Ogni volta che - in occasione di un episodio di cronaca o di un convegno - si torna a parlare di esorcismo la prima reazione è di stupore: qualcuno si chiede come è possibile che, in pieno ventunesimo secolo, ci sia ancora chi crede nella realtà della possessione diabolica e di altre diavolerie del passato. I sociologi della religione sanno che le cose non stanno proprio così, e che quelle degli esorcisti non sono le voci di un mondo irrimediabilmente cambiato, ma di un mondo che sta cambiando. Il mutamento non riguarda solo la religione cattolica: un po´ dovunque al disincanto del mondo successivo all´Illuminismo e alla modernità si sostituisce, a partire dagli anni 1990, un processo contrario di reincanto del mondo in cui torna l´attenzione per il meraviglioso, per i miracoli, per il paranormale, sia nelle forme consolanti delle guarigioni e degli angeli (in cui credono nuovamente la maggioranza degli americani), sia in quelle oscure dei demoni e della possessione. Nel mondo protestante americano - dove fino a qualche anno fa la possessione e l´esorcismo erano liquidati come superstizioni cattoliche - romanzi, e anche opere di teologia per il grande pubblico, sulla "demonizzazione" non solo di singole persone ma di città e nazioni che richiedono una reazione sotto forma di "guerra spirituale" al Maligno si vendono a milioni di copie. In Israele la stampa laica attacca regolarmente la vendita di amuleti e di rituali contro gli "spiriti immondi" da parte di frange del mondo ultra-ortodosso. In Pakistan, in India, in Africa ambienti musulmani conservatori e fondamentalisti criticano come eterodossa la voga, intorno alle tombe di santi sufi, di rituali contro le insidie del Demonio. Tra i cattolici, studi statistici rilevano che dall´esorcista non vanno soltanto, né soprattutto, le vecchiette di campagna: spesso c´è una prevalenza di giovani, e la percentuale di laureati e diplomati è, se non maggioritaria, significativa. Le grandi Chiese non hanno, nella maggior parte dei casi, organizzato il fenomeno, anzi cercano faticosamente di inseguirlo - legate come sono a modelli pastorali elaborati in situazione di disincanto del mondo - e subiscono la concorrenza di nuovi movimenti religiosi e di ambigui operatori dell´occulto. E´ forte la tentazione, per i professionisti della pastorale, di liquidare questo ritorno del meraviglioso (angelico o diabolico) come un fenomeno superstizioso popolare indegno della loro attenzione. Negli ultimi anni tuttavia è emersa - a partire dalle "nuove cristianità" dell´Africa e dell´Asia studiate da Philip Jenkins, ma con un movimento che sta arrivando anche in Occidente - una prospettiva diversa: prendere sul serio le ansie e le domande che alimentano la ricerca di guarigioni e di esorcismi, accettare come dato di fatto l´emergere di una sensibilità religiosa postmoderna che privilegia il percorso rispetto al discorso, e aprire un dialogo rispettoso con il popolo che affolla le sale d´attesa degli esorcisti. Comprensibilmente diffidenti rispetto a un soprannaturalismo che percepiscono come corruzione dell´autentica esperienza di fede, anche le grandi religioni nel contesto postmoderno riscoprono, a loro modo, l´esperienza popolare e quotidiana del soprannaturale: il mondo delle guarigioni, delle visioni, degli esorcismi che, dopo tutto, pervade le loro scritture sacre e la storia delle loro origini.
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