Prima o poi (i tempi sono più che maturi) bisognerà pensare ad istituirlo, in Italia, un ministero dei Culti. (Ne perfezionerei così il nome: dei Culti e di Bioetica). Lorrore (attenzione, ho scritto proprio orrore: non si tratta di un errore) è di seguitare a fabbricare i governi estraendo i nomi dei componenti dalle maggioranze parlamentari, ad arlecchinare lEsecutivo con pezzi di Legislativo, con talvolta, come stentata concessione ad un barlume di ragione, limmissione di uno o due ministri tecnici, che sarebbero semplicemente degli esperti della materia presi dal tessuto sociale più rappresentativo.
E arciovvio che un ministro dei Culti non potrebbe essere che di provenienza extraparlamentare, il più largamente possibile colto e super partes. Pur essendo persone degnissime, un Gianfranco Ravasi o un Enzo Bianchi non potrebbero occupare quel posto perché uomini di parte religiosa, marcatamente, in quanto di Chiesa, mentre ci vedrei benissimo un Massimo Introvigne, esperto dei culti tradizionali e delle nuove religioni, comprese le sette.
Ci sono anche frange di mondo cattolico, come i lefebvriani e i carismatici, che sono al tempo stesso vecchia radice religiosa e novità culturale, meritevoli perciò di speciale attenzione e di protezione discriminante ministeriale. La verità è sotto gli occhi: lItalia è multireligiosa e (questa è una sottilità da cogliere, volendo capire) sempre meno religiosamente indifferente. Che lesiliato Tibet sia oggi sullAmiata o alle pendici del Musiné non è più straordinario, che il Wesak buddista sia ormai un evento come la Pasqua non stupisce nessuno.
LOccidente materiale, della finanza e della tecnoscienza ha conquistato e piegato con infinita brutalità tutti gli Orienti: ma lOriente spirituale, messo in crisi o scacciato come antilopi dal proprio habitat, ha scavato nei suoli e nelle disfatte patrie dOccidente innumerevoli, incalcolabili cunicoli. Questo fenomeno non è cominciato ieri: i primi segni datano dallepoca vittoriana, dalla penetrazione del pensiero upanishadico nella filosofia tedesca.
La rottura della spaventosa ignoranza religiosa degli italiani, per secoli ripetitori robotici di meccanismi rituali imposti, è piuttosto recente, ma pochi decenni del tremendissimo secolo XX sono bastati, e lItalia è ora molto più cosciente e critica nella sua parte cristiana, o è convertita decisamente ad altro, né intrinsecamente né formalmente cristiano. Il suo maggior filosofo attuale, Emanuele Severino, è tanto postcristiano da poter essere visto addirittura come pre-cristiano. LItalia che si vuole ortodossamente papistica appartiene più allinteressata sfera politica che alla disinteressata pleiade religiosa.
I politici di professione sono resi completamente ottusi da una concezione di uomo economico che non è soltanto una volgare astrazione ma è parte della follia autodistruttiva del mondo occidentale: la verità è luomo psichico e luomo psichico sguazza nel religioso. Quando scrisse il suo immenso romanzo-epopea sul lavoro dei minatori, Emile Zola percepì lucidamente il potente soffio messianico che gonfiava quelle prime rivolte.
Un buon ministro dei culti dovrà essere un Argo... Cè di tutto, ci sarà sempre più di tutto, in bene e in male... Il rock è culto, il satanismo è culto, New Age è culto dei culti, ed è irresistibile... Ci sono i culti suicidi e i culti che violentano e spogliano... Dalle rovine di Montségur e dai cimiteri dellAude riaffiorano le ombre càtare e invocano non la pensione ma il Consolamentum... E non va tenuta docchio lespansione islamica, che porta con sé sacrifici di animali, separazione e perturbazione scolastica, nuova edilizia religiosa, macellazione rituale, fanatismo e odio politico?
Il virus talebanico non è soltanto afgano: può arrivare anche alla Vucciria o al Piave o ai Parioli Alti... La libertà religiosa è una foresta stregata... Si tratta solo di osservare e captare. Ma leco non mi rimanda che i soliti nauseabondi luoghi comuni. OM! SHANTI! SHANTI! SHANTI!
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