CESNUR - center for studies on new religions

La mappa dei cieli

di Giorgio Straniero (La Voce del Popolo, anno 126, n. 21, 27 maggio 2001)

 

Non è una semplice mappatura dei movimenti religiosi, l'"Enciclopedia delle Religioni in Italia", come hanno spiegato alla fiera del Libro Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli, che ne sono i curatori insieme a Nelly Ippolito Macrino e Veronica Roldàn. Ma certo è che l'imponente volume di 1048 pagine, edito dalla Elle Di Ci, è anzitutto una schedatura dettagliata fino nei minimi particolari di tutto quanto appartiene alla religione e ai dintorni. Tanto che tra le 616 testate censite c'è anche, come i curatori hanno ricordato, il movimento denominato "Vitanova", con sede nelle vicinanze di Milano, di cui esiste un unico esponente. Neanche la moglie del fondatore, pur avendo contribuito alla costituzione del movimento religioso con atto notarile nel 1987, risulta "tecnicamente" tra i membri attivi. L'Enciclopedia considera comunque seriamente tale iniziativa, alla quale dedica un po' di più di due delle fitte e ampie pagine del volume.

Il "Maestro di VITAnova" dichiara di aver ricevuto un'illuminazione divina per via medianica, con la quale gli sarebbero pervenuti dei messaggi di san Luca. Dopodiché, sostiene, ha potuto anche comunicare direttamente con Gesù. L'opera di propaganda è affidata ad un periodico trimestrale che viene inviato regolarmente a un folto numero di teologi e persone di cultura. La "dottrina" si ricollega alla tradizione essenica, con richiami che appaiono di carattere gnostico-esoterico.

Il volume è dunque un manuale assolutamente completo, in cui la descrizione analitica delle istituzioni e dei movimenti in ambito religioso si sviluppa in modo schematico, secondo l'aspetto storico, dottrinale e sociologico. Vengono censite tutte le espressioni religiose presenti in Italia, a cominciare dalle religioni bibliche, quindi, secondo la successione storica, dall'Ebraismo, seguito dal Cattolicesimo, dalle Chiese Ortodosse, dalle Chiese protestanti, dall'Islamismo nelle sue diverse manifestazioni. Si passa poi alle religioni orientali, con in primo piano Induismo e Buddismo.

A questo punto, a due terzi del volume, inizia l’analisi dei movimenti dei quali è meno chiara l'identità religiosa, in quanto confinanti con le forme che comunemente si annettono al settore dello sciamanesimo, della magia, della stregoneria, della "teosofia", dei movimenti ermetici e esoterici, delle forme di spiritualità che sono a fondamento di varie Associazioni e non ben definibili in termini teologico-dottrinali.

L'opera riproduce in tal modo la linea che da una quindicina d'anni viene sostenuta dal Cesnur, Centro Studi sulle Nuove Religioni, di cui Massimo Introvigne è direttore. Si caratterizza in tal modo, con metodo sicuro e ricchezza di documentazione, come uno studio ampio e approfondito sulle esperienze spirituali e religiose, in senso lato, che si sono andate sviluppando in quest'epoca indicata comunemente come "postmoderna".

L’ idea della religione concepita in termini rigorosamente trascendenti e teistici, definiti all'interno di una ortodossia dottrinale, si è andata indebolendo nella stessa società occidentale, a favore di una forma di religiosità spesso indefinibile, soprattutto a carattere sincretistico, cioè di contenuti interreligiosi e generici, che nell'insieme è stata identificata come una sorta di "New Age", di nuova era dell'autocoscienza umana. Gli autori osservano nell'introduzione che l'epoca attuale della "post-modernità", pur "secolarizzata" nelle istituzioni politiche delle società più sviluppate, che si connotano per forte tendenza laicistica, si definisce soprattutto per la "crisi della ragione" in cui "si ripresenta una fede - non necessariamente cristiana - talora separata, a diverso titolo e in diverso grado, dalla ragione". In molti casi si è dato sfogo alle tendenze irrazionali della coscienza che hanno determinato un’incontrollabile proliferazione di movimenti che propugnano il verbo della nuova era.

Opportunamente, nell'Introduzione, gli autori si richiamano all'enciclica di Giovanni Paolo II "Fides et ratio", nella quale il Papa riafferma il concetto della tradizione cattolica concernente le basi razionali dei motivi di credibilità della fede.

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