Non è vero che le religioni in Italia siano in crisi e non è vero che sia in crisi il pluralismo, vecchio e nuovo. Lo dimostra, con ricchezza di dati e di documentazione la recente Enciclopedia delle religioni pubblicata dal Cesnur (Centro Studi sulle Nuove Religioni), con la direzione di Massimo Introvigne (Edizioni Elledc, L. 120.000). Un'opera monumentale (più di 1.000 pagine) della quale - da ora in poi - chiunque studia il fatto religioso in Italia non potrà fare a meno.
Colpisce, prima di tutto, la abbondanza delle denominazioni, raggruppate in 38 grandi capitoli per i quali nessuna semplificazione è possibile: dall'ebraismo al cattolicesimo; dalle Chiese ortodosse e antico-orientali al protestantesimo (in tutte le sue varianti: pentecostale, radicale, avventista); dal movimento di restaurazione ai testimoni di Geova. Dall'elenco non sono naturalmente esclusi i movimenti cristiani di guarigione o quelli profetici e messianici; l'islam e l'eredità di Gurdjiff.
Né mancano riferimenti ai gruppi di origine zoroastriana, all'induismo e al buddhismo. Presenti anche i movimenti di origine giainista, sikh e radhasoami; le religioni e i movimenti di origine cinese ed estremo-orientale; le nuove religioni giapponesi; le fraternità universali; i movimenti gnostici. Stupisce, inoltre, di trovare anche gruppi di magia cerimoniale, di spiritismo e parapsicologia. O, ancora, i movimenti dei dischi volanti, il satanismo, le religioni e i movimenti del potenziale umano; la new age. Sino ad arrivare alla massoneria e al libero pensiero.
L'enciclopedia tratta tutte le denominazioni con grande serietà, anche là dove verrebbe voglia di sottolinearne la stranezza, l'aspetto folkloristico.
Ad esempio, per limitarci al mondo cattolico: la Chiesa Novella del Sacro Cuore di Gesù, la Comunità Saverio Casarin, la Missione Madre Esmeralda, i Visionari del Foggiano e Gruppi della Madonna dell'Altomare. All'appello non manca nessuno. Si nota subito quanto il panorama sia frazionato, anche nell'ambito dei gruppi più consistenti e numerosi come i cattolici (non manca l'associazione Mamma Lucia), i protestanti delle varie generazioni, accuratamente elencate e caratterizzate (si noti la ricchezza e il frazionamento del protestantesimo pentecostale, di prima e di seconda "ondata"; si leggano le notizie sui Quaccheri - "Associazione Religiosa degli Amici" - di grande serietà ma pochissimo noti in Italia). Analogo discorso per i buddhisti. Un panorama nel quale non contano tanto i numeri quanto le identità e soprattutto le diversità. Si notino anche alcune caratteristiche delle religioni nell'epoca del postmoderno: prima di tutto il fatto che la frontiera fra ortodossia ed eresia, nei vari gruppi, si è fatta più sfumata. Meno dogmatismo, un po' dappertutto, e quindi meno rigidità nella teoria. Non a caso, nel capitolo sulla chiesa cattolica, un abbondante paragrafo riguarda i "gruppi cattolici di frangia", un concetto che è figlio, probabilmente, dei mass media che diffondono e quindi uniscono ma anche dividono (si veda anche, nel capitolo sull'ebraismo, il ricco paragrafo sul movimento chassidico e le sue derivazioni).
Un'altra frontiera appare fragile: l'enciclopedia studia le religioni nei confini italiani, ma i contatti con gli altri paesi appaiono stretti e diffusi: non soltanto per ciò che riguarda le chiese cristiane orientali, ma anche il buddhismo, l'induismo e la new age. Le religioni sono servite ad abbattere gli antichi muri che separavano l'oriente dall'occidente. Altra frontiera sfumata se non addirittura scomparsa è quella fra l'antico e il nuovo: le guarigioni (viene subito in mente l'ambigua figura del Monsignor Milingo) tipiche delle religiosità antiche, accanto ai dischi volanti ed anche al libero pensiero.
La stessa definizione di "religione" è in discussione, come l'introduzione evidenzia, e come il dibattito sul concetto di "setta" conferma.
"L'intrecciarsi fra significato criminologico e significato sociologico del termine crea una pericolosa ambiguità. Se, per esempio, uno studioso risponde a un intervistatore che i mormoni sono una 'setta', il rischio è che chi lo ascolta alla televisione si convinca che i mormoni sono un gruppo 'pericoloso', il che è certamente falso e ingiusto". L' enciclopedia hascelto la strada del "caso per caso, più faticosa e difficile, ma anche più fruttuosa". Tutte le definizioni, d'altronde, rischiano l'ideologia.
L'introduzione ridimensiona anche l'idea molto diffusa del "credere senza appartenere", religione che, secondo molti sociologi, sarebbe la più numerosa nel nostro occidente e la più carica di futuro. Senza minimizzare questo aspetto del panorama religioso contemporaneo, anche in Italia, l'enciclopedia vuole sottolineare sia la ripresa dell'area dei cattolici praticanti sia la rilevanza delle minoranze religiose (in tutto, circa un milione e centomila, fra questi 400.000 Testimoni di Geova e assimilati; 363.000 protestanti; e, stranamente, 100.000 aderenti ai movimenti del potenziale umano). Fra questi ultimi, l'enciclopedia annovera anche la Chiesa di Scientology, ben nota anche per le controversie suscitate soprattutto fuori d'Italia. Una vera religione? L'enciclopedia risponde affermativamente, ma con ponderatezza, sostenendo, con molti sociologi, una definizione ampia di religione. Si noti che fra gli immigrati (1.500.000, dati della Caritas) circa 400.000 sarebbero cattolici, 330.000 altri cristiani e 540.000, la maggioranza, musulmani.
L'enciclopedia del Cesnur tende anche a smentire due "miti" molto diffusi, da non negare ma da ridimensionare. L'eclissi del sacro, prima di tutto. Molto più evidente qualche decennio fa di quanto non lo sia oggi. Il sacro si sposta, si ridefinisce ma non scompare. Sembra che riprenda vita. Così per la tanto decantata "invasione delle sette" e delle cosiddette "nuove religioni".
In quanto agli interessi religiosi prevalenti, l'enciclopedia conclude così l'introduzione: "Senza presumere di proporre previsioni precise - per cui occorrerebbe, davvero, una sfera di cristallo affidabile - gli interessi escatologici e apocalittici, il tema della reincarnazione, la 'sacralizzazione del sé' e il 'ritorno della magia' sembrano essere temi emergenti nel variegato pluralismo religioso che caratterizza l'Italia del XXI secolo".
Ancora due osservazioni, dopo avere dato uno sguardo su un panorama di tale ampiezza. Meraviglia, prima di tutto, l'assenza quasi totale dei temi di carattere etico fra quelli che interessano soprattutto le nuove religioni; temi che, invece, sono al centro, più o meno, delle grandi religioni tradizionali. L'impegno di carattere etico-sociale appare sottolineato soprattutto nell'ambito cattolico e protestante. Altrove l'impegno etico-sociale, se non assente, appare in secondo piano nei confronti dell'affermazione del gruppo e delle sue dimensioni, per così dire, verticali, verso un qualche assoluto, sia di origine, sia di destinazione finale, apocalittica. Una sfuggita, in fondo, dalla realtà presente. Che sia anche questo un segno dei tempi?
Un'altra osservazione non può non riguardare la laicità, una dimensione alla cui ricchezza e positività la cultura moderna ci ha abituati e alla quale non vorremmo certamente rinunciare. E' vero che oggi molti studiosi sostengono che la vera dimensione della laicità non consiste nella eliminazione del fatto religioso - eliminazione che si sta dimostrando impossibile - ma nel pluralismo delle religioni e delle fedi. Chi sostiene questa seconda opinione troverà nella enciclopedia un importante sostegno, mentre chi sostiene la prima posizione considererà l'enciclopedia fra gli avversari della vera laicità, nonostante le appendici dedicate all'associazione nazionale Giordano Bruno, alla associazione per lo Sbattezzo, alla Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti. Troppo poco, forse. Ma il Cesnur potrebbe rispondere che l'enciclopedia tratta delle religioni e non dei loro avversari. Non è facile decidere chi abbia ragione. Non c'è dubbio, comunque, che una conoscenza più esatta e completa del panorama religioso italiano giova a tutti, anche a chi sostiene che delle religioni si può fare a meno senza danno.
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