ROMANIA Il vampiro diventerà l'attrazione di un parco dei divertimenti
La notizia è quasi ufficiale: la Romania - dopo avere per anni resistito all'idea di sfruttare il successo mondiale del personaggio Dracula per attirare turisti - sta per iniziare la costruzione di una "Dracula Land", un ampio centro turistico con attrazioni di vario genere.
Il luogo non è ancora stato scelto: gli appassionati del romanzo Dracula vorrebbero il Passo di Borgo, sopra Bistriza, dove secondo il testo di Bram Stoker il conte Dracula, presentato come signore della Transilvania, avrebbe avuto il suo castello. I cultori del Dracula storico vogliono invece un luogo dove il personaggio abbia veramente vissuto, quindi propendono per la Valacchia. Dracula, infatti, è veramente esistito. Ma non era un conte, non ha mai regnato sulla Transilvania e non è mai stato associato in Romania alla mitologia del vampiro.
L'interesse per Vlad Dracula (1431-1476), principe di Valacchia, è stato coltivato per anni solo da pochi specialisti. In Romania - soprattutto durante il regime comunista (ma per la verità fin dal secolo scorso) - il personaggio è stato rivestito di panni nazionalisti, e presentato come un patriota rumeno ante litteram: una versione accettata anche da studiosi occidentali. Soprattutto, questi storici si sono mostrati molto infastiditi dal fatto che Bram Stoker abbia preso a prestito il nome di Dracula per il vampiro del suo romanzo. Di fatto, il romanzo Dracula, proscritto prima dal nazionalismo e poi dal regime di Ceausescu, è stato pubblicato in lingua romena per la prima volta solo nel 1991.
Un clima diverso è per la verità emerso con le ricerche condotte a partire dagli anni 1960 da Raymond T. McNally e Radu Florescu, entrambi professori al Boston College, i quali partono dai racconti di crudeltà inaudite attribuite a Dracula per tentare un collegamento con il mito rumeno del vampiro e arrivare al romanzo: una tesi che ha indignato molti storici rumeni. Non c'è dubbio che McNally e Florescu abbiano il merito di aver fatto conoscere i dati essenziali relativi al Dracula della storia ai milioni di appassionati del Dracula romanzesco e cinematografico, che li ignoravano. D'altro canto, sostenere che nel folklore rumeno l'eroe nazionale Dracula sia stato davvero associato al mito del vampiro è storicamente improponibile.
Da dove viene il nome Dracula? Già il padre di Vlad Dracula era conosciuto come Vlad Dracul (1390-1447). Per questo personaggio, principe di Valacchia fra il 1436 e il 1442, poi fra il 1443 e il 1447, l'appellativo "Dracul" - che significa "dragone" o anche "diavolo" - è stato spiegato con la sua partecipazione all'Ordine del Dragone, un ordine cavalleresco, o con il suo eroismo e crudeltà in battaglia. Per il figlio, il passaggio da "Dracul" a "Dracula" è generalmente spiegato - seguendo uno studio di Grigore Nandris del 1959, anche se non mancano ipotesi diverse - come una forma di genitivo slavo per significare "figlio di Dracul". I valacchi hanno sempre chiamato il loro principe non tanto Vlad Dracula ma Vlad Tepes ("Vlad l'Impalatore"), con riferimento al suo modo preferito di mettere a morte i malfattori e i nemici. Ma Vlad Tepes occasionalmente ha usato l'appellativo "Dracula" con riferimento a se stesso, ed evidentemente non lo considerava offensivo.
Vlad Dracula nasce, probabilmente nel 1431, a Sighisoara. Riesce a farsi riconoscere principe di Valacchia con l'appoggio dei turchi nel 1448. Regna per pochi mesi, ma ricomincia a tessere una trama diplomatica di grande ambizione alleandosi alternativamente con ungheresi e turchi (ma in realtà lavorando sempre e solo per se stesso) che lo porterà a regnare ancora dal 1456 al 1462 (quando diventa Vlad Tepes, "l'Impalatore", per la spietata repressione degli oppositori), poi nel 1476 quando (dopo che si era convertito al cattolicesimo in un'ultima svolta filo-ungherese) è ucciso durante una campagna contro i turchi. Se la crudeltà di Dracula era meno inconsueta per il suo tempo di quanto si creda, più interessante è modernità del suo progetto politico: cambiare spesso amici e nemici, in un tourbillon di alleanze e di trattati, per fare della Valacchia uno Stato con una sua identità, non una semplice appendice dell'Ungheria né dell'impero turco.
Se Dracula è un nome conosciuto dalla maggioranza degli occidentali di oggi il merito è però di un romanziere irlandese, Abraham (Bram) Stoker (1847-1912). Stoker non era mai stato in Romania e, nelle prime stesure del più celebre fra i suoi numerosi romanzi, Dracula si chiama semplicemente "Count Wampyr". Solo poco prima della pubblicazione del romanzo, nel 1897 - dopo averlo trovato menzionato in un libro di viaggi di William Wilkinson - lo scrittore decise di dare al suo vampiro il nome del principe valacco Dracula, di cui sapeva da Wilkinson che "in lingua valacca significa "Diavolo"" e di cui fece un immaginario conte di Transilvania.
La storica della letteratura canadese Elizabeth Miller insiste oggi sul fatto che Stoker non sapeva quasi nulla del Vlad Dracula della storia. Questo, probabilmente, non impedirà ai turisti di Dracula Land di associare i ricordi di Vlad Tepes a Dracula come lo hanno presentato Bela Lugosi o Christopher Lee, o al grande revival odierno del vampiro nella letteratura, al cinema con film di qualità come L'ombra del vampiro e alla tv con serie di successo come Buffy. Il Dracula di Stoker è ormai un patrimonio dell'immaginario collettivo occidentale; se il suo ricordo spingerà qualcuno ad approfondire pagine importanti del confronto fra Europa e islam legate al vero Vlad Dracula, la cultura in genere non ne uscirà, forse, troppo male.