Dalla a alla zeta. Cioè dalla A.-.A., il gruppo di magia cerimoniale fondato a inizio Novecento dall'eccentrico inglese Aleister Crowley e che ebbe una famosa sede a Cefalù, nella cosiddetta "Abbazia di Thelema", ai seguaci di uno dei padri storici del Protestantesimo, Huldrych Zwingli. Giù per 616 culti, antichi di secoli e New Age, organizzati in chiese e semi-spontanei, centrati sulla venerazione per un "maestro" eletto a semi-divinità, ma anche fondati su quello che sembra un ossimoro: cioè religiosamente avversi all'adorazione di un Dio. Oppure, com'è per il culto dei praticanti delle messe nere, basati sulla venerazione dell'anti-Dio: di Satana. Sono i culti che abitano nel 2001 nel nostro paese e che sono stati censiti in un monumentale lavoro in arrivo sui banchi delle librerie: l'Enciclopedia delle Religioni in Italia curata per il Cesnur, Centro Studi sulle Nuove Religioni, da Massimo Introvigne, Pierluigi Zoccatelli, Nelly Ippolito Macrina, e Veronica Roldàn (Elledici, pagg.1048, L. 120.000).
All'estero credono che italiano sia sinonimo di cattolico? Sfogliando il volume, si evince che gli italiani credono invece in molte cose diverse dalla Trinità e dal magistero pontificio. In senso numerico, l'equazione italiano = cattolico resta in piedi: per il 97% siamo battezzati. Ma, stando alle cifre dell'Evs, l'Indagine europea sui valori, che l'Enciclopedia riporta, per cominciare solo 1'88% del complesso della popolazione, cattolica e non, si dichiara credente. E sono 1.130.000, cioè 1'1,92% coloro che credono in un "Dio altro". Un 1,92% che si insinua nella comunità cattolica e la erode ai bordi: perchè alcune decine di migliaia sono i cosiddetti "cattolici di frangia" e "dissidenti", i membri, cioè,di movimenti non in piena comunione con la Chiesa e, insieme, di movimenti dichiaratamente scismatici.
La cifra che dà l'Enciclopedia, 1,92%, è doppia rispetto alle stime abituali. E c'è da intendersi sul come nasca. Perché fa impressione sapere che a essere censiti siamo solo noi, italiani "doc". Lo studio, infatti, non si addentra nelle religioni che arrivano o s'ingrossano grazie agli immigrati: per esempio gli islamici censiti, 13.000 compresi i Baha'i, non vengono dal Marocco o dal Senegal. Si girano più volte al giorno verso la Mecca 13.000 cittadini dalla nascita catanesi o ferraresi, milanesi o baresi. Ma è anche vero che in quel 1,92% lo studio fa confluire persone che, di se stesse, non direbbero "la mia religione è questa": coloro che per esempio praticano la meditazione trascendentale, messa sì a punto e diffusa dall'indiano e induista maestro Maharishi, al secolo Mahesh Prasad Varma, ma usata oggi anche dai manager come tecnica di concentrazione antistress; e prende in considerazione quei serissimi ma divertenti personaggi che a Bologna hanno dato vita all'Associazione Astronauti Autonomi, fondata sulla convinzione che il pianeta Terra stia per arrivare al punto di rottura e che sia il caso d; scappar via nel cosmo. Diciamo che si classificano alla voce "religione", insomma, tutte quelle manifestazioni che hanno a che fare con la ricerca di un "Significato Superiore" delle cose. E, magari, sulla sensazione che la Storia umana sia finita e che alle soglie ci sia l'Apocalisse.
Vediamo le famiglie. Ci sono i seguaci di religioni, che hanno in Italia un insediamento più che millenario: i 35.000 ebrei che vantano una storia più antica, da noi, del Cristianesimo. I 20.000 ortodossi. I protestanti, 363.000 in tutto, compresi quelli "storici" come i valdesi, i luterani e gli anglicani e, poi, i battisti e i metodisti, ma anche le Assemblee dei Fratelli, i pentecostali e gli avventisti e fanno capitolo a sè i 450.000 Testimoni di Geova. E ci sono i "convertiti": i 13.000 musulmani, i 74.000 buddhisti, i 15.000 induisti, ma anche i seguaci delle nuove religioni giapponesi e, voce imponente, i 100.000 seguaci dei cosiddetti "movimenti del potenziale umano", cui fanno capo movimenti discussi come Scientology.
Questo, è ciò che è "fuori" dalla Chiesa cattolica. Ma, a incrinare l'immagine monolitica che di Santa Romana Chiesa ci ha trasmesso questo Giubileo, concorrono quei movimenti che si collocano sui bordi, senza passare per il trauma dello scisma: per esempio i diecimila - sì, diecimila - seguaci d'un culto poco invasivo: cioè i discreti veneratori di Luigia Paparelli, la donna romana specialista in guarigioni, che, negli anni Quaranta, raccolse tra l'altro intorno a sé i cattolici iscritti al Pci, storditi dalla scomunica emanata da Pio XII. Cattolici-comunisti scomunicati, e i loro eredi, che pregano tutt'insieme Dio padre, Gesù, la Madonna e lei, Luigia.
Il dato complessivo che si ricava è che la religione, per quell'88% degli italiani che dichiara di credere, stia diventando un fatto sempre più personale: c'è chi si sceglie un "Qualcuno" da pregare diverso da quello assegnatogli dall'infanzia; c'è chi ha fede ma nell'animo proprio, senza partecipare ai riti, cioè, ricorda questa Enciclopedia, quel 48% dei credenti che si dichiara non praticante; e chi avalla ancora quell'equazione, italiano, ergo cattolico praticante. Ma, anche qui, crescono coloro che lo fanno in modo non tradizionale, con una vis inedita. Perché sono in aumento, in Italia come nel resto del mondo, i movimenti di tipo carismatico o neo-catecumenale: i movimenti, cioè, dove si prega con fervore. Non si snocciola un rosario, non si prega perché si deve: si prega "duro", cercando la Guarigione.
Gli Immigrati
In che cosa credono gli immigrati? Negli ultimi anni le valutazioni si sono basate sulle stime della Caritas e della Fondazione Migrantes. Stime, queste, basate sui permessi di soggiorno maggiorati del diciannove per cento, per includervi anche i minori e i nuovi permessi in corso di registrazione. Dunque, senza i clandestini, valutati a seconda delle fonti fra i 180.000 e i 500.000. Le stime Caritas vengono effettuate calcolando le percentuali delle diverse confessioni nei paesi di appartenenza degli immigrati. Per il 2000 ecco le cifre: Musulmani 543.849, cioè il 36,5% del totale; Cattolici 407.596, il 27,4%; Altri cristiani 328.859, il 22,1%; Religioni orientali 96.314, il 6,5%; Religioni tradizionali africane 22.000, 1'1,4%; Ebrei 5.000, lo 0,3%; Altri e non classificati 86.256, il 5,8%. Già, ma come si fa a contare gli adepti di una religione che non richiede in senso stretto il rapporto con un luogo di culto, per esempio l'islamismo o alcune religioni orientali? L'Enciclopedia propone una valutazione in parte diversa: basata anzichè sull'area geografica di appartenenza, sull'effettiva devozione. In particolare, la valutazione proposta non "conta" i cattolici, gonfia il numero dei musulmani (tentando una stima di quanti non vanno nelle moschee) e si addentra in un capitolo particolare delle "religioni orientali": tenta un dato sui sikh e i radhasoami, immigrati dispersi in gran parte nelle campagne e dunque "atomizzati" agli occhi delle statistiche. Ecco quindi le cifre proposte dallo studio: Musulmani, 580.000; Ortodossi, 140.000; Protestanti, 50.000; Buddhisti, 25.000; Induisti, 10.000; Sikh e radhasoami, 6.000; Altri di origine orientale, 10.000; Ebrei, 4.000; Testimoni di Geova, 2.000; Altri, 10.000.
Esce in questi giorni nelle librerie per lElledici l"Enciclopedia delle religioni in Italia", realizzata dagli studiosi del Cesnur (Centro Studi Nuove Religioni). Si tratta di unopera di 1000 pagine, con indirizzi, numeri di telefono, collegamenti Internet e analisi dottrinali di 616 realtà religiose e spirituali presenti in Italia, divise in 40 categorie. Dalla ricerca che sarà presentata a Torino il prossimo 5 giugno, emerge che i cattolici italiani "ufficiali" (battezzati) sono circa il 97%, mentre i praticanti sono compresi fra il 35 e il 40%. Quanti invece dichiarano unidentità religiosa diversa da quella cattolica sono circa 1.100.000 pari allo 1.92% sul totale dei cittadini italiani che salgono a poco meno di 2 milioni se si considerano anche gli immigrati ed i residenti appartenenti a minoranze religiose, per una percentuale pari al 3.50%.
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