelli è il pavimento» - a momenti di pathos, la voce che diventa bassa e roca e si rivolge a una ragazza delle ultime file: «Come ti sentivi quando eri piccola e tuo padre ti sgridava: "Sei una cretina!"»; alla ragazza vengono gli occhi lucidi. B., ora nelle vesti del padre, la sgrida ancora un po', poi cambia tono, diventa dolce: «Ora non sei più quella bambina: puoi reagire e essere libera». La morale è che per essere liberi e felici basta seguire il corso di formazione dinamica: 1160 euro deducibili dalle tasse, che «non importa se non puoi pagare, pagherai quando vuoi: la tua salute è la cosa più importante», completamente finanziabili e comprensivi di incontri di approfondimento e consulenza psicologica gratuita a vita. Spettacolo finito, la platea applaude.

Torino Cronaca, Venerdì 17 Gennaio 2003

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Giuditta Dembech sull’intricata vicenda giudiziaria dell’IDM

LA MEDITAZIONE E LE PENNE AVVELENATE

La scrittrice torinese svela i retroscena del caso che ha coinvolto l’Istituto delle Motivazioni.

“Pubblico volentieri la lettera di Giuditta che conosco da trent’anni. E che è persona schietta. Mi permetto di aggiungere una sola cosa: all’IDM, come purtroppo altrove, c’è la guerra dei brutti contro i belli e dei mediocri contro chi sa elevarsi. La storia della vita. Figuriamoci quando c’è da motivarla, questa nostra esistenza”. (b.f.)

Caro Direttore,
ti chiedo di ospitare queste righe per esporre un’altra valutazione su un argomento che in questi giorni ha spopolato per intere pagine sulla stampa torinese. Mi permetto di farlo sia come giornalista, e dunque informata sullo strapotere che possono esercitare i media, che come collaboratrice esterna dell’Istituto delle Motivazioni e del tuo giornale.
Il mirino di una certa cronaca è stato puntato a tutto campo su questo istituto, con un atteggiamento tanto persecutorio quanto incoerente. Infatti nessuna comunicazione è ufficialmente pervenuta, nonostante gli articoli diffamatori siano già iniziati da ottobre.
Ma del resto, un giornale che affida ad una cartomante le previsioni sul futuro di Torino può ben affidare ad un cronista sprovveduto le lamentele di un ex collaboratore frustrato…
Ben venga il racconto del “poliziotto infiltrato”, ci dirà tutto quello che ha visto e sentito; sono certa che sono le stesse cose che abbiamo visto tutti noi che da decenni frequentiamo l’IDM: conferenze, incontri, corsi, momenti di aggregazione, cordialità e simpatia da e fra tutti.
Conosco Franco Cassina dagli anni 70, quando con molti altri personaggi ora sulla cresta dell’onda (io compresa) era allievo di Benedetto Lavagna.
Cassina è un teosofo ed un ricercatore spirituale, un uomo di saldi principi; onesto e sincero fino ad apparire brusco.
L’istituto che in seguito ha fondato, rispecchia in pieno il suo modo di essere ed offre a livello imprenditoriale in un ambiente adeguato, una serie di corsi di formazione: leadership, parlare in pubblico, mnemotecnica, vendita creativa, meditazione ed altro. Corsi a pagamento, come avviene normalmente in ogni struttura di cui ci giunga notizia.
Parallelamente, scorre il filone della ricerca spirituale a trecentosessanta gradi; ci sono conferenze sui più svariati argomenti; gratuite ed aperte al pubblico senza nessuna restrizione. Ad alcune fanno seguito dei seminari a cui chiunque è libero di partecipare o no. I costi sono quanto mai equi e pubblicati sulla rivista IDM, distribuita gratuitamente.
Ad esempio: un mio stage di meditazione nel fine settimana, per totali 11 ore di lezione, costa al pubblico non tesserato 90 Euro più IVA; 75 per i tesserati, cifre simili per tutti gli altri...
Un’altra associazione in Torino, multinazionale della meditazione con Guru in India, offre le stesse ore di corso alla “modica” cifra di 1900 Euro. Nessuno se ne scandalizza perché nessun “pentito” vero o fasullo se n’è lamentato con i giornali…
E’ noto che durante alcuni corsi svolti in decine di centri, si ricorre alla violenza fisica per fare “evacuare” il trauma emotivo. Oppure alla “sublimazione sessuale” (leggi “ammucchiata”) per superare altrettanti blocchi o ansie. Tutto questo a pagamento e nel più assoluto riserbo…
All’IDM non accade nulla di simile, e del resto anche le testimonianze pubblicate dal cronista “sprovveduto” parlano di incitamenti alla forza interiore ed al pensiero positivo, anche urlati in coro quand’è necessario. Sono le stesse tecniche con cui vengono preparati gli sportivi o i top manager in tutto il mondo, dov’è il problema? Si chiama dinamica mentale, autostima, self-made-help se preferite!
Pretestuosa è la statistica dei suicidi. Qualcuno ha mai contato in percentuale quanti pazienti di psichiatri finiscono per suicidarsi? E quanti studenti, quanti innamorati delusi, minorenni, casalinghe, disoccupati, anziani soli e così via?
Tutta la montatura è scatenata dall’acredine di un collaboratore dell’IDM, l’intervistato Luciano Penco che, allontanato, ha giurato di fargliela pagare. E’ stato anche mio allievo di meditazione: personaggio scialbo, insicuro, depresso, affetto da malsana invidia nei confronti di M. B.: bello, spigliato, solare, vezzeggiato e ascoltato da tutti?
Luciano Penco ha cominciato a odiare anche me da quando ho rifiutato di scrivere la prefazione al suo libro di “aforismi”. Se il suo intervistatore lo avesse letto, l’avrebbe rifiutata anche lui: un fritto misto di brani sciolti in cui echeggia una buona letteratura (altrui) mal digerita e vomitata…
In ogni caso sono certa che, sul piano processuale questa storia si risolverà in un nulla di fatto, poiché in effetti è un grande bluff a cui i giornali, forse a corto di altri argomenti, hanno dato troppa importanza.
Restano i danni, l’inchiostro sparso come piume avvelenate al vento, che non si possono più ritirare. Resta il pregiudizio seminato nella mente dei lettori, difficile da rettificare…
Per trovare qualcosa che assomigli all’IDM occorre andare fino ad Esalen in California, una sorta di Università di mente e spirito dove si propongono le stesse tematiche in un ambiente Holliwoodiano, di fronte all’oceano. Quant’è vero il detto che nessuno è profeta in patria…

Giuditta Dembech


Torino, li 8 gennaio 2003

Preg.mo Signor
DIRETTORE
de “LA STAMPA”
Via C. Marenco n. 32

T O R I N O

Egregio Signor Direttore,
scrivo nella mia qualità di Presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto delle Motivazioni s.r.l., dopo aver letto gli ampi servizi che il Suo giornale ha dedicato all’Istituto stesso, con estremo risalto, l’altro ieri, ieri e stamane.
Avrei naturalmente preferito essere interpellato, come è prassi che ritengo doverosa, in merito ai numerosi punti oggetto di trattazione, anche al fine di evitare errori o difettose informazioni, che non contribuiscono di certo alla completezza e correttezza dell’informazione.
Ciò a maggior ragione quando sia in corso un’inchiesta giudiziaria, come si legge nei servizi sopra citati con abbondanza di particolari, della quale l’Istituto, peraltro, è del tutto all’oscuro.
La prego pertanto di voler pubblicare la presente, a sensi della vigente disciplina sulla stampa, nelle pagine dell’edizione nazionale, affinché siano chiariti alcuni aspetti che ritengo essenziali, lasciando poi allo Studio Legale del Prof. Avv. Claudio DAL PIAZ l’incarico per ogni eventuale ulteriore puntualizzazione od osservazione.
Più precisamente:
a) Innanzi tutto l’Istituto delle Motivazioni è una società di formazione – consulenza – editoria: non quindi una setta nè una associazione nè un centro. Gli utenti dei nostri servizi non sono pertanto adepti nè discepoli od aderenti. Non pratichiamo riti esoterici; tutte le nostre manifestazioni sono pubbliche; e come tali ne è data notizia.
b) non risulta che vi siano stati “infiltrati” nelle serate di presentazione e nelle conferenze per cui non è richiesta iscrizione; sono stati diversi, invece, appartenenti alle Forze dell’ordine, alla Magistratura e alla pubblica Amministrazione che hanno preso parte – alla luce del sole e con piena soddisfazione – a parecchie delle nostre attività;
c) da sempre, l’Istituto delle Motivazioni è apartitico e aconfessionale, occupandosi della persona umana indipendentemente dalle idee politiche e dalle convinzioni religiose; nulla ha a che vedere con altre e diverse iniziative (ad esempio il movimento “New Age”);
d) non risponde assolutamente al vero che una persona sia deceduta in circostanze misteriose, nel corso di una prova (pirobazia).
La persona a cui è fatto riferimento si sentì male, anni or sono, dopo la prima colazione, per infarto, assistita dall’Equipe Medica di Pronto Intervento subito chiamata per soccorrerlo.
Altrettanto inveritiera e fantasiosa risulta l’affermazione relativa a pretesi suicidi, e ad abusi, di cui non si ha notizia alcuna, per lo meno se posti in relazione con l’attività dell’Istituto.
e) è del pari da escludersi, come inveritiera, la notizia secondo la quale chicchessia avrebbe potuto spendere “decine di milioni” all’Istituto delle Motivazioni: infatti la somma dei costi di tutte le attività formative ad oggi realizzate non raggiunge i 5.000 Euro; inoltre i corsi si possono ripetere gratuitamente e gratuito è il servizio di consulenza;
f) le valutazioni psicologiche e psicodiagnostiche, ove necessarie, sono affidate a professionisti regolarmente abilitati, non facenti parte del personale dipendente dell’Istituto delle Motivazioni.
g) sarebbe auspicabile un più attento e rigoroso controllo delle fonti, specialmente quando provengano da persone estranee, e non più facenti parte dell’Istituto.
Ogni riserva da parte dell’Istituto è pertanto di rigore.

* * *
La ringrazio sin d’ora per la cortese disponibilità, e porgo con l’occasione i migliori saluti.

Franco CASSINA
Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’ISTITUTO delle MOTIVAZIONI s.r.l.


Torino, li 23 gennaio 2003

Alla cortese attenzione della
Dott.ssa Laura Recrosio

Presidente del
Consiglio Regionale Piemontese
dell’Ordine degli Psicologi

Via S.Quintino, 44-46
10121 – TORINO

Egregio Presidente,
ho letto, su “La Stampa” di domenica 19 gennaio scorso, l’interessante intervista da Lei rilasciata a Massimo Numa, sapientemente – credo a Sua insaputa – impaginata, dal punto di vista grafico, all’interno dell’articolo che il medesimo giornalista ha scritto sulla scorta di un incontro (da lui richiesto) avuto con me, presso lo Studio Legale del Prof. Avv. Claudio Dal Piaz,.in data 14 gennaio 2003.

Chiamato quindi a farlo dal mio ruolo di Presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto delle Motivazioni s.r.l., colgo – comunque anche personalmente volentieri – l’occasione per significarLe, affinché siano chiariti, alcuni aspetti che ritengo essenziali.
Innanzi tutto voglio che Lei sappia che nella sostanza in generale condivido – come peraltro credo debba fare qualsiasi persona di buon senso, seria e onesta – il senso delle Sue affermazioni. Tuttavia debbo rilevare che alcune risposte, che – secondo l’articolista, che le riporta “tra virgolette” – Lei avrebbe dato, non mi trovano affatto d’accordo.

Più precisamente:
a) come sicuramente Lei ben sa, purtroppo a tutt’oggi non esistono “percorsi formativi previsti dalla legge” per qualificare le persone a cui affidare i corsi di formazione (non quindi “terapeutici” in senso lato né “psicologici” in senso stretto);
b) il fatto che Lei avrebbe associato la figura professionale del “formatore” a quelle di “cartomanti, astrologi, stregoni e maghi…”, pur potendo ipotizzare una forzatura giornalistica, se non rettificata risulta un’affermazione assolutamente non condivisibile, se non offensiva: non solo per quanto riguarda l’Istituto delle Motivazioni, ma – credo – anche per l’Associazione Italiana Formatori e tutte le altre organizzazioni italiane e internazionali (e non solo europee) che da anni lavorano per la definizione, la qualificazione e la formazione della competenza e professionalità dei formatori (non-psicologi, né tantomeno terapeuti);
c) sappiamo tutti che spesso, nella redazione di un giornale, nemmeno l’articolista sa con che titolo uscirà il suo pezzo, e che però quando questo – il titolo – viene riportato “tra virgolette” è direttamente attribuito alla persona intervistata (la quale, se non smentisce, condivide): senza voler assolutamente disquisire sul concetto di “anima” né tantomeno sul suo eventuale “fondamento scientifico”, per sdrammatizzare – e se mi è consentita una battuta – io non affiderei la mia anima a nessuno (ciarlatano, psicologo o formatore che sia).

In sintesi, condividendo appieno l’allarme per quella che Lei giustamente definisce “una situazione di caos” e “di assoluta confusione” (che può anche essere amplificata da raffronti, del tutto incongruenti, gratuiti e fuorvianti, con realtà affatto differenti tra loro), proprio avendo il più totale rispetto e la massima stima – io e la Società che rappresento – nei confronti Suoi personali, dell’Ordine il cui Consiglio Regionale Piemontese Lei presiede e di tutti gli appartenenti all’Ordine stesso, a beneficio di tutti Le chiedo di voler veramente conoscere, analizzare, verificare, valutare e, se del caso, intervenire: soprattutto per tutelare la dignità professionale anche di quegli psicologi iscritti all’Ordine che negli anni hanno collaborato e collaborano, a diverso titolo, con la Società IDM.

Poiché inoltre non mi risulta che Lei abbia mai avuto occasione di partecipare ad alcuna delle attività formative IDM – qualora Lei lo volesse – sarà mia gradita ospite osservatrice in qualsivoglia e anche tutti i Seminari realizzati dall’IDM nei diversi percorsi formativi.

Così Lei potrà rendersi conto – di persona – che le attività svolte dai formatori IDM, pur avendo la caratteristica di contribuire al generale benessere dell’individuo, non rappresentano e non vogliono rappresentare alcuna terapia e/o forma e/o metodologia terapeutica né rientrano nell’esercizio dell’attività protetta di psicologo.

Semplicemente dette attività – in seno all’IDM – godono della supervisione psicologica realizzata da professionisti esterni – ovviamente a questa abilitati – che si concretizza, in via esemplificativa e non esaustiva, in:
- verifica che i contenuti e le modalità di svolgimento dei diversi Seminari IDM siano coerenti alle aspettative dei partecipanti alle singole attività;
- selezione dei potenziali utenti della formazione realizzata all’IDM, per valutare (per quanto possibile, sulla base di uno o più colloqui individuali preliminari) se il soggetto che desidera frequentare l’attività da lui scelta
a) possa in questa trovare un reale contributo per il proprio benessere, e
b) non sia in realtà alla ricerca di un supporto psicologico e/o terapeutico, nel qual caso avviene lo
- svolgimento dell’attività per cui il professionista è abilitato, oppure l’
- invio del soggetto ad altri psicologi, psicoterapeuti, medici (anch’essi esterni alla struttura IDM);
- presenza o reperibilità nel corso delle attività formative per assistere, qualora fosse necessario, chiunque lo richiedesse.

Questa disponibile e competente collaborazione, realizzata da professionisti esterni, è motivo di grande soddisfazione non solo per me, ma per tutti i nostri utenti: che ben sanno che questo è un servizio ulteriore che la Società IDM offre loro, chiaramente distinto dalla nostra specifica attività formativa.

Mi piacerebbe – se anche Lei lo desiderasse – che potessimo incontrarci personalmente: magari potremmo individuare potenziali ulteriori aree di contatto per fruttuose sinergie. Intanto La invito, per Sua ulteriore informazione, a voler vistare il nostro sito internet (www.istitutodellemotivazioni.it) e Le allego copie di
- lettera da me inviata al Direttore del Quotidiano “La Stampa”, in data 8 gennaio 2003,
- lettera da me inviata al Direttore del Cesnur, in data 13 gennaio 2003,
- testo dell’articolo di Giuditta Dembech, pubblicato in data 17 gennaio 2003 sul giornale, diretto da Beppe Fossati, “Torino Cronaca”, che purtroppo ha una diffusione inferiore, per estensione e capillarità, di quello diretto da Marcello Sorgi.
RingraziandoLa per la disponibilità già dimostratami leggendomi fino a qui, in attesa di un Suo cortese cenno di riscontro, Le porgo con l’occasione i miei più cordiali saluti.

Franco CASSINA
Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’ISTITUTO delle MOTIVAZIONI s.r.l.

 

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