Harry Potter

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"Arriva Harry Potter: ed è già boom per i piccoli"

"Avvenire", da Prima Pagina - Domenica 04 Febbraio 2001

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BESTSELLER
Negli Usa i fondamentalisti lo censurano perché è un mago.
Ma sbagliano
Harry Potter eroe e santo

Massimo Introvigne

Arriva in Italia il 16 febbraio, edito da Salani, quello che nei Paesi anglosassoni è stato il best-seller di Natale: Harry Potter e il calice di fuoco, quarto e più fortunato volume della saga creata dalla scrittrice inglese J. K. Rowling.

Il lungo volume (quasi 700 pagine) è stato salutato dalla critica come il migliore della serie Harry Potter: i personaggi - che ogni anno, quindi da un romanzo all'altro, crescono in età e avanzano nella carriera scolastica all'interno dell'ormai celebre scuola di magia di Hogwarts - hanno ormai acquisito una maturità e una complessità psicologica che li sottrae al facile ruolo di stereotipi e di cliché troppo spesso tipico della letteratura per bambini.

Non veniamo a sapere molto - nonostante le attese sapientemente alimentate via Internet - della vita sentimentale di Harry Potter: la ragazzina che lo interessa, Cho Chan, rimane anche in questo volume un non-personaggio, appena abbozzato. In compenso, acquista complessità anche sentimentale il personaggio di Hermione, che non a caso - sembra - è anche il preferito dai lettori. E diventano presenze sempre più pesanti il male e la morte, con accenti finali di sapore tolkieniano su un autunno del mondo dove il bene potrebbe anche non prevalere.

Senza rivelare troppi dettagli della trama, si può infatti osservare che uno dei personaggi principali del romanzo (non Harry, naturalmente) muore, che viene rivelata l'origine del diabolico Lord Voldemort e che il libro si chiude su una nota di allarme, perché le autorità del Ministero della Magia si rifiutano di credere a Harry e a Silente - il preside di Hogwarts - quando i due annunciano il ritorno delle Forze Oscure, che possono quindi prepararsi relativamente indisturbate a conquistare il mondo. Il seguito al prossimo romanzo, che richiederà - ha annunciato la Rowling - molti mesi, forse più di un anno, per essere completato.

La lotta fra il bene e il male - nella tradizione, inglese, appunto di Tolkien, ma anche del cristianissimo C.S. Lewis - rimane il tema principale della saga di Harry Potter. Un tema antico quanto la letteratura - non solo per l'infanzia - e spesso raccontato con la metafora degli incantesimi e della magia. Biancaneve, Cenerentola, la Bella addormentata nel bosco sono solo alcuni degli esempi delle innumerevoli variazioni sul tema. A fronte di questi precedenti, appare pretestuosa l'obiezione di una parte del mondo protestante conservatore e fondamentalista (non di tutto: l'autorevole rivista evangelica Christianity Today si è schierata a favore di Harry Potter) secondo cui i libri della Rowling farebbero propaganda alla magia e alla stregoneria, in pieno clima New Age.

Delle due l'una: o si propone (e alcuni fondamentalisti americani, coerentemente, lo hanno fatto) di bandire anche Biancaneve e Cenerentola, per non parlare di Tolkien e di Mary Poppins, come pericolose introduzioni alla magia, o si accetta l'idea generale che il riferimento agli incantesimi e ai maghi è un linguaggio comune della letteratura per l'infanzia, che non ha mai trasformato i bambini in seguaci di Aleister Crowley o in organizzatori di riti neo-stregonici.

Non vale neppure l'obiezione secondo cui alla scuola di Hogwarts non si insegna religione, e per salvarsi dal male Harry Potter non ricorre al cristianesimo: i temi esplicitamente religiosi sono da sempre assenti nelle favole, per una tacita e saggia convenzione secondo cui non si devono mescol are i fanti e i santi, personaggi che i bambini sanno bene essere di fantasia e i protagonisti della storia della salvezza che sono invece presenze vive e reali nell'avventura della fede che anche i più piccoli possono sperimentare.

Infine, c'è chi obietta che Harry Potter occasionalmente mente e disubbidisce alle autorità per raggiungere i suoi scopi, il che è vero, ma non solo lo accomuna ad altri personaggi delle favole: l'eroe della Rowling non disubbidisce mai per semplice capriccio, ma perché ubbidire nella situazione concreta farebbe vincere il male e perdere il bene. Non adotta, quindi, un'inaccettabile «etica della situazione», ma piuttosto quella che la morale cristiana chiamerebbe epikeia, come vigilanza perché la norma raggiunga il suo scopo nel caso concreto e non riceva solo un omaggio formale e moralistico in astratto.

Le critiche - di cui si è fatto, strumentalmente, portavoce quel pomposo critico letterario che risponde al nome di Harold Bloom (il quale si dichiara, dal canto suo, «neo-gnostico») - non hanno scosso milioni di lettori, e ultimamente rimandano a un problema antico. È accettabile per i cristiani una letteratura che propone ai giovani eroi portatori di valori naturali - l'onestà, il coraggio, la lealtà - ma non esplicitamente religiosi? La posta in gioco è la possibilità stessa di un dialogo fra il cristianesimo e un'intera branca della letteratura, che ha scelto da secoli di presentare la lotta fra il bene il male con i colori (forse solo apparentemente non religiosi) del fantasy e del meraviglioso.

Senza questa letteratura il nostro immaginario collettivo sarebbe più povero: per questo - e sempre in attesa delle prossime puntate - si deve per il momento essere grati a J. K. Rowling, che ha avvicinato migliaia di bambini immersi nella pura "civiltà dell'immagine" televisiva alla lettura e ha regalato anche a molti adulti un'esperienza drammatica del meraviglioso che temevano di avere dimenticato.

Massimo Introvigne

da Agorà - Domenica 04 Febbraio 2001

Il quarto episodio in Italia dal 16 febbraio: sarà boom

In Gran Bretagna e negli Stati Uniti (ma anche nella protezionista Francia) il lancio di «Harry Potter e il calice di fuoco» è stato un evento, con lunghe file davanti alle librerie che, alla mezzanotte del giorno concordato, hanno magicamente aperto i battenti per soddisfare la curiosità dei potteriani più accaniti. Anche in Italia, comunque, non si scherza. Forte del mezzo milione di copie totalizzate nel complesso dai primi tre volumi della saga («Harry Potter e la pietra filosofale», «Harry Potter e la camera dei segreti», «Harry Potter e il segreto di Azkaban»), la casa editrice Salani ha deciso di accompagnare il conto alla rovescia verso il fatidico 16 febbraio con speciali calendari distribuiti nelle librerie. Ma ha anche lanciato un concorso via Internet, invitando gli appassionati a escogitare originali traduzioni italiane per i personaggi del nuovo romanzo. I risultati si possono leggere all'indirizzo htpp://www.salani.it/potter.html

da Agorà - Domenica 04 Febbraio 2001

Battaglie per i diritti sul Web
E da novembre arriva il film

Sembrerà strano, ma sul Web il piccolo mago non ha vita facile. O, meglio, ha goduto di una straordinaria popolarità anche telematica prima che decollasse l'adattamento cinematografico di «Harry Potter e la pietra filosofale». Una volta entrata in possesso dei diritti, infatti, la potente Warner Bros ha minacciato di chiudere le centinaia di siti amatoriali che, secondo i legali della major, violano le rigide leggi sul copyright. Ma i cyberpotteriani (come i fanatici di «Guerre stellari» prima di loro) sono determinati a dare battaglia. Nel frattempo, anche se tra un intoppo e l'altro, la lavorazione del film procede. Alla regia non c'è più, come previsto in un primo momento, il geniale Steven Spielberg, bensì l'astuto artigiano Chris Columbus (quello di «Mamma, ho perso l'aereo», per intenderci), mentre il ruolo del protagonista è andato al giovanissimo Daniel Radcliffe (nella foto). Nulla accadendo, il debutto in Gran Bretagna e negli Usa è fissato per il 16 novembre di quest'anno.

da Agorà - Domenica 04 Febbraio 2001

J. K. Rowlings, la scrittrice che disse no alla Regina

Dietro ogni grande uomo, si sa, c'è una grande donna. Non fa eccezione Harry, il maghetto del best seller. Nel suo caso la femme fatale si chiama J.K. Rowling , inglese di Bristol, 36 anni, rapidamente passata dallo scomodo ruolo di scrittrice squattrinata con figlia a carico agli splendori tipici di una celebrità planetaria. Nel dicembre scorso, tanto per fare un esempio, c'è mancato poco che Mrs Rowling soffiasse al neo-presidente Usa George W. Bush il prestigioso titolo di «persona dell'anno» messo in palio dal settimanale americano «Time». Per non parlare della volta che la scrittrice ha rifiutato un invito a Buckingham Palace per restare a casa con la figlia Jessica, 7 anni, febbricitante per l'influenza. La regina Elisabetta, da brava mamma, l'ha perdonata e ha già fissato la data per un nuovo incontro. Per saperne ancora di più bisognerà aspettare che Fanucci mandi in libreria «J.K. Rowling, la maga dietro Harry Potter», documentatissima autobiografia non autorizzata dovuta alla penna del giornalista Marc Shapiro.

(schede a cura di Alessandro Zaccuri)

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