Unopera completa sia sul piano della documentazione che su quello della consapevole chiarezza dei fatti epistemologici, metodologici e statistici che possono incidere su un lavoro così enciclopedico ed attualmente esaustivo.
Sul piano metodologico
- lintroduzione è semplicemente chiara e illuminante.
- La definizione di "religione". Molti degli intervistati obiettavano: "Noi non siamo una religione". Il problema della definizione di religione è tra i più dibattuti nella storia e nella sociologia delle religioni e anche nel diritto ecclesiastico. Si potrebbe dire, semplicemente, che si tratta di un problema insolubile. "Nella prospettiva di unampia difesa della libertà religiosa e del pluralismo, le definizioni più recenti proposte dalle scienze sociali individuano le religioni come sistemi (che generano organizzazioni e strutture) di risposte non puramente fattuali, né suscettibili di verifica empirica alle domande ultime sullorigine e sul destino della persona umana, che ogni uomo e ogni donna si pongono" (p. 16).
- Il "credere senza appartenere" (believing without belonging). Molti dichiarano di essere credenti ma senza voler appartenere ad una religione, o si ritengono "cattolici non praticanti" ("esistenza sociologicamente e teologicamente ambigua, perché per il cattolico, in tesi, la pratica è obbligatoria"). Questa "disistuzionalizzazione" della religione (D. Hervieu-Leger) appare come "una delle caratteristiche salienti del sacro postmoderno" (p. 17).
- La questione delle "sette". Lenciclopedia - in conformità ai più autorevoli modelli statunitensi - non distingue fra "sette e religioni", abbandonando così, per la complessità dei gruppi di riferimenti che non si ritrovano nella distinzione proposta dal teologo e sociologo protestante E. Troeltsch (1865-1923): "il tipo-Chiesa, un gruppo religioso in armonia con la società circostante; il tipo-setta, un gruppo religioso che contesta la società circostante; e il tipo-mistico, un gruppo religioso che si interessa scarsamente della società circostante, preferendo concentrare la sua attenzione sullautoperfezionamento dei suoi membri", (p. 13).
- Il ritorno del religioso è così evidente che non può essere ignorato. "Si tratta però di determinare, con maggiore precisione, quale tipo di religioso ritorni nellepoca postmoderna" (p. 7). Perciò nellenciclopedia sono registrate "realtà religiose e spirituali presenti in Italia, religioni e vie spirituali non religiose".
- Non si utilizza la categoria "sette" ma neppure si identifica con "nuove religioni" o "nuovi movimenti religiosi" (se non in un contesto particolare come quello giapponese).
- Non sono più nuove religioni o sette quelle nate ormai più di un secolo fa.
- Le schede di documentazione sono state verificate con i responsabili di ogni singola realtà ("questo non implica, però, che le richieste di modifica siano sempre state accolte, così che i responsabili del testo sono sempre e in ogni caso gli autori e i collaboratori").
- Lindice dettagliato dei nomi (ben 72 pagine) e lindice delle quaranta categorie (in cui sono stati divisi i gruppi, ben 20 pagine) rendono facilmente reperibile ogni fondatore, gruppo, centro, associazione, movimento. È da questo indice che il lettore può consultare con immediatezza tutta lopera (anche perché "alcune piccole realtà non hanno una scheda autonoma, ma sono citate allinterno di schede di altri gruppi di cui, per esempio, costituiscono scismi").
Sul piano della documentazione. Documentazione operata alla luce di una metodologia corretta, pluralistica, legittimata da chiarezza a tal punto che si precisa che "la lunghezza di una voce non è necessariamente proporzionale al numero degli aderenti". Sono documentate oltre seicento realtà religiose e spirituali presenti in Italia (su molte delle quali, poco note o discrete, getta una nuova luce), divise in quaranta categorie (come lebraismo, il protestantesimo pentecostale, i movimenti profetici e messianici di origine cristiana, i gruppi di origine buddista, il satanismo ). Si troveranno documentati gruppi, associazioni, movimenti di cui non penseremmo mai la possibilità reale di organizzare un movimento di realtà e di pensiero religioso o parareligioso.
Per offrire unidea complessiva del panorama religioso italiano, la scheda di ogni gruppo
- è introdotta da "un ampio spazio di carattere storico dottrinale"
- si indicano le sedi in Italia (con telefono, fax, sito web, e-mail)
- una bibliografia è stata indicata dove possibile e facilmente accessibile
- ogni categoria ha una introduzione storica, dottrinale, bibliografica che permette di contestualizzare i movimenti e le realtà che ne fanno riferimento.
Per un insegnante di religione lopera acquista un valore
- sul piano dello studio (andrebbe adottato negli istituti di scienze religiose nellambito della storia delle religioni e della fenomenologia della religione).
- Per quella ricerca di elementi e fattori che caratterizzano il religioso acquisito e "implicito" di ogni studente (nel cui animo un po di queste realtà spirituali e religiose tende ad emergere).
- Per lo studio del territorio dove la scuola interagisce: territorio fatto non solo di sedi fisiche di queste realtà religiose, ma di persone che incontriamo a scuola, ognuna delle quali in un modo o in un altro è venuto a contatto con queste realtà o "si" è risolto il problema del "religioso", sia come religione, che come religiosità, che come fede.
- Uno strumento integrativo dei libri di testo di religione, che per ovvie ragioni presentano le grandi religioni istituzionali con qualche cenno (non sempre con precisione e proprietà di definizione) di movimenti e sette e realtà religiose. Tra i collaboratori risalta il lavoro di documentazione (ben 16 gruppi) della collega Raffaella Di Marzio.
È proprio vero (verificare per constatare) che "dopo la pubblicazione di questopera, nulla in tema di percezione del pluralismo religioso in Italia potrà più essere come prima".
Per ciò il costo dellopera non è proporzionale allimmenso sforzo organizzativo, scientifico e documentale.
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