CESNUR - center for studies on new religions

"Tabachnik, piena assoluzione"

di Francesco Tanzi ("Giornale del Popolo", Lugano, 26 giugno 2001)

Ieri il famoso direttore d'orchestra franco-svizzero Michel Tabachnik è stato completamente scagionato dal tribunale di Grenoble dall'accusa di "associazione a delinquere", per la quale si trovava alla sbarra. Tabachnik, 58 anni, era l'unico imputato per la strage nel 1995 a Vercors, in Francia, di 16 fedeli dell'Ordine del Tempio Solare (OTS). Era accusato di aver innescato ed alimentato negli adepti della setta il desiderio di autodistruzione che li ha portati al suicidio. Il pubblico ministero Pierre Marie Cuny aveva chiesto per lui cinque anni di carcere, ritenendolo il numero tre della setta dopo Jo Di Mambro e Luc Jouret, entrambi morti nei suicidi di massa. Tabachnik, appassionato di esoterismo, si è difeso sostenendo di essere stato lui stesso vittima di Di Mambro e i giudici gli hanno creduto. L'avvocato difensore di Tabachnik, Francois Szpiner, si è detto molto soddisfatto del verdetto, che finalmente mette fine al calvario del suo cliente. Szpiner ha sostenuto che l'accusa voleva fare del musicista un "capro espiatorio". Una sentenza, quella di Grenoble, che può sorprendere, visti i toni polemici con cui la magistratura francese aveva accusato la giustizia elvetica di "non aver seguito tutte le piste". Infatti nel 1996 gli inquirenti confederati avevano archiviato l'inchiesta sul direttore d'orchestra. Per niente sorpreso invece Jean-Francois Mayer, esperto del Dipartimento della sicurezza svizzera sulle nuove sette, da noi interpellato: "E' stata una sentenza giusta perché gli argomenti sostenuti per una condanna erano deboli. Nella nostra inchiesta non avevamo trovato nulla che potesse in qualche modo incriminarlo". Secondo Mayer, Tabachnik non avrebbe mai avuto un ruolo importante nella gerarchia dell'ordine: i suoi compiti si riducevano alla stesura di alcuni documenti per Di Mambro. Dopo l'assoluzione dell'unico imputato per la strage, rimane il dolore delle famiglie, che forse vedevano nel processo di Grenoble la possibilità di trovare un colpevole. Ma Mayer sottolinea come, dal punto di vista del la giustizia, questa fosse l'unica soluzione corretta. In questi casi infatti "esiste sempre il rischio di voler emettere una sentenza esemplare. Nel processo a Tabachnik questa tentazione c'è sicuramente stata, ma alla fine la giustizia francese è stata prudente e si è attenuta ai fatti". Alla luce del verdetto di Grenoble, le pesanti critiche rivolte dai francesi all'inchiesta svizzera, accusata di non aver considerato importanti "piste", appaiono infondate: "Alla fine sono giunti alla nostra stessa conclusione. Ritengo che questo processo non avrebbe dovuto aver luogo". Interrogato su quale sia la situazione attuale dell' OTS, Mayer ha ricordato che in effetti la setta non esiste più dal 1994. I suicidi del '95 e del '97 sono stati compiuti da adepti dell'Ordine che si erano riuniti "privatamente" e ormai le pratiche non erano già più quelle dell'OTS. Non resta che sperare che non ci siano più adepti pronti a riunirsi per suicidarsi in massa: una possibilità questa che non si può escludere, anche se è rite nuta altamente improbabile dagli esperti. Le persone stesse che si tolsero la vita in Canada nel 1997 erano convinte di essere le ultime rimaste a rappresentare l'Ordine. Il problema delle sette evidentemente non si esaurisce con la fine dell'Ordine del Tempio Solare, ma come è possibile avere un controllo sulle loro attività? "Anzitutto occorre precisare che esistono centinaia di sette e di gruppi e che solo alcune svolgono attività illegali". Mayer sostiene fermamente che nessuna misura legale potrà mai impedire a gruppi come l'OTS di compiere atti criminali. Tutto quello che si può fare è reprimere quei gruppi che infrangono la legge.

Nota del CESNUR: In realtà, Jean-François Mayer non lavora più dal 1998 presso il Dipartimento della Sicurezza svizzero, che peraltro non ha mai avuto una persona incaricata di occuparsi delle "sette"

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